Dipende in quale settore ti candidi.
Nel retail, generalmente no, anzi: un eccesso di formazione è spesso osteggiato (Apple preferisce preparare le risorse umane dalla base).
In altri settori, dipende: ci sono molte posizioni, alcune delle quale richiedono una specializzazione.
In linea di massima, è bene ricordarlo, chi si candida per una generica posizione sta in mano a dei selezionatori, che molto spesso non lavorano per Apple ma sono appaltati da una società di consulenze esterna (o lavorano in collaborazione, a cottimo).
Anche se li vedete con la t-shirt figa di Cupertino, finita la vostra selezione torneranno da dove sono venuti, e si metteranno a selezionare altre risorse per altre aziende.
Solitamente non sono ferratissimi in informatica (oltre che in elettronica ed in fisica elettrica in generale), e non sanno la differenza tra una cache L1 da una L3, e a malapena sanno la differenza tra un iPhone ed un iPod Touch. Se gli parlate di PowerMac, pensano che state descrivendo un Mac sotto anfetamine.
Ma tutto questo è normale (almeno, nella follia del mercato del lavoro italiano): loro sono lì solo per selezionare risorse umane, e non sono tenuti a sapere, esattamente, cosa produce l'azienda che li ha pagati. Devono solo far coincidere la lista dei desideri aziendali con quello che trovano in giro.
La prima scrematura è quindi fatta a gruppo, in cui passerete non tanto per il vostro CV, ma per come parlate e quante cazzate al minuto riuscite a sparare (nel retail, anche se siete bellocci, giovanotti o comunque giovanili o meno).
Potreste trovare il tutto molto deludente, ma fateci l'abitudine: spesso l'azienda per la quale si è clienti è una cosa, e l'azienda reale, per la quale si lavora, è un'altra.