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Un po' di poesia


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A me piace moltissimo la Commedia e sono stato tentato di copiarla e incollarla integralmente, poi ho pensato che avrei rischiato il ban e così soprassiedo.

Ma volevo raccontarvi uno dei fattori che me l'hanno fatta gustare moltissimo.

Nel mio liceo c'era un ragazzo 5 anni avanti a me che durante le lezioni di Divina Commedia si divertiva a reinterpretare i testi dei versetti nei margini del libro. Ed il suo compagno di banco si divertiva a scrivergli le note critiche.

Il gioco è andato avanti a lungo, arrivando a pubblicare alcuni canti (100 endecasillabi a rima baciata!) sul giornalino della scuola.

Già all'università volevano completare l'opera in onore del preside prima che andasse in pensione. Non hanno fatto in tempo: l'hanno pubblicato alla sua memoria.

Nel complesso sono 21 canti (1 Prologo, 10 Inferno e 10 Paradiso) composti come detto sopra, divisi in due volumi con cofanetto, venduti tutti (credo 800 copie) in una mattina nell'atrio della scuola (c'è poi stata una ristampa).

Questo è l'incipit:

Nel mezzo degli studi al Tassoni

mi ritrovai per un periodo oscuro

che non avevo più voti buoni

Insomma, si ritrova con dei brutti voti ed allora decide di andare dal Preside a chiedere il 6 politico, ma lungo le scale lo fermano tre fiere (due prof ed il segretario) ed allora lui torna giù, incontra il tecnico di laboratorio che lo accompagna per il piano terra (Ingavi, Limbo, ...) nel cortile (Acheronte), nei sotterranei (parte bassa dell'Inferno) per poi salire fino al piano superiore ed arrivare alla presidenza passando dalla biblioteca, l'aula di disegno ...

E in tutto questo viaggiare incontra studenti e prof della scuola (sia come dannati/beati, che come demoni/angeli)

È un autentico capolavoro.

Alcune cose della Divina commedia il le ho imparate leggendole prima in questa e scoprendo solo dopo che erano ispirate da quella originale.

Mi è venuta voglia di condividerla con tutto il mondo, quindi sto creando un sito in cui pubblicarla, chiedendo prima il permesso all'autore (ma son sicuro che non me lo negherà).

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Monk, con tutto l'affetto possibile, stavo dicendo a voi :P, dall'alto (!) dei miei primi capelli bianchi (!) ;)...davvero...mai interpretati i tuoi interventi come presa per i fondelli nei confronti di nessuno, anzi...benvenuto ad ogni forma d'espressione ;)!

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conosci Gino Patroni?

ha scritto degli aforismi da morire da ridere, oltre che belli!

Qui l'riginale di Quasimodo

ED E’ SUBITO SERA

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera

E qui la sua mirabile versione (ehehhe)

ED è SUBITO PERA

Ognuno sta solo alla mensa aziendale

una zuppa di verdura

ed è subito pera.

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da dove vengono i nomi delle note moderne?

Ecco qui:

Ut (per i francesi, ma è il nostro do) queant laxis,

Resonare fibris,

Mira gestorum,

Famuli tuorum,

Solve polluti,

Labii reatum,

Sancte Ioannes (SI)

interessante, no?

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I.- FORTUNA IMPERATRIX MUNDI


1. O Fortuna

O Fortuna
velut luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem
egestatem,
potestatem
dissolvit ut glaciem.
Sors immanis
et inanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
michi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.
Sors salutis
et virtutis
michi nunc contraria,
est affectus
et deffectus
semper in angaria.
Hac in hora
sine mora
corde pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem,
mecum omnes plangite!

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O numquam pro re satis, indignande cupido,

O in corde meo desidiose puer?

Quid me, qui miles numquam tua signa reliqui,

laedis et in castris vulneror ipse meis?

Cur tua fax urit, figit tuus arcus amicos?

Gloria pugnantes vincere maior erat...

da "Amores" :rolleyes:, Ovidio

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E aggiungo Orazio:

Tu ne quaesieris, scire nefas,

quem mihi, quem tibi finem di dederint,

Laeucone, nec Babylonios temptaris numeros.

Ut melius, quid quid erit, pati.

Seu pluris hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,

quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare tirrenum.

Sapias, vina liques et spatio brevi spem longam reseces.

Dum loquimur, fugerit invida aetas.

Carpe diem, quam minimum credula postero.

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IL GATTO di Charles Baudelaire, (da "I fiori del male")

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato; ritira le unghie nelle

zampe, lasciami sprofondare nei tuoi occhi in cui l'agata si mescola

al metallo.

