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c'est la vie


ivanne21

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ragazzi miei questa crisi ormai non ci da tregua, proprio oggi mi sono messo a pensare a quella povera gente che non riesce ad arrivare a fine mese perché questa nazione di mer_ _ non riesce a darci lavoro, soldi e giustizia

certe volte penso proprio di essere nato nel momento vagliato e nel posto sbagliato

voi che ne pensate

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Non sono per il fatalismo.

La crisi c'è ed esiste, ma sta all'individuo darsi da fare.

Quando si dice "non c'è lavoro" bisogna essere chiari ed onesti. Significa "Non mi offrono un lavoro da 1500, 2000, 5000 euro?" o "io farei anche l'operatore ecologico o l'operaio pur di avere una busta paga...". Per gran parte delle persone vale di più il primo ragionamento, detto in maniera totalmente senza critica, solo che prendendo coscienza dei propri obiettivi bisogna aspettarsi determinate tempistiche (ed ovviamente essere onesti riguardo al proprio curriculum).

L'Italia non offre molto purtroppo, soprattutto ai giovani - anni e anni sui libri per poi prendere pesci in faccia per altri due o tre anni -, ma non facciamo noi le regole, abbiamo solo due scelte: o ti rimbocchi le maniche e ti dai da fare qui o lo fai all'estero (dove non penso che siano in trepida attesa di dare un lavoro ottimamente retribuito al primo italiano che va là).

"Non cercare una pace che dia una vittoria parziale, ma una vittoria che dia la pace definitiva"

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Io mi sono trovato a non poter finire l'università a 21 anni per la morte improvvisa di mio padre (incidente stradale).

Il primo lavoro è stato vendere enciclopedie porta a porta. Il secondo come lavacani.

Adesso sono un producer indipendente e discretamente affermato. Non arrendersi mai! Studiare sempre! :)

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Più che la crisi contingente, la cosa che mi terrorizza è che l'Italia ci sta rubando il futuro.

Riassumendo molto brutalmente qualche concetto di macroeconomia, la crescita di lungo periodo si ottiene con accumulazione di capitale (e qui ci siamo) lavoro (qui la forza lavoro si riduce per questioni demografiche) ma soprattutto con la produttività marginale dei fattori, ovvero investimenti in infrastrutture e formazione.

L'italia sta abbandonando tutto quello che è formazione e gli investimenti in infrastrutture sono limitati dal fatto che il 30% va nell'infrastruttura vera e propria e il 70% nelle tasche di chi riesce a mettere le mani sui soldi.

Tra 10 o 20 anni quando probabilmente avremo finito di vendere ai cinesi i nostri musei, monumenti e spiagge, probabilmente saremo una mega-stazione balneare per chi ha saputo investire nella vera crescita.

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