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BIM: quale futuro per la progettazione?


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Salve a tutti

 

vi scrivo oggi un piccolo resoconto di un seminario che si è tenuto a Sanremo lo scorso sabato 13 giugno, avente come tema "Building Information Modeling (BIM): quale futuro per la progettazione?".

 

Il seminario era finalizzato da una parte a dare una corretta comprensione di cosa voglia dire esattamente BIM nella progettazione, per poi passare ad alcune realtà locali ed internazionali che hanno fatto di questo processo realtà progettuale, infine nel pomeriggio alcune case di software (erano presenti i rappresentanti Videocom per Vectorworks, Nemetscheck per Allpan, Autodesk per Revit e Solibri, software finalizzato al controllo del formato IFC, nella fase di "model checker") avrebbero dato la loro visione operativa nel campo BIM.

 

Come strumento per l'aumento della qualità della progettazione, il BIM consta da una parte in una modellazione di tipo parametrico, in cui oggetti creati al computer non riguardano più esclusivamente entità vettoriali come linee o poligoni ma sono veri e propri oggetti che al loro interno hanno una serie di informazioni qualitative. Si è fatto il classico esempio del muro, che dalle due linee passa ad un oggetto con diverse rappresentazioni nelle diverse viste, diversi componenti interni, informazioni qualitative e prestazioni come area, volume, trasmittanza, isolamento acustico, ecc.

 

Tutto il processo quindi viene sviluppato creando non solo un modello tridimensionale quindi, bensì un intero sistema edificio che al suo interno contiene un database completo di informazioni che è possibile condividere e controllare. Eh si, perché il BIM senza questi due elementi non ha ragione di esistere: scopo finale è quello di mutare il classico progetto di condivisione dei lavori, creando un solo modello che attraverso un formato reso comune, il formato IFC, che passa attraverso il controllo del progettista architettonico, strutturale, l'impiantista, e tutte le figure che entrano nel processo di progettazione globale. In una parola si parla quindi di interoperabilità.

 

L'asticella della complessità dell'elaborato si alza quindi notevolmente. Non si pensa più per discretizzazioni bidimensionali dell'edificio, limitate. Si pensa all'intero edificio. Ogni sua componente deve essere compresa, altrimenti le mancanze e le brutte figure coi colleghi non tarderanno ad arrivare. Questa maggiore complessità nella prima fase progettuale (sì: progettuale, non si tratta più di un trasferimento delle funzioni del tecnigrafo al computer, bensì di un processo cosciente di creazione, ben diverso dal passato) se da una parte porta ad una maggiore complessità nella creazione di una prima fase degli elaborati, dall'altra i vantaggi sono considerevoli: velocità di aggiornamento, facilità di comunicazione, impossibilità di non considerare parti del manufatto che si verrà creare e quindi una conoscenza complessiva molto più precisa del cantiere stesso prima che esso venga realizzato, che porta a tempi di costruzione rapidi e quindi evita varianti e aumenti di costi, che è la cosa più importante.

 

A dirigere questo processo complesso è quindi una nuova figura professionale, il BIM manager, che coordina e gestisce tutte queste fasi. Si è parlato meno del BIM Professor, che dovrebbe essere colui che trasferisce per la prima volta idee e processi a chi a questo mondo non si è mai avvicinato. E a tal proposito dai relatori non è mancata l'interrogazione al pubblico di chi effettivamente facesse uso del BIM nella vita professionale quotidiana. Qualche timida mano si è alzata, limitatamente a quello che BIM significa esclusiva modellazione parametrica.

 

Ma quali realtà esistenti nel mondo e in Italia? E' stata mostrata una vera e propria "mappa del BIM" nel mondo, in cui colori accesi su sfondo nero facevano notare quali aree si "illuminavano" di più rispetto ad altre. USA, Brasile, Canada, UK, Francia, Paesi Scandinavi, ma anche Australia, Singapore e Giappone le vere colonne portanti della progettazione BIM. E in Italia?