Quando le mie dita carezzano a piacere la tua testa e il tuo dorso

elastico e la mia mano s'inebria del piacere di palpare il tuo corpo

elettrizzato,

vedo in ispirito la mia donna. Il suo sguardo, profondo e freddo come

il tuo, amabile bestia, taglia e fende simile a un dardo, e dai piedi alla

testa

un'aria sottile, un temibile profumo ondeggiano intorno al suo corpo

bruno.

Si dice che per l'addestramento di un gatto ci voglia una vita. Non è vero: il mio mi ha insegnato tutto in un paio di giorni!

"Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti..."

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bellissima...la conoscevo, ma fa sempre piacere rileggerla!

Baudelaire è per me IL POETA x eccellenza:fiorellino:

Si dice che per l'addestramento di un gatto ci voglia una vita. Non è vero: il mio mi ha insegnato tutto in un paio di giorni!

"Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti..."

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Angelo Poliziano

Rispetto in rime sdrucciole

Non m'è rimasto del cantar più gocciola,

l'amor mi rode come' ferro la ruggine:

canti costei che ben te la disnocciola,

ché pare un lusignuol fuor di caluggine.

Ell'è la cerbia, e io son una chiocciola;

ell'è il falcone, i' sono la testuggine.

Della matassa non ritruovo el bandolo:

però dipana tu, ch'i' farei scandolo.

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Tutti morimmo a stento

ingoiando l'ultima voce

tirando calci al vento

vedemmo sfumare la luce

L'urlo travolse il sole

l'aria divenne stretta

cristalli di parole

l'ultima bestemmia detta

Prima che fosse finita

ricordammo a chi vive ancora

che il prezzo fu la vita

per il male fatto in un'ora

Poi scivolammo nel gelo

di una morte senza abbandono

recitando l'antico credo

di chi muore senza perdono

Chi derise la nostra sconfitta

e l'estrema vergogna ed il modo

soffocato da identica stretta

impari a conoscere il nodo

Chi la terra ci sparse sull'ossa

e riprese tranquillo il cammino

giunga anch'egli stravolto alla fossa

con la nebbia del primo mattino

La donna che celò in un sorriso

il disagio di darci memoria

ritrovi ogni notte sul viso

un insulto del tempo e una scoria

Coltiviamo per tutti un rancore

che ha l'odore del sangue rappreso

ciò che allora chiamammo dolore

è soltanto un discorso sospeso

:ok:

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Non uccidete i miei cavalieri

avete già spento la luce delle loro spade

graffiato l'oro dei grandi mantelli

sepolto nella terra le loro guerre

Svaniti come miraggi

le dame di seta

i castelli di nebbia

le lance di sangue

Lasciate a me la loro salvezza

l'età dei sogni non muore.

(poesia scritta da mio cugino quando aveva 16 anni...io la trovo splendida)

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PassWL, sono felice che ti piaccia...anche io la trovo molto bella.

La risposta è: si possono postare lavori propri...certo!

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Sguardo intenso che rapisce,

soave carezza che l’animo risveglia.

Trattenga la mia mano il mio intrepido

cuore e la voce della sua passione.

Un abbraccio, un attimo troppo lungo,

timido contatto, flebile sussurro.

Un sì travolgente furto,lascia senza fiato.

Solo uno, un bacio rubato.

Bisogna avere in sé il caos per partorire una stella danzante!!!

Amo gli uomini che cadono, se non altro perché sono quelli che attraversano!

Il Blog di Bimbetta: elaborazione DSM V.

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- FORTUNA IMPERATRIX MUNDI - O Fortuna velut luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem egestatem, potestatem dissolvit ut glaciem. Sors immanis et inanis, rota tu volubilis, status malus, vana salus semper dissolubilis, obumbrata et velata michi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. Sors salutis et virtutis michi nunc contraria, est affectus et deffectus semper in angaria. Hac in hora sine mora corde pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem, mecum omnes plangite!
Wow! I Carmina Burana:). Lo svago, la satira e la "libertà d'espressione" di un tempo.

Di questo testo in particolare è straconosciuta la versione musicale di Orff. Strutturalmente semplice (come tutte le cose di genio) ma d'infallibile impatto.

da dove vengono i nomi delle note moderne?

Ecco qui:

Ut (per i francesi, ma è il nostro do) queant laxis,

Resonare fibris,

Mira gestorum,

Famuli tuorum,

Solve polluti,

Labii reatum,

Sancte Ioannes (SI)

interessante, no?

Sì, gran bella trovata di Guido d'Arezzo, oltre alla piena definizione del tetragramma ovviamente.

"In this place where time stands still it seems like everything is moving"

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