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Un po' di poesia


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Non so se è permesso, sono nuovo su questo blog, escludendo le parti "tecniche" dello stesso, ma se è possibile vorrei indicarvi il sito www.scheggedicristallo.com sul quale pubblico diversi artisti, magari può interessare a qualcuno il leggerlo o il pubblicarvi qualcosa...

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Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge.

A noi estranea, in noi e fuori,

precipita l’ora, e tutto in lei precipita.

Inutilmente l’anima lo piange.

A che serve? Che cos’è che deve servire?

Pallido abbozzo lieve

del sole d’inverno che sorride sul mio letto...

Vago sussurro breve.

Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia,

della futile promessa del giorno,

morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda

in cui l’anima confida.

F. Pessoa

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  • 4 settimane dopo...
Ospite Hiraoka Kimitake

Le scogliere profumano di sale

e di luce ventosa che si sposta

sui frangiflutti della voce inerte.

Sul bordo dell'abisso che discorre

lo spazio dei millenni resta vuoto

nonostante la gloria tra i guerrieri.

Ora non sei che polvere nel bosco,

scaglia rossa dei pini secolari

che gonfiano la terra di radici.

La zona più lontana dalla costa

prima che giunga sera vede il mare

sull'ultimo orizzonte dei bambù.

Minamoto no Yoriie (1182 - 1204)

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Ospite Hiraoka Kimitake

In letteratura – come in un cimitero:

gli uni giacciono, gli altri ancora scavano,

non piangere, dolente, sono lacrime al vento,

hai visto come seppelliscono i vivi?

Scavano le fosse a turno, tra di loro,

prima chi è molto vicino, poi chi sta lontano,

infine gli stranieri. E si affliggono

i vivi e contano, schioccando la lingua, i giorni.

Non è ancora deciso – nessuno sa,

a chi assegnare la prima pala.

Ma quel che conta – è scavare sino alla fine,

e poi vedere come gli occhi si spengono.

In letteratura – come in un cimitero,

in un cimitero – come in un bazar,

e in un bazar – chi è scaltro

e ospitale cuoce la kasa.

A chi serve – una voragine e non meno.

A chi serve – una piccola fossa appena,

ma questo è quel che è stato fatto sino ad ora,

seppellire quel che non si capisce.

In letteratura – come in un cimitero

a notte fonda. Qualcosa nell’oscurità si distingue.

Solo lettere fosforescenti in vista.

Calpestale. Calpestale. Spera.

Vasyl’ Stus

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Testo: anonimo del XVI secolo

Voglio gir chiamando morte

che me traza for de pene.

Poi che m’ha tolto el mio bene

la mia iniqua e crudel sorte

E restar sì voglio mai

giorni e notte de cercare

ne de pianger de me guai

che la voglio ritrovare

e de vita farmi trare

per stentar non più sì forte

Voglio gir chiamando morte

che me traza for de pene.

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WALT WHITMAN

Continuità

Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,

Nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del

mondo.

Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;

L'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato

confonderti il cervello.

Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura.

Il corpo, lento, freddo, vecchio - cenere e brace dei

fuochi d'un tempo,

La luce velata degli occhi tornerà a splendere al

momento giusto;

Il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e

meriggi;

Alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della

primavera,

Con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

Ecco...perfetta...ecco la cura.

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  • 2 settimane dopo...

La casa dei doganieri

Tu non ricordi la casa dei doganieri

sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:

desolata t'attende dalla sera

in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri

e vi sostò irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura

e il suono del tuo riso non è più lieto:

la bussola va impazzita all'avventura

e il calcolo dei dadi più non torna.

Tu non ricordi; altro tempo frastorna

la tua memoria; un filo s'addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana

la casa e in cima al tetto la banderuola

affumicata gira senza pietà.

Ne tengo un capo; ma tu resti sola

né qui respiri nell'oscurità.

Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende

rara la luce della petroliera!

Il varco è qui? (Ripullula il frangente

ancora sulla balza che scoscende...)

Tu non ricordi la casa di questa

mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

stupenda :ghghgh:

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Il Faro

Spera anche te in quel Faro

che svogliato dalla scogliera scende

e immerso nell’armonia della sera

ti indica la via col suo dito lucente.

