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Il nostro lato creativo.


Violadimontagna

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Potrei partecipare visto che sono segregato in casa causa mezza influenza   :mhh:


Dovrei essere fuori con un birrone in mano, e invece   :cray:


 


Mo' ce penso  :ghghgh:


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  • Risposte 176
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Potrei partecipare visto che sono segregato in casa causa mezza influenza   :mhh:

Dovrei essere fuori con un birrone in mano, e invece   :cray:

 

Mo' ce penso  :ghghgh:

 

ehi malatino….come va?

 

sto attendendo io eh..!  :DD

 

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Mi sto riprendendo, grazie  :ok:

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Io non continuo perché mi hai messo in crisi con l ultima frase [emoji16][emoji16] quando mi verrà un idea la butterò giù :o

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:ok:

Mi sto riprendendo, grazie  :ok:

 

:)

 

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Mi sto riprendendo, grazie  :ok:

 

E'  solo un piccolo miglioramento 3 gironi prima poi.... :rolleyes::pope:

 Il Sapiente sa Poco.. L'ignorante sa Molto.. il Cujun sa Tutto 


 

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Improvvisa repulsione nei confronti di una ragazza accanto a me in biblioteca. Classica tipa bassina, sul metro e cinquantacinque diciamo, con corporatura minuta e dai colori tipicamente mediterranei, ma, per qualche ragione, inspiegabilmente deboli su di lei. Il volto appare come l’emblema d’un tempo che c'era: capelli neri, voluminosi e raccolti; sopracciglia molto fini, estremamente curate ed inarcate all’insù; pelle candida, liscia e ben idratata; orecchini di perla bianchi, piccoli e rotondi; occhiali in pieno stile anni 70’, dalla lente ampia ed a forma circolare. Lo sguardo. Così deciso e sicuro di sé quasi da metter asfissia. Non v’è assolutamente nulla che possa impedire ai suoi occhi piccoli e spiritati di interrompere quel moto perpetuo atto a seguire instancabilmente le righe del libro. 

La compostezza nel vestire è anch’essa abominevole: ballerine nere dal tacco alto, con improbabili ornamenti glitter e cuciture alla buona; fuson grigio antracite, con inutile quanto raccapricciante lampo alle caviglie; e per finire un piumino imbottito (ancora indosso) di color fucsia, accompagnato da un "elegantissimo" foulard che sembra esser stato ritagliato da un telo da picnic per l’imbarazzante fantasia a quadri. 

Sembra uscita da un uovo di Pasqua, o da una bomboniera per così dire. É una persona dai connotati davvero terrificanti, così puntuale e precisa da renderla inspiegabilmente vuota, priva di senso. A farmi inorridire di per sé è proprio questa smodata compostezza tipica di chi si cura degli altri più d'ogni cosa, ciecamente amando usi e costumi ormai obsoleti.

 

Eppure tornando a casa ancora ci pensavo e non riuscivo a togliermela dalla testa. Che personaggio! Mah, chissà chi saranno i suoi stilisti? Hahaha. E poi mi dicevo

che ero un mostro a pensarla così però in effetti mi verrebbe quasi quasi da fermarla e chiederglielo. Va beh, vado a studiare un po'. Ma mentre studiavo niente come

un pensiero ossessivo perché c'era qualcosa che oltre ad infastidirmi mi aveva lasciato un qualcosa di particolare. Andai in cucina. Frigo vuoto. Come sempre.

Dirigendomi verso il market mi sentii osservato. Starò mica impazzendo? Forse era quel periodo così carico di impegni che mi faceva sbarellare. Ecco trovata la mia

birra preferita, ci aggiungo anche una bella pizza surgelata visto che di meglio non so fare ultimamente. Tornando a casa ero davvero soddisfatto della mia scelta.

Aprendo il portone notai che l'ascensore era guasto e ciò voleva dire che mi dovevo fare tre piani a piedi... non proprio il massimo.

Arrivato a casa sistemai la spesa e riscaldai la pizza, era proprio buona!! Dopo aver finito il pasto aprii la birra da 355 ml, una corona rigorosamente ghiacciata e col limone dentro. Nonostante ciò continuai a pensare alla ragazza, non me la riuscivo a levarla dalla testa, era come se l'avessi già conosciuta... così per rifletterci su decisi di fare una partita a scacchi, sperando in una qualche risposta. Finita quest'ultima mi vestii e andai subito in biblioteca (la partita da sempre le sue idee!) dove c'era sicuramente (da frequentatore quotidiano di questo luogo) un mio caro amico di nome Davide. Lui era mio coetaneo, tutti e due studenti all'università della sapienza, ma frequentavamo facoltà differenti. Fisicamente era magro, alto sul metro e ottantacinque, capelli castani e occhi verde chiaro. Appena entrai in biblioteca lo vidi, stava prendendo un libro, mi avvicinai con grande fretta e gli dissi sottovoce :" Daddo vieni fuori e posa il libro he ti devo parlare" lui annuì ed usci assieme a me.

Davide mi chiese sorridendo cosa c'era di così segreto da non potermelo dire in biblioteca. Gli feci notare quella ragazza e lui mi disse che la conosceva era un amica

della sorella. Io allora ero talmente curioso che gli chiesi dettagli. Mi disse che era straniera, orfana e che sembrava aleggiasse un mistero su quel visino così

apparentemente candido. Si diceva che volesse far dimenticare il suo passato. Io ero sempre più interessato e guardavo il mio amico come se fosse un alieno

o meglio la Madonna tanto ero preso da quello che mi stava svelando ma all'improvviso mi squillò il cellulare, quasi presi paura tanto ero immerso in quel discorso.

