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Signori e Signore: Prostitute in crisi a causa delle studentesse!


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penso che durante questa discussione se ne sia parlato più volte di quella che potrebbe esser l'utilità della legalizzazione, almeno a livello teorico: tasse, più sicurezza e garanzie per chi esercita, diminuzione dei crimini legati alla prostituzione. 

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penso che durante questa discussione se ne sia parlato più volte di quella che potrebbe esser l'utilità della legalizzazione, almeno a livello teorico: tasse, più sicurezza e garanzie per chi esercita, diminuzione dei crimini legati alla prostituzione. 

 

Forse sarò eccessivamente laico e questo in Italia sembra sempre un comportamento "estremista".

Per altro io appartengo alla generazione ed alla minoranza che presentò Cicciolina alle elezioni.

 

A mio parere operatrici ed operatori del sesso hanno bisogno che venga loro riconosciuta non solo legalità, ma anche dignità e relativo rispetto. Ed è un bisogno che credo abbia anche la società, ma questo è un boccone amarissimo che qualcuno non digerirà mai. Come diceva Mao, preso in senso lato, «i vecchi devono solo morire». Attendo quella "almeno politica" di Giovanardi e "dei giovanardi".

 

Quindi in conseguenza del principio "No taxation without representation" credo che se passasse la "professionalizzazione" di prostitute/i e trans tutti coloro che hanno nel profondo dell'animo una cultura clericale e supponente nei confronti dei "diversi da sé" non sarebbero solo scandalizzati, ma si sentirebbero proprio frustrati dalla possibilità che persone che considerano inferiori si possano accreditare socialmente per uno status economico elevato e quindi verrebbero anche a trovarsi in condizione, oltre che in diritto, di ambire a ruoli sociali anche elevati. ORRRROREEEE...

Un geloso introverso schivo ed abbottonato ... in libera uscita :-o                                   Backup SEMPRE!!!

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personalmente non credo che chi pratica questo mestiere sia inferiore..sono scelte, c'è chi lo fa spinto solo dalle necessità, chi magari riesce a considerarlo solo un lavoro con molta freddezza. Credo che quasi nessuno di noi sarebbe disposto a farlo, per quanto possa sembrare una via facile per far soldi, anche se diventasse legale (forse proprio per quel fondo di cultura clericale che non manca a nessuno, son cose ben radicate in tutti noi e non sono dovute solo ed esclusivamente alla religione ma alla nostra cultura in generale). 

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1. Mi pare solo un pretesto per tassare qualcuno;

2. Non vedo come possa essere professionalizzante, come diceva nikapple è paragonabile al magazziniere, che forse ha più possibilità di carriera;

3. Uno stato che prende una percentuale sulla prostituzione è un pappone; non che oggi sia meno col mercato del lavoro e coi monopoli che gestisce, ma ho la presunzione di credere che se deve esserci un moto sia di stampo migliorativo, non peggiorativo.

4. Non credo vi sia alcuna forma di inquadramento economico, previdenziale, sanitario, culturale, tantomeno rappresentativamente politico: la prostituzione resterà tale e così chi la esercita, vedasi il mercato del porno e degli attori ad esso correlati.

5. Distinguo operatori/ici sessuali in ambito clinico dal puro intrattenimento che, tra l'altro, sarebbe tranquillamente inquadrabile nelle mansioni di altre categorie (ovvero come specializzazione se vogliamo, ma non come professione a sè stante).

Devo dire che sull'argomento sono aperto ad opzioni migliorative, tutto purché non si tratti di sola imposizione fiscale.

La distinzione tra prestazione sanitaria (sacrosanta) e "intrattenimento" (sarebbe meglio "Altro") è la stessa che c'è oggi nell'ambito delle politiche sociali riguardo i Sert, metadone e via dicendo: lo Stato può e deve occuparsi di casi in cui una domanda, spesso in mano al crimine, va gestita ufficialmente, ma non può farsi promotore di sfruttamento.