E’ pulsante speranza

per qualche naviglio medio orientale

per un porto franco e sicuro,

riposo del naufrago d’oltremare.

E nella sua pace il Faro osserva

l’orizzonte lontano e effimero

dove le distese dei blu si mischiano

in un colore sempre più sbiadito.

Rassegnato a questo isolamento

si contenta delle melodie dei flutti,

quando soavi carezzano la battigia

nell’abbracciarsi di flussi e riflussi.

Velata da un manto di foschia,

la luna, la dolce tenebra rischiara

come una speranza della vita

che appare fievole e troppo lontana.

Una luna che plasma un mondo

popolato da false ombre,

speranze spettrali che fluttuano

tra i riflessi delle onde.

Tra le bocche d’acqua salata

il vento ci sputa, negli ombrinali,

d’un peschereccio alla deriva

soppresso dalla fatica del mare.

Ormai ha perso la voglia

di affrontare un altro incavo d’onda,

si dispera, si angoscia nel bramare,

una baia calma o qualche sponda.

E in fondo anche noi cosa siamo

se non una barchetta che va alla deriva?

e che costretti dalla corrente del vivere

affrontiamo il mare mosso della vita?

Ci affanniamo nella ricerca

di quel Faro che ci indichi gli scogli,

lame aguzze, false speranze,

che si celano nel buio della notte.

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  • 4 settimane dopo...

eccola.....l'ho trovata....

Dense di celidonie e di spineti

le rocce mi si drizzano davanti

come uno strano popolo d'atleti

pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti

selvaggi e gli oleandri fluttuanti,

verde plebe di nani; giù pei greti

van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, eguale. A l'umidore

della pioggia un'acredine di effluvi

aspra esalano i timi e le mortelle.

Ne la conca verdissima un pastore

come fauno di bronzo, erto su'l calcare,

guarda immobile, avvolto in una pelle.

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  • 1 mese dopo...

Io son quel doloroso e tristo amante

che vo spargendo alle tue mure mie querelle.

Io son, madonna, quel tristo e costante

che a te m'ederno, in preda a le mie stelle.

Io son colui che tante voce ho spante

intorno alle tue mure e pur me sei crudelle.

Habbi pietà, ahimè! I' sento una voce

che dice: "la tua fe' troppo te noce".

Andrea Antico da Montona

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eccola.....l'ho trovata....

Dense di celidonie e di spineti

le rocce mi si drizzano davanti

come uno strano popolo d'atleti

pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti

selvaggi e gli oleandri fluttuanti,

verde plebe di nani; giù pei greti

van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, eguale. A l'umidore

della pioggia un'acredine di effluvi

aspra esalano i timi e le mortelle.

Ne la conca verdissima un pastore

come fauno di bronzo, erto su'l calcare,

guarda immobile, avvolto in una pelle.

:ciao:

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Adoro le poesie e ne dedico una a tutti voi che amate le poesie!!

E' di un grande poeta:Pablo Neruda.

IL TUO SORRISO

Toglimi il pane, se vuoi,

toglimi l' aria, ma

non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,

la lancia che sgrani,

l'acqua che d' improvviso

scoppia nella tua gioia,

la repentina onda

d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno

con gli occhi stanchi,

a volte, d' aver visto

la terra che non cambia,

ma entrando il tuo sorriso

sale al cielo cercandomi

ed apre per me tutte

le porte della vita.

Amore mio, nell' ora

più oscura sgrana

il tuo sorriso, e se d' improvviso

vedi che il mio sangue macchina

le pietre della strada,

ridi, perché il tuo riso

sarà per le mie mani

come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,

il tuo riso deve innalzare

la sua cascata di spuma,

e in primavera, amore,

voglio il tuo riso come

il fiore che attendevo,

il fiore azzurro, la rosa

della mia patria sonora.

Riditela della notte,

del giorno, delle strade

contorte dell'isola,

riditela di questo rozzo

ragazzo che ti ama,

ma quando apro gli occhi

e quando li richiudo,

quando i miei passi vanno,

quando tornano i miei passi,

negami il pane, l'aria,

la luce, la primavera,

ma il tuo sorriso mai,

perché io ne morrei.