 

In Italia manco a dirlo siamo anni luce indietro. Il CAD 2D ancora viene utilizzato dalla maggiorparte degli studi o come un tecnigrafo, senza le potenzialità che gli strumenti offrono di organizzazione del disegno, elaborazione ecc, oppure tramite la figura del "caddista" che senza le nozioni di progettazione si mette a spippolare al computer creando disegni e modelli senza che queste possano essere sapientemente condivise e velocemente modificate. Insomma siamo ancora il paese che di fronte ad un questionario online, lo stampa, lo compila a penna e lo manda via fax.

 

Esiste però una realtà in controdendenza, per di più che interessa la pubblica amministrazione: l'ampliamento dell'Ospedale Galliera a Genova.

 

Si tratta un intero processo di progettazione Italiano, con studi e imprese italiane, gestito con il BIM. E' stato specificatamente inserito nel bando come richiesta e la cosa è stata portata avanti. Oltre ai vantaggi di cui sopra, un'altro aspetto fondamentale è che per il controllo e la revisione del progetto o di alternative di progetto in fase preliminare non bisogna riempire stanze intere degli archivi comunali con migliaia (sì: migliaia, perché sono migliaia le tavole che si producono per un ospedale a quanto pare) ma si può gestire tutto tramite computer, anche nelle pubbliche amministrazioni.

 

Interessanti anche dei veri e propri servizi di gestione BIM che tramite piattaforme on line in via di sviluppo si offrono come gestori a distanza del progetto BIM in tutte le sue fasi.

 

In seguito, nel pomeriggio, è stato dato spazio alle case di software, che hanno illustrato i punti di forza dei propri programmi. Sostanzialmente la sensazione che si aveva alla fine era che aldilà di una o più funzioni che un software poteva avere rispetto all'altro, è appunto il formato IFC che garantirebbe questa interoperabilità. Da qualunque programma quindi, attraverso questo formato, è possibile, grazie a raggiungimenti di protocolli specifici da parte di determinati software, generare correttamente un file IFC che poi viene condiviso. Da questa parte stavano Vectorworks, Allpan e Revit (Archicad era invitato ma non è venuto). Poi esiste Solibri che è un model checker. Sostanzialmente Solibri è uno strumento che legge solo ed esclusivamente file in formato IFC. Può quindi eseguire determinati controlli su determinati campi, come eventuali incroci di pilastri con aperture, incroci di impianti con strutture, ma anche verificare i requisiti di accessibilità e di barriere architettoniche. Insomma è un vero proprio "professore" che svolge una revisione al progetto, solo che lo fa su un modello 3D passandolo ai raggi X. Non vi nascondo che per certi momenti mi sembrava di stare dentro Blade Runner e vedere un film ambientato nel futuro, pensando a persone che ora non usano ancora le categorie o i layer se no chiamandoli "linee sottili " o "pennino 01".

 

Dopo questa ulteriore carrellata quindi si è passati al dibattito. Non sono mancati momenti di parziale tensione, in quanto da parte di alcuni relatori sembrava che "o assumi il processo BIM o non fai l'architetto" oppure "il mondo va verso il BIM, se non fai il BIM perderai il lavoro". Assieme alla sensazione che di fronte alla complessità del processo fosse necessario pensare il tutto solo per grandi opere, per quando fosse interessante vigeva una certa titubanza in sala nell'applicabilità in piccoli progetti.

 

La cosa non è andata meglio quando da parte dei relatori è stato risposto che il metodo è tranquillamente applicabile "in piccoli studi di 10 persone anche per piccoli progetti su edifici che misurano 30 metri per 20" senza pensare che forse in quel momento in sala c'era il 95% di professionisti che se va bene campa con la ristrutturazione della villetta a schiera di 10 metri per 6 in uno studio di massimo 3 persone. Ad approfondimento della tematica tra le varie parti si è rafforzata purtroppo una certa distanza. I relatori poi hanno cercato di chiudere il discorso che stava andando verso una direzione senza soluzione di continuità spiegando che il loro obiettivo era fondamentalmente quello di mostrare un lato bello del paradiso e che sarebbe stata nostra scelta quella di farne parte o meno.

