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Bacchinif

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non so, ho scelto quello che mi piaceva e ne son ancora convinto!!

 

Bè. allora sei davvero molto fortunato. Sono in pochi a trovarsi davvero bene all'università.

Sai cosa credo? Penso che indipendentemente dall'interesse disciplinare (che mi auguro ci sia nel 100% dei casi prima di ogni iscrizione all'università) possono essere una serie di variabili esterne che fanno, in un certo senso, "passar la voglia". Se qualcosa a lungo andare ti entra in odio c'è poco da fare. Potrà pure piacerti quello che studi, ma non riuscirai a sopportare tutta una serie di altri fattori. Addirittura questi fattori potrebbero farti passare l'interesse.

Prendi il caso di persone che ottengono scarsi risultati (non per mancanza di volontà o poco impegno), che si trovano in un ambiente di poco gradimento o che, generalmente, non hanno visto soddisfarsi le proprie aspettative.

 

Alla fine della quinta liceo la prof di matematica ci disse di scegliere la facoltà universitaria i base a quello che in piace, non in base ai presunti posti di lavoro. Per due motivi:

- da quando uno entra in università a quando esce passa(va)no almeno 5 anni, durante i quali il mondo del lavoro cambia

- studiare una cosa che piace la fa studiare meglio e quindi si diventa generalmente più bravi e quindi facilita poi il trovare lavoro

 

Io anche per questo optai per Matematica, piuttosto che per Ingegneria (e avevo già scartato Statistica). Poi sono stato anche fortunato successivamente col lavoro.

Un mio compagno di liceo ricordo che non aveva seguito quel consiglio e si iscrisse a Ingegneria, ma dopo un anno non ce la faceva più e passò a Geologia, perché gli piaceva di più.

 

Quello lo dicono sempre. Sarà un po' per il finto moralismo che alberga negli istituti, ma, all'atto pratico, sono in pochi a razzolare esattamente come predicano. Non so se mi spiego. Siamo tutti bravi a dire: fai quello che ti piace, ma poi si finisce sempre per scegliere la soluzioni meno rischiosa. É un dato di fatto. Non lo dico con cinismo, ma con semplice realismo. Se ci fai caso ci sono tantissimi ragazzi e ragazze che non coltivano le proprie passioni tramite gli studi. Mi vengono in mente tutti quelli che sono appassionati di fumetti, pittura, arte, fotografia, moda, cinema e così via.

Insomma... chi di noi non sognerebbe realmente di fare il regista, l'attore, l'astronauta, lo stilista o così via. Ma alla fine nessuno di noi se la sente realmente di rischiare e sceglie la cosa che più gli piace tra quelle meno rischiose.

Spero di aver reso l'idea. É triste ma è così.

 

cut.

 

Se interessa approfondire, da' un'occhiata qua: http://mestieri.dima.unige.it/

 

La tua storia è molto interessante. Ti ringrazio per averla condivisa.

In effetti dalle cose che dici sembra proprio che gli strumenti principalmente utilizzati siano quelli di geometria analitica e/o algebra lineare di vario genere.

< Il guaio è che gli uomini studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla... [Luciano De Crescenzo, 32 Dicembre] >

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Bè. allora sei davvero molto fortunato. Sono in pochi a trovarsi davvero bene all'università.

Sai cosa credo? Penso che indipendentemente dall'interesse disciplinare (che mi auguro ci sia nel 100% dei casi prima di ogni iscrizione all'università) possono essere una serie di variabili esterne che fanno, in un certo senso, "passar la voglia". Se qualcosa a lungo andare ti entra in odio c'è poco da fare. Potrà pure piacerti quello che studi, ma non riuscirai a sopportare tutta una serie di altri fattori. Addirittura questi fattori potrebbero farti passare l'interesse.

Prendi il caso di persone che ottengono scarsi risultati (non per mancanza di volontà o poco impegno), che si trovano in un ambiente di poco gradimento o che, generalmente, non hanno visto soddisfarsi le proprie aspettative.