Per fare un parallelo le concessionarie del gioco d'azzardo sono legittime, le proposte di stampo statale atte solo a prelevare pecunia nelle tasche di persone malate no.

 

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bhe scusa ma una o uno che fa quel "lavoro" deve pagare le tasse! anche loro sono utilizzatori di servizi no? e i servizi di creano e si mantengono con le tasse.

 

le tasse pagano gli ospedali, i medici, le infermiere, le garze, le siringhe, ecc ecc ... troppo "comodo" vivere a sbafo. paesi arretrati come Olanda, Svizzera, Belgio, Germania tassano questa categoria di ... lavoratori.

 La supposizione è la madre di tutte le cazzate.

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1) mi sembra che qui siamo andati ben oltre il discorso della tassazione..

2) non mi sembra che stai evidenziando chissà quali differenze da un magazziniere, un raccoglitore di frutta o un operatore ecologico alias spazzino

3) stai continuando a considerare il lato criminale della faccenda..appunto..lo stato gestisce già alcool e sigarette..almeno il sesso non manda all'ospedale nessuno, di solito

4) certo finchè non la si legalizza sarà difficilissimo vedere questi cambiamenti..se li si rifiuta così a priori con questi discorsi, è impossibile

5) questo è senz'altro un fatto di cui si può parlare, accettabilissimo, non fosse che probabilmente in italia chi prende una laurea in psicologia difficilmente pensa di andare a far certe pratiche sui diversamente abili

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La legalizzazione porterebbe sicuramente un aumento dei clienti. Come per la marijuana. Ma non tale da "sconsigliarla".... legalizzare un mercato gia sviluppato è un modo di tassare un economia florida che campa al nero e ci sta bene secondo me.

 

La mia idea sul problema fiscale italiano è che il prblema è proprio all'origine, la legge prevede modi legali per non pagare le tasse, e chi non ha accesso a questi sotterfugi deve pagare per tutti. Dimezzando le tasse, raddoppiando le sanzioni e quadruplicando i controlli (sopratutto obbligando TUTTI a pagarle, stile USA/svizzera e vari paesi civili) si raggiungerebbe un risultato migliore.

 

Sovratassare sigarette, gioco d'azzardo benzina e superalcolici è più pratico che regolamntare la prostutizione e droga, perche evita il polverone etico che si creerebbe.

 

La professione di prostutiuta esiste, quindi non è difficile imitare, se uno volesse farlo. Meglio 100 prostitute illegali (50 volontarie e 50 costrette) o 200 prostitute legali (175 volontarie e 25 costrette) ? certo legalizzando la malavita non sparirebbe... ma sarebbe molto piu facile da combattere.

i miei viaggi in moto: http://www.facebook.com/InMotoconVale

 

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Vorrei inoltre ricordare che nei civilissimi paesi dove vendere la madre a pezzi è emancipazione, il welfare state non ha nulla a che vedere con il termine civile.

In questo paese delle banane l'accesso alle cure è universale, con livelli a volte inaccettabili, ma offerto a tutti, nei civilissimi paesi se non hai un'assicurazione o dei beni da ipotecare puoi civilmente crepare dove stai.

La differenza, sottile ma anche no, è tutta qua: dove ogni commercio è legittimo tutto è permesso, dove i commerci vengono gestiti (spesso male) da un'istituzione che ha comunque la pretesa di ergersi sopra il cittadino, no.

 

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Una precisazione sulla differenza fra tassazione i contributi nei paesi di cultura anglosassone rispetto a quelli di cultura "socialisteggiante".