 

Questo "farne parte" per come si possa considerare lo stato della formazione universitaria attuale (escluso sembra il Politecnico di Torino che in questa direzione investe tanto, davvero una bella realtà in questo campo) e la conoscenza a livello professionale degli strumenti informatici, obbliga ad un processo di formazione complesso e faticoso da parte dell'utente, che non può fare altro che capire se non autonomamente, quasi, il processo BIM e come operare sul mercato.

 

I lavori si sono conclusi comunque molto bene, grazie anche all'accensione del dibattito, che ci ha portato alla partecipazione attiva fino alla chiusura dell'edificio e all'invito da parte degli addetti delle pulizie a lasciare gli spazi, per tornarcene a casa e pensare al nostro futuro (BIM?) nella progettazione.

 

Un caro saluto a tutti

 

Zeno

Imac MID 2011 27" quad core i7 3,4 Ghz 1TB ssd Samsung840Evo 16GB_MBP early 2009 c2d 2,6 Ghz 4GB_IpadAIR Wi-Fi 64GB_Iphone5 32 GB Nero

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" ...Insomma siamo ancora il paese che di fronte ad un questionario online, lo stampa, lo compila a penna e lo manda via fax. ...

... pensando a persone che ora non usano ancora le categorie o i layer se no chiamandoli "linee sottili " o "pennino 01 ..."

:rofl:  :hihihehe: ...  :cry:  ...  :pope:

 

"... (Archicad era invitato ma non è venuto) ... Nemetscheck per Allpan ..."
 
ArchiCAD è di Graphisoft ma Nemetscheck l'ha acquisita da anni ... e quindi non si può dire che in assoluto fosse assente, soprattutto dato che il BIM è praticamente nato con RadarCH (nome dei primi 10 anni fino al '94) ed ArchiCAD supporta IFC almeno dalla versione 9 del 2005 (link).

 

Comunque i progettisti edili medi italiani sono ad un livello di cui vergognarsi ... pensarli interoperanti evoca nella mia mente vette d'abominevole ignoranza all'ennesima potenza.

Un geloso introverso schivo ed abbottonato ... in libera uscita :-o                                   Backup SEMPRE!!!

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"

ArchiCAD è di Graphisoft ma Nemetscheck l'ha acquisita da anni ... e quindi non si può dire che in assoluto fosse assente

 

Archicad non è assente nel panorama BIM, erano assenti coloro che dovevano illustrare il programma

Imac MID 2011 27" quad core i7 3,4 Ghz 1TB ssd Samsung840Evo 16GB_MBP early 2009 c2d 2,6 Ghz 4GB_IpadAIR Wi-Fi 64GB_Iphone5 32 GB Nero

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Non si pensa più per discretizzazioni bidimensionali dell'edificio, limitate. Si pensa all'intero edificio. Ogni sua componente deve essere compresa, altrimenti le mancanze e le brutte figure coi colleghi non tarderanno ad arrivare. 

Questa frase mi lascia un po' perplesso, sinceramente. Non perché il concetto non sia giusto, tutt'altro, è sacrosanto e da farne un manifesto.

Ciò che mi lascia perplesso è il fatto che ciò è quello che ogni progettista dovrebbe sempre tenere a mente, anche se lavora col lapis su un foglio. Almeno, io l'ho sempre fatto.

Per esempio, quando si disegna una pianta si deve aver perfettamente in testa non solo come sarà la sezione, ma anche la struttura, i materiali e le finiture.

Insomma, il BIM ce lo dobbiamo avere noi in testa, e non perderlo di vista qualunque sistema si usi. Un progettista serio ha sempre (o, almeno, deve averla) una visione tridimensionale (e possibilmente anche quadridimensionale e ipertestuale) del suo progetto, anche se sta disegnando solo la piantina.

