Forstall fuori da Apple, è davvero un male? 1

Come ben sappiamo, e come abbiamo letto nell’ottimo articolo di Eva, Apple nel post-Jobs sta rivoluzionando le aspettative, i prodotti e in modo sostanzioso anche gli assetti societari. Che con l’arrivo di Tim Cook tirasse una nuova aria è stato evidente a tutti, fin dai primi istanti, dai primi keynote e tutti abbiamo recepito forte e chiaro che qualcosa era cambiato, che l’Apple di Steve non c’era più. Mi sono però ritrovato a fare alcune riflessioni che, in quanto tali, rispecchiano solo il mio punto di vista personale e non di certo quello di ItaliaMac.

Apple, adorata o odiata, su una cosa ha però sempre messo d’accordo tutti, o meglio, è difficile non riconoscerglielo: ha saputo stupire, ha saputo vendere benissimo fumo per arrosto, ha saputo innovare e dettare le leggi del mercato. Ne è un esempio l’evoluzione degli smartphones prima e dopo l’arrivo dell’iPhone (vedi qui). In tutto questo che cosa, effettivamente, pur rimanendo il sistema operativo mobile più performante sul mercato, è rimasto uguale a se stesso ormai da troppi anni? iOS. Com’è, come non è l’interfaccia è la stessa da sempre, le innovazioni introdotte nel corso degli anni non sono mai state così rivoluzionarie (Notification Center, copia spudorata di quello che c’era su Android, per esempio) e le mezze rivoluzioni come Siri sono arrivate solo su alcuni device (per motivi strettamente commerciali), in ritardo in alcune nazioni (vedi la nostra).

La notizia dell’abbandono del gruppo da parte di Forstall in questo panorama, personalmente, non mi ha affatto stupito. Ha fatto tanto, ha creato una rivoluzione, ma forse ha fatto il suo tempo. Non che non sia più una persona lavorativamente parlando valida, anzi, ma forse non è più un dirigente Apple-style o forse sarebbe meglio dire “Jobs-style”. Quello che intendo dire è che iOS ha bisogno di una mezza rivoluzione o smetterà di avere sul mercato quell’effetto sorpresa che hanno i prodotti della casa di Cupertino. iOS 7 dovrà fare un salto di qualità e di novità o rischierà di non tenere il passo del mercato e questo è stato riconosciuto da numerosi siti di settore. Io credo che nell’allontanamento di Forstall ci sia proprio questa motivazione di fondo. Sì, certo, la rottura è avvenuta per la questione delle mappe, va bene, facciamo anche finta di crederci; che quelle mappe incomplete e imprecise non sarebbero mai uscite sotto la dirigenza Jobs è altrettanto vero. Ma io credo che Cook abbia in mente ben altro per il futuro di iOS.

Che cosa si debba fare per stupire nuovamente in un sistema operativo mobile? Beh questo è difficile dirlo. Ma una cosa è evidente: per quanto uno sia bravo a fare il suo lavoro, per quanto abbia costruito qualcosa di eccezionale, rimarrà comunque ancorato sulla sua idea di partenza. Avrà una costruzione mentale che difficilmente gli farà vedere il mondo sotto una luce diversa, una caratteristica che forse aveva Steve e che molto probabilmente è stata la chiave del suo successo. Per iOS c’è bisogno di cambiamento, c’è la necessità di tornare a stupire e mettersi davanti a tutti sul mercato e per farlo forse è necessario tagliare qualche ramo vecchio per dare spazio al nuovo. Per cambiare veramente, c’è bisogno di cambiare mentalità, metodo di lavoro, gruppo e di conseguenza anche la direzione di tutto il comparto software.

Ecco, io in questo cambio al vertice ho visto questo: la voglia di cambiare, di fare una nuova squadra per avere nuovi stimoli e nuovi impulsi. Se la cosa prima veniva fatta nella testa di Steve Jobs, forse adesso l’azienda ha bisogno di avere più teste che ruotino e si cambino repentinamente per riuscire a continuare ad essere la Apple visionaria e innovativa che il mondo ha conosciuto fino ad oggi.

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