Secondo una ricerca effettuata da studenti universitari, sembra che iPhone abbia lo stesso problema di Android. In pratica i dati sensibili degli utenti sono poco protetti, e sono accessibili anche quando non è completamente necessario. Spesso tramite queste informazioni poi vengono studiate le offerte pubblicitarie da inviare all’utente sotto esame.
Eric Smith, il ricercatore che ha guidato la ricerca (qui il PDF), ha esaminato a caso 57 applicazioni presenti sull’AppStore, tra queste spiccano alcune dedicate all’home-banking (dove la sicurezza dovrebbe essere molto alta). Dai risultati, Eric Smith dichiara che spesso il dell’utente, numero di telefono e locazione sono in bella mostra senza particolari accorgimenti.
Eric Smith ha dichiarato che: “Per esempio, l’applicazione Amazon trasmette il nome del proprietario, insieme all’UDID (un codice che identifica univocamente il telefono, NdR), e così Amazon.com e chiunque intercetti i dati, può identificare l’utente”. Speriamo che Apple e Google migliorino questa situazione, in modo da aumentare il livello di sicurezza, specialmente nelle app dove ci sono dati sensibili.
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