 

Un lavoratore negli USA (per esempio) non ha un istituto come l'INPS, o altro, che preleva persino direttamente dalla busta paga un'aliquota molto consistente dello stipendio ed uno erario che usa i datori di lavoro come esattori e con l'istituto del sostituto d'imposta preleva all'origine (0 ritardo) la quasi totalità delle tasse dovute sul reddito. Questo fa si che dal lato previdenziale (e sanitario) l'individuo sia libero di scegliere e gestire tempi e modi del suo accantonamento di risorse per la propria salute e la propria vecchiaia.

Questo fatto a 2 aspetti positivi che non vengono quasi mai evidenziati dai commentatori "socialistizzanti" europei.

Prima cosa i denari gestiti in proprio possono essere utilizzati in età giovanile per costruirsi più facilmente un'attività in proprio, o comunque per soddisfare esigenze primarie come la casa e la famiglia, e solo poi in età matura possono essere destinati in quantità più corposa per la salute e la vecchiaia.

Secondo aspetto è che i denari investiti in assicurazioni, o altro a discrezione della libertà dell'individuo, ESISTONO, cioè costituiscono quegli enormi fondi pensione o capitali delle assicurazioni o investimenti privati che agiscono sul mercato e possono contribuire fattivamente all'economia del paese cui fanno  capo.

 

Un lavoratore in Italia (sempre per esempio) viene privato per legge della gestione di circa il 50% del proprio stipendio sin dal 27 del mese. Quel che avrà in cambio dipenderà esclusivamente dalle decisioni della classe politica che potrebbe essere sempre di tipo avverso a quella che il lavoratore vorrebbe. Il denaro prelevato sostanzialmente NON ESISTE MAI perché è una partita di giro che immediatamente paga le pensioni ed il castello di istituzioni centralizzate e in monopolio normativo pubblico. Addirittura i contributi di larghe fette dei dipendenti statali sono addirittura di tipo "figurativo" e sono solo delle scritture contabili che, nel normale libero mercato, si chiamerebbero più onestamente "cambiali".

 

In questa situazione considerare un pregio vivere in una nazione regolata da un sistema (pensionistico ed altro) detto "a ripartizione" come quello italiano è una manifestazione d'ignoranza o di demenza.

 

Il vituperato sistema "a capitalizzazione" funziona infinitamente meglio per qualsiasi cittadino che cresce e matura come libero individuo e non campa "a balia" dello stato per tutta la vita. Inoltre funziona infinitamente meglio per il posizionamento socioeconomico della nazione che lo utilizza.

 

Questo giustifica anche il mio utilizzo ripetuto del termine "socialisteggiante". Infatti se aggettivando con socialista s'intende indicare un valore che va in ultima analisi a beneficio dei cittadini, e particolarmente i più deboli, allora mi pare ovvio che quel che si chiama in modi vari, a secondo dell'ideologia di riferimento, sia stato sociale che economia sociale di mercato che solidarismo ecc. è solo fumo negli occhi che una casta di irresponsabili gestori del bene pubblico, ma abili gestori degli interessi privati, usa da decenni per continuare a mantenere a livello di sudditi coloro che non hanno potere. Questo lo fa gestendo molto più i privilegi che i diritti come qui da noi è di un'evidenza abbagliante.

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Ti dimentichi di dire che nei paesi capitalisti e in tutti quelli che si stanno forzatamente anglofonizzando, Italia inclusa, spesso e volentieri i soldi che non finiscono nelle casse dello stato (che in Italia sono troppi, non legittimati e mal gestiti) finiscono nelle casse di privati sotto forma di prodotti finanziari e assicurativi il cui unico scopo è portare a crisi cicliche come quella che stiamo vivendo, noi, per appecorinarci sempre a quel modo di vedere il mondo, loro.

O si vuol credere che i subprime siano figli di un'economia socialisteggiante?

Importa il modello anglofono in paesi con istituzioni di stampo socialiste e vedi collassare tutta quella fascia di popolazione che di quel socialismo vive.

In Italia si parla di persone dai 50 anni in sù, specie quelle che non riescono a riqualificarsi.