 

 

Quello lo dicono sempre. Sarà un po' per il finto moralismo che alberga negli istituti, ma, all'atto pratico, sono in pochi a razzolare esattamente come predicano. Non so se mi spiego. Siamo tutti bravi a dire: fai quello che ti piace, ma poi si finisce sempre per scegliere la soluzioni meno rischiosa. É un dato di fatto. Non lo dico con cinismo, ma con semplice realismo. Se ci fai caso ci sono tantissimi ragazzi e ragazze che non coltivano le proprie passioni tramite gli studi. Mi vengono in mente tutti quelli che sono appassionati di fumetti, pittura, arte, fotografia, moda, cinema e così via.

Insomma... chi di noi non sognerebbe realmente di fare il regista, l'attore, l'astronauta, lo stilista o così via. Ma alla fine nessuno di noi se la sente realmente di rischiare e sceglie la cosa che più gli piace tra quelle meno rischiose.

Spero di aver reso l'idea. É triste ma è così.

Riguardo la prima parte, non so quanto sia triste piuttosto che realistico.

Mi spiego meglio citando un amico che parlando a ragazzi maturandi, quindi di fronte alla scelta importante del dopo esame (lavoro? università? ...), raccomandava tre criteri, di cui tenere conto:

  • quello che piace fare: le passioni di cui si sta parlando
  • le inevitabili circostanze: io sono alto 1,69; non so quanto sarebbe stato realistico per me puntare il mio futuro professionale sulla pallavolo
  • quello di cui c'è bisogno nel mondo: se nel mondo c'è più bisogno di ingegneri che di astronauti, occorre tenerne conto.

Criteri non deterministici, ma il fatto di doverne tenere conto non la vedo come una cosa triste, ma semplicemente realistica.

Nel mondo quanti sono gli appassionati di musica, quanti sanno suonare bene uno strumento? non credo che nel mondo del lavoro ci sia spazio per tutti quanti, quindi la maggior parte di loro continuerà a coltivare questa passione come hobby o come secondo lavoro e spero che metta la stessa passione anche nel (primo) lavoro.

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La tua storia è molto interessante. Ti ringrazio per averla condivisa.

In effetti dalle cose che dici sembra proprio che gli strumenti principalmente utilizzati siano quelli di geometria analitica e/o algebra lineare di vario genere.

Il software che ultimamente uso sempre di più è GeoGebra (a proposito di geometria analitica), seguito da Excel e MatLab è solo in terza posizione. Mi ero anche interessato di Wolfram Mathematica, ma poi la cosa non è andata avanti.

Cioè, un software open source gratuito, pensato per la didattica, mi è più utile di software professionali.

Questo esemplifica quello che dicevo qualche post fa, il mio contributo personale non è tanto dovuto alle mie competenze tecniche, quanto piuttosto alla mia "visione" (passatemi il termine) delle cose che facciamo: ho un punto di vista circa unico nell'azienda che insieme con gli altri ci aiuta a portare avanti i nostri progetti.

Poi ogni tanto (l'ultima volta stamattina) arriva un collega ingegnere che propone un'idea semplice, quasi banale che risolve un problema che mi fa dire "avrei voluto pensarla io!", ma invece è stato lui; ora la porterò avanti io, ma la paternità rimarrà sua (e meno male che non sono troppo invidioso  :gira:).

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GeoGebra... Due miei amici ci hanno fatto la tesi triennale ed hanno creato un bel po' di librerie, tanto che furono contattati da quei tipi di Cambridge (mi pare che partì da lì l'idea di GeoGebra) per parlarne direttamente... Fecero anche una presentazione ufficiale a Budapest. In realtà, il figlio del prof. Relatore aveva messo su anche un sito (o blog?) riguardo GeoGebra... Chissà che tu non stia usando alcune delle loro librerie, il tutto è stato svolto due anni fa.

Il Mac è come un televisore, quando ti serve lo accendi, lo usi, te lo godi e, quando ti sei stancato, lo spegni.

Un PC Windows è come se ti fossi preso il cane: gli devi togliere le pulci, lavarlo, pettinarlo e, per ricompensa, se per una volta ti dimentichi di portarlo in bagno, te la farà in casa.

[cit.]

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Bè. allora sei davvero molto fortunato. Sono in pochi a trovarsi davvero bene all'università.