 

A scanso di equivoci, non sto muovendo appunti al BIM, certo che no, quanto piuttosto alla visione problematica della progettazione che molti di voi/noi hanno (o dicono di avere), visione distorta in cui la pianta è una cosa, la sezione un'altra, il prospetto un'altra ancora, la struttura poi non se ne parli.

Nelle facoltà (e nella mia lo si faceva) non si insegna più a concepire il tutto come un unicum interrelazionato?

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Archicad non è assente nel panorama BIM, erano assenti coloro che dovevano illustrare il programma

 

Ho letto di corsa, non credevo ci fossero approfondimenti per singolo programma. Comunque da quando Nemetscheck ha acquisito Graphisoft non vedo bene il futuro di tutte le sue diverse proprietà.

 

Questa frase mi lascia un po' perplesso, sinceramente.

...

 

Nelle facoltà (e nella mia lo si faceva) non si insegna più a concepire il tutto come un unicum interrelazionato?

 

Probabilmente l'ho già scritto, ma ho perso il conto delle volte che ho trovato in elaborati AutoCAD, regolarmente presentati ed approvati, aperture ad un piano dove a tutti gli altri esistevano invece elementi strutturali. Non parliamo delle forumetrie appaltate a studi specializzati in impiantistica che costantemente ritengono che i ferri in travi e solette si possono tranquillamente spostare o togliere secondo il loro criterio e le loro comodità ... tutte bazzecole da risolvere quando si ispeziona il lavoro di carpentieri e ferraioli prima di firmare l'OK ... magari con la pompa posizionata e le betoniere sul cancello :-(

 

Nelle facoltà insegneranno magari anche bene (?) ma di sicuro quel che "resta" nella mentalità di molti (troppi) progettisti italici non è certo un unicum interrelazionato. La stereotipicità dei testi dei capitolati è disarmante. Poi la logica pratica di appalti e subabbalti completa l'opera di distruzione della serietà del lavoro.

Un geloso introverso schivo ed abbottonato ... in libera uscita :-o                                   Backup SEMPRE!!!

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Insomma, il BIM ce lo dobbiamo avere noi in testa, e non perderlo di vista qualunque sistema si usi. Un progettista serio ha sempre (o, almeno, deve averla) una visione tridimensionale (e possibilmente anche quadridimensionale e ipertestuale) del suo progetto, anche se sta disegnando solo la piantina.

Sono daccordo con te. Il punto è che in questa maniera nessuno puó evitare di uscire dal processo di concepimento, anche quando complessità e dimensioni aumentano. Ti sto dando la "visione oggettiva" e non il mio parere.

Imac MID 2011 27" quad core i7 3,4 Ghz 1TB ssd Samsung840Evo 16GB_MBP early 2009 c2d 2,6 Ghz 4GB_IpadAIR Wi-Fi 64GB_Iphone5 32 GB Nero

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Dipende tutto dalla dimensione del progetto.

Quando si gestiscono progetti di 25.000 mq o giù di lì, a più mani, nonostante gli anni di esperienza è facile che qualcosa sfugga. Si può e si deve avere una visione complessiva del progetto ma non si riesce ad avere il controllo totale su tutto. Il BIM in questo dovrebbe invece venire incontro, sia per la continua verifica del modello, sia per i dati, dimensionali e tipologici, che porta con se per ogni elemento del progetto.

Il modello 3D che il BIM ci propone non è costituito da semplici estrusioni, ma da elementi che hanno un'identità schedata. Esempio banale, se ho 2300 porte distribuite su 13 piani, devo avere il controllo di quante sono per dimensione, colore, REI o no, interne ed esterne, ecc… 

Certo, per progetti di dimensioni contenute, tutto questo lo può fare una sola persona con poco sforzo.

lo

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Dipende tutto dalla dimensione del progetto.

Quando si gestiscono progetti di 25.000 mq o giù di lì, a più mani, ...

...

Certo, per progetti di dimensioni contenute, tutto questo lo può fare una sola persona con poco sforzo.