Sono, appena appena accennate, le politiche che han cercato di applicare quei poveri disgraziati di Monti e compagnia.

Non so se hai notato come sono stati accolti.

Chi si fa carico di quella fascia sociale in caso di anglofonizzazione forzata, il tanto idolatrato mercato?

Obama per aver cercato d'introdurre un minimo di welfare state per i disagiati è stato trattato come un commie in epoca maccartiana, con lobbies assicurative e finanziarie pronte a far espoldere il debito pur di fargli uno sgambetto.

Ma soprattutto, esistendo su questo pianeta già inglesi e americani con quel sistema, che utilità abbiamo ad importare tutte le loro cojonate senza importarne i benefici?

Non mi pare che gli anglofoni abbiano fatto loro nulla delle culture che hanno invaso, nessuna esclusa, mentre la loro dilaga come un morbo dal polo nord al sud, da est a ovest annichilendo culture riprovevoli come culture ben più elevate della loro.

Il modus vivendi anglofono è semplice: vendi e vivi. Se non hai da vendere muori. Infatti le disparità sociali interne ed esterne a chi ha importato questa teoria sono impressionanti: ricchissimi e poverissimi, la classe media che sopravvive lo fa solo grazie a strutture socialisteggianti.

Questo è un modello di sviluppo serio o una presa per i fondelli fatta e finita?

 

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posto un articolo che può esser interessante per valutare cosa succede in altri paesi

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/germania-prostitute-inferno-nei-bordelli-1601367/

 

Non ho letto tutto l'articolo, ma sin dall'inizio mi pare evidente che la formula che in Italia era praticata in epoca fascista sostituisce al pappone privato il pappone sociale pubblico.

 

Una cosa è uno "stabilimento" in cui manovalanza (si fa per dire) sfruttata presta opera a prezzi e salari imposti con una visione centralista e statalista. Tutt'altra cosa è la libera professione di soggetti autonomi che gestiscono il proprio corpo, il proprio tempo e le proprie prestazioni e tariffe secondo libertà individuale e totale indipendenza.

 

Al solito: o non si capisce ... o non si vuol capire.

 

In generale non è che perché non funziona una prima soluzione (bacata in nuce) si deve smettere di tentare di cambiare il reale. Solo i conservatori, di destra cento o sinistra che sia, non volendo cambiar mai nulla aggrediscono ogni ipotesi e demonizzano ogni tentativo enfatizzando gli esiti negativi.

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Se avessi letto l'articolo per intero e avessi lasciato le questioni pecuniarie tanto care (il liberalismo tanto decantato che usa come comoda scorciatoia il liberismo) avresti letto dell'approccio svedese che colpisce i clienti e legittima la donna come portatrice di diritti tali e quali all'uomo.

La libera professione è lecita quando è tale.

 

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Sì infatti volevo portare l'attenzione 1) sulla formula tedesca non molto vincente a quanto pare 2) sull'eventuale modello nordico che ha un approccio interessante

Detto questo volevo solo fornire nuovi spunti..il modo migliore mi sembra prendere in considerazione le leggi nei paesi a noi vicini

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Uno ha il tempo che ha e sia il titolo che metà articolo non autorizzavano a pensare che il prosieguo prendesse altro in esame che non fosse lo sfruttamento statale concesso come privilegio in gestione a privati "rispondenti" a requisiti statalmente decisi.

I titoli a volte attraggono lettori ed a volte li respingono.

