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Uno dei principali motivi che impedisce alla capitalizzazione azionaria di Apple di superare Exxon Mobil’s (oltre al recente annuncio del ritiro temporaneo di Steve Jobs dalla carica operativa di CEO) è il timore degli investitori che l’azienda possa fare operazioni avventate e magari rischiose. Il capitale disponibile, ad oggi, ammonta a quasi sessanta miliardi di dollari.

La borsa di New York è stata piuttosto chiara sul tema: Apple dovrebbe dichiarare i dividendi (decidere cioè la distribuzione del capitale tra gli azionisti, operazione che solitamente avviene alla fine di ogni esercizio contabile), oppure lanciare un programma di compravendita delle azioni.

Poiché nessuna delle due scelte è stata messa in opera, gli analisti temono che Apple possa commettere un grave errore: acquisire società del calibro di facebook, Adobe, Yahoo, Disney o Sony. Questi i nomi erano su cui erano state fatte ipotesi dopo che, nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso ottobre, a Steve Jobs fu chiesto perché i dividendi non fossero ancora stati pagati. La risposta del CEO di Apple, infatti, fu di voler tenere questo ingente capitale pronto per una o più opportunità strategiche che avrebbero potuto presentarsi in futuro.

Comprare società come Disney o Sony non è forse proprio quel che Jobs intendeva: Tim Cook, probabilmente memore di questo clamoroso fraintendimento, ha forse finalmente chiarito cosa Apple intenda fare del capitale posseduto.

Secondo Tim Cook, sono stati devoluti quasi quattro miliardi di dollari a tre anonime aziende incaricate dell’approvvigionamento di materiali. I soldi sono stati pagati, come da causale, per costruire nuove fabbriche di cui non è stato specificato il tipo. Alcuni pensano che si possa trattare di luoghi adibiti alla costruzione di schermi per gli iPad.

Quest’affare sembra molto simile ad uno del 2005, quando fu annunciato l’investimento di un miliardo di dollari sulla produzione e ricerca di memorie flash.

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