Pablo Neruda

----

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Una poesia al giorno:questa è di Prèvert:

Fiesta E i bicchieri eran vuotie la bottiglia infrantaE il letto spalancatoe l'uscio era sprangatoE tutte le stelle di vetrodella felicità e della bellezzalucevano nella polveredella stanza mal spazzataEd ero ubriaco mortoed ero fuoco di gioiaed eri ebbra viventenuda tra le mie braccia.

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Una poesia al giorno questa è di Prèvert:

Fiesta

E i bicchieri eran vuoti

e la bottiglia infranta

E il letto spalancato

e l'uscio era sprangato

E tutte le stelle di vetro

della felicità e della bellezza

lucevano nella polvere

della stanza mal spazzata

Ed ero ubriaco mortoed

ero fuoco di gioia

ed eri ebbra vivente

nuda tra le mie braccia.

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Poesia di Emily Dickinson:

Ho un Uccello in primavera

Che per me sola canta -

La primavera ammalia.

E quando l'estate s'avvicina -

E quando la Rosa appare,

Il pettirosso se n'è andato.Ma non me ne rattristo

Sapendo che l'Uccello mio

Pur se volato via -

Impara al di là del mare

Nuove melodie per me

E tornerà.

Sicuri in una più salda mano

Custoditi in una più fidata Terra

Sono i miei -

Ed anche se adesso vanno via,

Dico al mio cuore in ansia

Essi sono tuoi.

In più sereno Splendore,

In più dorata luce

Vedo

Ogni piccolo dubbio e paura,

Ogni piccola discordia di quaggiù

Sparita.

Dunque non mi rattristerò,

Sapendo che l'Uccello mio

Pur se volato via

Da un albero lontano

Splendenti melodie per me

Invierà.

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WOW!!!! che magnifico thread!!

mentre lo leggo con calma vi posto il testo di una canzone, e una traduzione fatta da me in modo abbastanza libero:

When youre weary, feeling small,

When tears are in your eyes, I will dry them all;

Im on your side. when times get rough

And friends just cant be found,

Like a bridge over troubled water

I will lay me down.

Like a bridge over troubled water

I will lay me down.

When youre down and out,

When youre on the street,

When evening falls so hard

I will comfort you.

Ill take your part.

When darkness comes

And pains is all around,

Like a bridge over troubled water

I will lay me down.

Like a bridge over troubled water

I will lay me down.

Sail on silvergirl,

Sail on by.

Your time has come to shine.

All your dreams are on their way.

See how they shine.

If you need a friend

Im sailing right behind.

Like a bridge over troubled water

I will ease your mind.

Like a bridge over troubled water

I will ease your mind.

e la traduzione:

Quando sei stanca e ti senti piccola…

quando i tuoi occhi sono coperti di lacrime

Io le asciugherò tutte.

Io sono dalla tua parte.

Quando i tempi si fanno duri

e gli amici non si riescono a trovare,

come un ponte sopra acque agitate

io mi porrò per te.

Quando ti senti giù, spenta, estranea,

quando hai molti progetti da realizzare,

quando la notte scende troppo duramente,

e il dolore circonda tutto,

come un ponte sopra acque agitate

Io mi porrò per te.

Naviga, ragazza d’argento

naviga al largo.

I tuoi giorni iniziano ad essere sereni.

Tutti i tuoi sogni sono ora in viaggio.

Se hai bisogno di un amico

Io sono alla tua destra, accanto a te.

Come un ponte sopra acque agitate

cullerò la tua mente.

Simon and Garfunkel, Bridge over troubled water

:mhh::ciao:

"The best way to predict future, is to invent it" C. Alan Kay

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X Agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l’aria tranquilla

arde e cade, perché sì gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto

l'uccisero: cadde tra spini:

ella aveva nel becco un insetto:

la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là come in croce ,che tende

quel verme a quel cielo lontano

e il suo nido è nell’ombra, che attende,

che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:

ll'uccisero:disse:Perdono;

e restò negli aperti occhi un grido

portava due bambole in dono...