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Riguardo all'articolo proposto (questo -> http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/germania-prostitute-inferno-nei-bordelli-1601367/), ho trovato molto interessanti anche alcuni commenti sotto, tipo quelli dell'utente Flavio Zabini, che tra le altre cose crive anche come la prostituzione vada legalizzata perché - in sintesi - "le donne se la tirano troppo", quindi meglio avere un preziario stabilito, che sicuramente è più basso del costo di cene e regalini :ghghgh:

Vi incoraggio a dare una letta a quei commenti anche per avere una esperienza di lettura che lascia a bocca aperta: scrive in un modo veramente… indefinibile :facepalm:

 

Tornando al nocciolo, l'articolo in pratica vuole confrontare l'approccio tedesco ("stato-magnaccia") con l'approccio svedese (proibizionistico, ma con la specifica che non è vietato prostituirsi, quanto l'usufruire delle prostitute). L'impressione che si ha leggendo la situazione tedesca è che si sia realizzata la preoccupazione di Xand: lo stato vuole legalizzare la prostituzione in modo da poter migliore la situazione delle prostitute (e intanto guadagnarci), poi però adesso che la situazione non solo non è migliorata ma è anzi peggiorata, se ne frega, perché tanto i suoi 14 miliardi e rotte all'anno se li intasca. E' scritto più volte che i politici tedeschi non valutano come questione attualmente importante quella del traffico umano.

Se fossi tedesco non so se sarei orgoglioso di questo comportamento da parte del mio governo. Anzi, lo so.

 

 

Ci sono anche altri spunti interessanti in mezzo, come la frase di Pierrette Pape, portavoce della EWL (European Women’s Lobby): «Oggi in Svezia un ragazzino cresce in una realtà in cui l’acquisto di sesso è un crimine. Un ragazzino in Olanda cresce con la consapevolezza che le donne sono in vetrina e possono essere ordinate come merce prodotta in serie.»

 

Questo mi fa chiedere: ma non ci sono anche dei "prostituti" uomini in vetrina? Teoricamente nella completa parità dei sessi dovrebbero esserci sia uomini che donne da entrambe i lati, sia come prostituti che come usufruitori. Oppure la parità dei sessi in questo caso non vale? (ovviamente è una provocazione)

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Letti anch'io stamane, oltre a scrivere papiri sono davvero impressionanti. :rofl:

Più che altro la regolamentazione tedesca aveva come fine primo ed ultimo l'intascare la grana, anche se coperto da parabole umanitarie e di buon costume.

Non so se avete letto delle prostitute che a Bonn devono prendere il biglietto come le auto parcheggiate ogni sera.

Poi ditemi quale cervello all'ammasso vi ricordano questi sensibili luminari dello stato sociale e della condizione femminile, a me gli adoratori del sole delle alpi bevitori di ampolle. :rolleyes:

 

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in Olanda di giorno trovi I trans nelle vetrine Silverio :)

xande è giusto che paghino la piazzola come al mercato, anzi le grasse le farei pagare di più stile Ryan air:) ps avete scritto troppo oggi e non riesco a leggere tutto, quindi ho sparato due stronzate e mi dileguo :) comunque il modello da seguire sono le case chiuse che già c erano secondo me

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La prostituzione maschile esiste... è meno diffusa per il semplice motivo per cui anche la piu cessa-boiler-stronza-brufolosa-vecchia se va in un locale con l'intento di chiavare un uomo da chiavare lo trova. Molti uomini sono prostituti il cui prezzo è la chiavata stessa.

In altri casi ci sono (a Cuba ad esempio è diffusissima) e funziona come per le donne.

 

Ma che male c'è a prender tasse da un attività redditizia che esiste di sciuro si puo sapere ? Poi come fai a tassare i clienti... come x tutto tassi chi incassa, nel prezzo le imposte sono comprese

i miei viaggi in moto: http://www.facebook.com/InMotoconVale

 

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È redditizio anche il traffico di stupefacenti e di infanti, non per questo è legittimo che uno stato ci sguazzi dentro per succhiare denaro da sperperare altrove, almeno non lo stato che pago io.

Veramente i clienti vanno tassati come utenti finali del servizio: pagano gli oneri sociali alle strutture.

Come le badanti da mettere in regola, se fossero in regola non ci sarebbe mercato, ma dato che non sono in regola il loro costo si scarica sulla collettività.