 

Questi commenti mi lasciano perplesso. Complessivamente concordo, ma se non si usa proprio il piccolo progetto, il lavoro scarso ed il tempo forzatamente abbondante, proprio per "imparare" a progettare in logica BIM non si sarà mai pronti per affrontare qualcosa di grosso con cognizione di causa. Redigere tutte le schermate di ogni componente, precisare i termini di un capitolato, esportare i dati per compilare tabelle più complesse in Excell (io preferisco Numbers, "mi piace" di più) non è una cosa semplice ed immediata. Se si prende l'abitudine di saltellare da un programma all'altro per 2D, 3D, Render ecc. non si ha nemmeno mai contezza di quanto un unico software possa magari essere un po' meno scenografico in certi risultati, ma molto più utile all'economia della professione.

 

Insomma, il punto è che pochi conservano nel tempo la capacità di "imparare ad imparare" quando poi l'avessero davvero acquisita. Per altro un corso effettivo di pedagogia mi pare venga fornito dalla scuola italiana solo ai maestri elementari. Che aspettarsi da un parco docenti così mediamente scarsamente preparato?

 

A cascata poi troppi professionisti rimestano sempre il concetto trito "lo standard è AutoCAD e il 3D, o il Render o l'animazione, men che mai il capitolato, non te li paga nessuno". Quindi lo ripeto per i tanti studenti che passano di qui e che mi pare non colgano l'importanza del prepararsi alla progettazione seria (che sia quella "del futuro" e solo un grave accidente di una prassi conservatrice ad oltranza): imparate ad usate un buon programma complessivo che vi fornisca tutti gli strumenti sia per sfoggiare capacità e gusto estetico sia per gestire tutto il ciclo produttivo dai rilievi ai minimi dettagli opzionali.

Sicuramente non farà mai male saper maneggiare con competenza un BIM anche se poi magari iniziando la professione si riesce a recuperare solo una commessa per ricavare una dozzina di garage nel magazzino sfitto da troppi anni nel seminterrato di un condominio. Proprio in progetti minimali come questo al giorno d'oggi si riesce ad immaginarsi le economie di scala che consentono di fare un preventivo, ed arrivare ad un consultivo coerente con esso, che permette di prendere un lavoro e di averne un ritorno d'immagine per puntare al prossimo con maggiori speranze.

 

È durante una carestia che per sopravvivere bisogna avere buone sementi e saperle interrare nel modo e nel momento giusto!

Un geloso introverso schivo ed abbottonato ... in libera uscita :-o                                   Backup SEMPRE!!!

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Spero che non abbiate frainteso il senso del mio post precedente: non volevo polemizzare con nessuno o, peggio, dire che il BIM è inutile.

Infatti concordo con tutti voi che avete risposto, totalmente.

C'è da dire però, che non toccherà mai praticamente a nessuno di dover progettare (e dover gestire) edifici enormi di 17 piani o ipergrattacieli a Dubai... il 99,9% di noi non andrà mai oltre la semplice ristrutturazione o una semplice villetta bifamiliare a due piani. Nella mia città, per esempio, non si costruisce più di 5 piani da anni.

Beh, a parte questo, è chiaro che un software BIM è di estremo aiuto e facilita molte cose anche nei progetti più, come dire? normali.

Concordo anche con chi dice che l'importanza del rendering è relativa, che il fotorealismo è una opzione sopravvalutata (a meno che non si stia facendo un film o qualcosa di simile, ovvio), e che poi tanto non viene pagato... eh già, che fate, nella notula professionale inserite la voce "rendering fotorealistico: 300€"? il committente renderizza voi contro un muro.  :ghghgh:

 

Per esempio io sto curando il rendering di una ristrutturazione di edificio vincolato (progetto di mio cugino), e la Soprintendenza vuole dei rendering fotorealistici ("ma non troppo"), per cui allora in quel caso va bene.

Ma un semplice committente privato non è disposto a sborsare un centesimo per una prestazione non richiesta. Almeno, qui a Livorno non interessa a nessuno... :gira:

 

A parte tutto ciò, ribadisco però la necessità di avere nella propria testa il proprio BIM personale.  ;)

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