Ora là,nella casa romita,

llo aspettano,aspettano in vano

egli immobile, attonito,addita

le bambole al cielo lontano

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi

sereni, infinito, immortale,

Oh!d'un pianto di stelle lo inondi

quest'atomo opaco del Male

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Per me il cantautore che fa poesia oltre a De Andrè è sicuramente Francesco Guccini!

potrei citarne mille di brani suoi...

comincio con questo:

...

Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,

solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:

per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori

e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !

L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,

anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,

ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa

il nemico si fà d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...

(don chisciotte - F. Guccini)

Non posso che quotarti

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PREGHIERA

"Dammi il supremo coraggio dell'amore,

questa è la mia preghiera,

coraggio di parlare,

di agire, di soffrire,

di lasciare tutte le cose, o di essere

lasciato solo.

Temperami con incarichi rischiosi,

onorami con il dolore,

e aiutami ad alzarmi ogni volta che

cadrò.

Dammi la suprema certezza nell'amore,

e dell'amore,

questa è la mia preghiera,

la certezza che appartiene alla vita

nella morte, alla vittoria nella sconfitta,

alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,

a quella dignità nel dolore, che accetta

l'offesa, ma disdegna di ripagarla

con l'offesa.

Dammi la forza di Amare sempre e ad

ogni costo."

.:K.Gibran:.

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MacGiov: che bella!

"Dense di celidonie e di spineti

le rocce mi si drizzano davanti

come uno strano popolo d'atleti

pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti

selvaggi e gli oleandri fluttuanti,

verde plebe di nani; giù pei greti

van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, eguale. A l'umidore

della pioggia un'acredine di effluvi

aspra esalano i timi e le mortelle.

Ne la conca verdissima un pastore

come fauno di bronzo, erto su'l calcare,

guarda immobile, avvolto in una pelle."

Grazie per aver postato e rimesso in evidenza questa meraviglia...e grazie anche a tutti gli altri!

:ghghgh:

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Herman HesseFuga di giovinezza

La stanca estate china il capo

specchia nell' acqua il suo biondo volto.

Erro stanco e impolverato

nell' ombra del viale.

Tra i pioppi soffia una leggera

brezza. Il cielo alle mie spalle e' rosso

di fronte l' ansia della sera

- e il tramonto - e la morte.

E vado stanco e impolverato

e dietro a me resta esitante

la giovinezza, china il capo

e non vuole più seguire la strada con me. gs13floater.gif

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Federico Garcia Lorca - Alba

Il mio cuore oppresso

con l'alba avverte

il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze.

La luce dell'aurora porta

rimpianti a non finire

e tristezza senza occhi

del midollo dell'anima.

Il sepolcro della notte

distende il nero velo

per nascondere col giorno

l'immensa sommità stellata.

Che farò in questi campi

cogliendo nidi e rami,

circondato dall'aurora

e con un'anima carica di notte!

Che farò se con le chiare luci

i tuoi occhi sono morti

e la mia carne non sentirà

il calore dei tuoi sguardi!

Perchè per sempre ti ho perduta

in quella chiara sera?

Oggi il mio petto è arido

come una stella spenta

Odio la psicosi da Iphone

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eccola.....l'ho trovata....

Dense di celidonie e di spineti

le rocce mi si drizzano davanti

come uno strano popolo d'atleti

pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti

selvaggi e gli oleandri fluttuanti,

verde plebe di nani; giù pei greti

van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, eguale. A l'umidore

della pioggia un'acredine di effluvi

aspra esalano i timi e le mortelle.

Ne la conca verdissima un pastore

come fauno di bronzo, erto su'l calcare,

guarda immobile, avvolto in una pelle.

Mi hai pietrificato. È bellissima.

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WOW!!!! che magnifico thread!!

mentre lo leggo con calma vi posto il testo di una canzone, e una traduzione fatta da me in modo abbastanza libero

Benvenuto...goditi la lettura! Grazie a te e ad AngeloDaisy per il contributo! :love:

Mi hai pietrificato. È bellissima.

iQuote

Ivan Graziani

"Tu mi porterai, donna della terra, le montagne incantate

nel cobalto del cielo e in un istante vecchio e bambino sarò.