 

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È redditizio anche il traffico di stupefacenti e di infanti, non per questo è legittimo ...

 

E siamo tornati punto e a capo: la legislazione sugli stupefacenti è criminogena ed i traffico di infanti ha delle vittime ben chiaramente individuate ... la prostituzione subisce la stessa criminalizzazione si basi etiche e non genera vittime se praticata come libera professione in libera impresa individuale o cooperativa.

 

Xand&Roby, sei un disco rotto oltre che un clericale di sinistra conservatrice.

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Faccio due conti della serva per chiarire la questione tasse:

senza addentrarmi nei costi vivi (esami sanitari, immobili e via dicendo) una prostituta che oggi lavora sul marciapiede fuorilegge deve, per aprire partita iva (quindi si tratta di piccolo artigiano, mica di imprenditrici), triplicare i costi attuali perché 2/3 se ne vanno in spese di gestione.

Aggiungete i costi vivi e date per scontato che lei non vuole un utile di un centesimo maggiore a quando stava sul marciapiede (sfido a trovar qualcuno che a costi maggiori non voglia utili maggiori): praticamente non ha mercato.

Le prostitute di strada non sono le escort/accompagnatrici d'alto bordo, altrimenti potrebbero fare quello con incassi maggiori già oggi.

Quindi aumenti i costi e crolla la domanda di prostituzione legale.

Chi la intercetta?

La prostituzione illegale, che continua ad esistere.

Cosa abbiamo ottenuto?

Nulla, né incassi né miglioramenti della vita delle prostitute, siamo diventati papponi senza averne un utile e con l'onta di non guardare in faccia a nessun per succhiare denaro.

Nell'articolo di Je la questione è proprio quella: le ragazze pagano i locali, i costi aumentano, i clienti calano.

Il mercato delle badanti è identico.

 

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E siamo tornati punto e a capo: la legislazione sugli stupefacenti è criminogena ed i traffico di infanti ha delle vittime ben chiaramente individuate ... la prostituzione subisce la stessa criminalizzazione si basi etiche e non genera vittime se praticata come libera professione in libera impresa individuale o cooperativa.

Xand&Roby, sei un disco rotto oltre che un clericale di sinistra conservatrice.

Questo succede nei tuoi sogni più spinti, nella realtà un mercato di fascia bassa non esiste senza costi scaricati su quelle che definisci strutture socialisteggianti che però, da buon liberista, sfrutti a sbafo senza accollartene i costi e far la morale del mercato bello e liberatorio.

La zappa, questa sconosciuta.

 

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so quello che succede in svizzera, per ovvi motvivi geografici...e visto il gran numero di italiani che affollano i postriboli ticinesi dubito che le tariffe delle signorine siano tanto maggiori.

 

Qui la signorina paga un affitto al postribilo (con tariffario calmierato) e il cliente paga la signorina (o il signorino). poi la signorina fa la dichiarazione fiscale di quanto incassa.

- locale incassa da signorina

- signorina incassa da cliente e paga locale e tasse

- stato incassa da locale e signorine

- cliente paga locale signorine

 

 

Mia nonna era l'unica ad avere la badante in regola ? mia mamma la sta ancora pagando anche se la nonna è mancata l'anno scorso (dilazionando la liquidazione...)

 

Penso che uan ragazza preferisca lavorare e pagare le tasse piuttosto che il pappone... poi qualcuna dovra' pagare anche il pappone, le erbacce sono difficili da estirpare del tutto... ma il mondo del lavoro è pieno di ingiustizie, uno che assume un giovane architettolo obbliga ad aprire partita iva (pagare ilc ommercialista ecc) per poi fargli il dipendente sottopagato senza un contratto è tanto piu etico di un pappone ?

o la auchan che paga 800€ al mese gente che lavora li da 20 anni facendogli firmare dei contratti "di solidarieta" crimilali con la minaccia del licenziamento è piu etico ?

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