Sai cosa credo? Penso che indipendentemente dall'interesse disciplinare (che mi auguro ci sia nel 100% dei casi prima di ogni iscrizione all'università) possono essere una serie di variabili esterne che fanno, in un certo senso, "passar la voglia". Se qualcosa a lungo andare ti entra in odio c'è poco da fare. Potrà pure piacerti quello che studi, ma non riuscirai a sopportare tutta una serie di altri fattori. Addirittura questi fattori potrebbero farti passare l'interesse.

Prendi il caso di persone che ottengono scarsi risultati (non per mancanza di volontà o poco impegno), che si trovano in un ambiente di poco gradimento o che, generalmente, non hanno visto soddisfarsi le proprie aspettative.

ci sono stati quei periodi no in cui volevo mollare tutto (ma lì, non è una scusa, era il docente....ci trovavamo tutti male, poi è andato via e tutti abbiam superato l'esame) ma sinceramente ogni giorno è sempre come il primo, entusiasmo di apprendere, mettere in pratica tutto e soprattutto cresce sempre di più la passione verso quel corso di laurea che spero un giorno mi dia lavoro

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LA LEGGENDA NARRA CHE MACKEEPER POSSA FAR DIVENTARE L'SSD UN DISCO MECCANICO...E UN DISCO MECCANICO UN FLOPPY ==> STATENE ALLA LARGA

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GeoGebra... Due miei amici ci hanno fatto la tesi triennale ed hanno creato un bel po' di librerie, tanto che furono contattati da quei tipi di Cambridge (mi pare che partì da lì l'idea di GeoGebra) per parlarne direttamente... Fecero anche una presentazione ufficiale a Budapest. In realtà, il figlio del prof. Relatore aveva messo su anche un sito (o blog?) riguardo GeoGebra... Chissà che tu non stia usando alcune delle loro librerie, il tutto è stato svolto due anni fa.

Io sto usando esclusivamente le funzioni interne di GeoGebra, e neanche delle più strane ed esoteriche. Quindi sto usando le loro librerie soltanto se queste sono state integrate nel software.

Raramente creo io delle funzioni, ma si tratta di casi isolati e molto specifici, anche se ogni tanto sento la mancanza di certe funzioni, ma al momento mi sto limitando a segnalarne l'assenza e l'esigenza agli sviluppatori.

Per esempio, manca una funzione che permetta di costruire un cono obliquo, si può costruire solo retto. Questa funzione potrei anche provare a costruirmela da me, non è banale, con gli strumenti messi a disposizione di GeoGebra.

Altre funzioni invece non sono realizzabili dall'utente, ma occorre lavorare di programmazione, per creare nuovi oggetti; per esempio ogni tanto mi servirebbe una piramide infinita, al momento mi limito ad usare una piramide con una lunghissima altezza.

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  • 2 mesi dopo...
  • 3 settimane dopo...
  • 1 anno dopo...

Arrivo in ritardo di anni... ma i post mi hanno incuriosito molto.

Attualmente sono laureato alla triennale di fisica e ho da poco iniziato la tesi di laurea magistrale in astrofisica e cosmologia. 

 

Nei momenti di difficoltà ho pensato spesso ai soliti discorsi del tipo "ma chi me lo ha fatto fare?", "mi sto spaccando la testa e non troverò mai lavoro", ecc. ecc.

Sono discorsi che in molti si fanno ma alla fine della fiera la domande più importanti sono 2:

 

 -  Sei felice di quello che stai facendo?

 -  Cosa ti aspetti dal tuo futuro?

 

Odio (davvero, odio) i discorsi del tipo "ma che lavoro farai ?" perché sono spesso (non sempre) posti da chi crede cosa sia meglio per te e per la tua vita.

E' ovvio che se avessi pensato al lavoro dopo gli studi avrei cambiato università. E' ovvio che ho poche possibilità, ovvero ricercatore, insegnate o sperare di finire in qualche azienda a fare cose per quali non ho studiato. Ma questo non mi interessa, e il perché è molto semplice: la voglia di studiare e lavorare con le cose che ho studiato è molto più grande della volontà di avere un lavoro stabile e ben pagato. Per questo sono felice delle miei scelte e di quello che sono. E per questo non mi interessa chi pensa di sapere cosa sia meglio per me.

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