La malva e l’uva acerba colorano i tuoi occhi che dolci ma in agguato

come tigri sul fiume mi aprono l’anima regalandomi pace nel cuore.

E ogni istante della mia fanciullezza risuona nella mia mente

come un accordo di ottoni nel vento.

E i tuoi fianchi sono i giardini carezzati dal vento

e le tue labbra i tramonti infuocati chiusi nel cerchio del tempo

e la tua mano sulla mia pelle brucia come il sole di luglio

e i tuoi capelli gabbiani in volo in lente parabole aperte.

E ogni istante del mio essere uomo risuona nella mia mente

come un accordo di ottoni nel vento."

:D

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eccola.....l'ho trovata....

Dense di celidonie e di spineti

le rocce mi si drizzano davanti

come uno strano popolo d'atleti

pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti

selvaggi e gli oleandri fluttuanti,

verde plebe di nani; giù pei greti

van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, eguale. A l'umidore

della pioggia un'acredine di effluvi

aspra esalano i timi e le mortelle.

Ne la conca verdissima un pastore

come fauno di bronzo, erto su'l calcare,

guarda immobile, avvolto in una pelle.

E' vero è bellissima e molto intensa!!

Grazie Macgiov!!:love:

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Ospite iNtro

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni

giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non

rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su

bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno

sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti

all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul

lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un

sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai

consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi

non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente

chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i

giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non

fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli

chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di

respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida

felicità.

(P. Neruda)

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Ospite i-nconsapevole

>> giovedì, 14 agosto 2008 >>

Dal fondo della gabbia, dove non c'è luce, sento i vostri passi.

Più tardi stringerò le sbarre, col respiro metallico, per sanguinare il mio veleno.

Fuori la finestra è pieno di colori che domani saranno diversi,

e la notte appena trascorsa mi sarà valsa un gran mal di testa.

Una notte che duri abbastanza per prendere a calci la parete e guardarla franare.

Intonaco di sogni fragili, polvere di piani su piani dritti al cielo. Uno qualsiasi.

Archivio di nuvole e desideri.

Sarò sveglio e pieno di dolori e pensieri che non contano un cazzo di niente,

meccanismi e doppifondi che s'inceppano.

Fanculo.

Eppure ieri era un giorno semplice.

Oggi si riparte,

e sul panorama della mia anima batte lo stesso sole da mesi.

Immobile e finto, come carta da parati che non scolora.

Banconote stese all'aria per cancellare lo spreco,

un foglio bianco davanti agli occhi e una penna con cui decidere il destino dell'Uomo:

è un potere troppo grande nelle mani di chi crede di esser cieco fin dalla nascita.

E disegnerà sulla carta due occhi felici.

Azzurri e verdi, da dimenticare di vivere per guardarli ancora.

Perché in quegli occhi c'è tutto il tempo che ho perso,

tutta la verità che non conosco.

Il castigo di amarti più di me stesso.

Amare al di fuori di me.

So che sarò inappetente, che farò una doccia prima di gettarmi in strada.

Camminerò tra i ricordi. Che ti appartengono. Che ti riportano qui.

Qui, qui, qui.

Ai nostri momenti.

E avrò paura di vederli smettere di vivere ancora una volta,

perché c'è bisogno di due persone per tenerli in vita,

per farli sopravvivere alla cattiveria dei tempi.

Chi mi terrà la mano?

La cosa che più mi spaventa è perdermi in quei ricordi,

di sentirli soltanto miei.

Quella è la solitudine. L'unica.

I chilometri significano poco,

e la linea degli errori che ci voleva separati, quando eravamo troppo vicini,

adesso si ispessisce in una diretta sintonia di voglie,

di due corpi che si sfiorano e si dicono ti amo.

Io. Ti. Amo.

Io.

Vorrei smettere di essere corpo

e sciogliermi nell'aria, come ossigeno,

come niente.

Vi siete chiusi fuori.

Sbarre.

Sei il mio antidoto.

Veleno.

Vorrei dirti

Vorrei dirti

www.inconsapevole.splinder.com

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