Era sempre lei, la mia ex, la storia con quella ragazza sembrava non avere mai fine. Ci eravamo conosciuti in vacanza ad una festa sulla spiaggia dove ero

con un'altra ragazza, l'altra mia ex. Si, voi pensate ma questo è uno sciupafemmine?  In effetti.. Sorrido al pensiero, io poi così sempre imbranato figuriamoci,

prendo confidenza solo quando...

 

 

riesco a vincere la mia naturale e talvolta insensata diffidenza verso il genere umano. Nonostante questo, però, sono riuscito a costruire nel tempo dei rapporti stabili con "quelli che mi vanno a genio". Davide e le due ex sono fra questi. Be', forse le ex non mi andavano poi così a genio, visto che le storie con loro non sono state poi così lunghe. O forse non andavo io a genio a loro. Sì, questa seconda ipotesi forse è più plausibile. Tuttavia, per il tempo che queste storie sono durate, mi hanno fatto sentire piuttosto in pace con me stesso. Ma ci ho già rimuginato abbastanza quando era il momento; ora non ha senso e non mi interessa ripensarci. Non so come la mia mente possa continuare a tornare al passato, invece che lasciarmi attraversare placidamente il presente. E a proposito di passato, più recente però: quella ragazza della biblioteca. Cosa aveva scatenato in me quel sentimento quasi di disgusto? Il suo abbigliamento forse? Ma no, c'è gente che si veste molto peggio e riesce tuttavia a passare inosservata. Il suo sguardo fisso e glaciale, come se non stesse studiando, bensì scrutando chissà quali profondità dell'animo delle persone a lei intorno?

Mentre mi perdevo in questi pensieri, come succede di frequente con molti altri, mi resi conto chissà come che stavo tenendo in mano il telefono e lo fissavo come si fissa un docente facendo finta di seguire le sue discettazioni circa i rapporti fra etica protestante e capitalismo. Troppo tardi, aveva già smesso di vibrare. Poco male, non avrei comunque risposto. Me la sarei cavata più tardi con uno "Scusa, stavo guidando", oppure "Ero sotto la doccia".

Davide forse, mentre i miei pensieri si sparpagliavano in mille direzioni e mi lasciavano con sguardo ebete a fissare il telefono, mi aveva anche detto qualcosa, e infatti lo udii incalzarmi:

"Ehi, allora? Ci sei, non rispondi?", disse insistentemente. 

"Sì, sì, ci sono." replicai distrattamente.

"Era ora. Stavi di nuovo fantasticando? Se scendi dalle nuvole finisco di raccontarti quello che so di quella tipa."

Gli risposi con un'occhiata che non poteva che significare che ero estremamente interessato a quello che stava per raccontarmi.

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riesco a vincere la mia naturale e talvolta insensata diffidenza verso il genere umano. Nonostante questo, però, sono riuscito a costruire nel tempo dei rapporti stabili con "quelli che mi vanno a genio". Davide e le due ex sono fra questi. Be', forse le ex non mi andavano poi così a genio, visto che le storie con loro non sono state poi così lunghe. O forse non andavo io a genio a loro. Sì, questa seconda ipotesi forse è più plausibile. Tuttavia, per il tempo che queste storie sono durate, mi hanno fatto sentire piuttosto in pace con me stesso. Ma ci ho già rimuginato abbastanza quando era il momento; ora non ha senso e non mi interessa ripensarci. Non so come la mia mente possa continuare a tornare al passato, invece che lasciarmi attraversare placidamente il presente. E a proposito di passato, più recente però: quella ragazza della biblioteca. Cosa aveva scatenato in me quel sentimento quasi di disgusto? Il suo abbigliamento forse? Ma no, c'è gente che si veste molto peggio e riesce tuttavia a passare inosservata. Il suo sguardo fisso e glaciale, come se non stesse studiando, bensì scrutando chissà quali profondità dell'animo delle persone a lei intorno?

Mentre mi perdevo in questi pensieri, come succede di frequente con molti altri, mi resi conto chissà come che stavo tenendo in mano il telefono e lo fissavo come si fissa un docente facendo finta di seguire le sue discettazioni circa i rapporti fra etica protestante e capitalismo. Troppo tardi, aveva già smesso di vibrare. Poco male, non avrei comunque risposto. Me la sarei cavata più tardi con uno "Scusa, stavo guidando", oppure "Ero sotto la doccia".

Davide forse, mentre i miei pensieri si sparpagliavano in mille direzioni e mi lasciavano con sguardo ebete a fissare il telefono, mi aveva anche detto qualcosa, e infatti lo udii incalzarmi:

"Ehi, allora? Ci sei, non rispondi?", disse insistentemente. 

"Sì, sì, ci sono." replicai distrattamente.

"Era ora. Stavi di nuovo fantasticando? Se scendi dalle nuvole finisco di raccontarti quello che so di quella tipa."

Gli risposi con un'occhiata che non poteva che significare che ero estremamente interessato a quello che stava per raccontarmi.

 

continuò il discordo dicendo: " la incontro spesso in biblioteca, le piace leggere, soprattutto romanzi rosa. Non è una ragazza molto socievole, beh, come dargli torto è orfana... " e si interruppe un momento. lo fissai negli occhi e notai uno scintillio... Sicuramente si era rattristato a causa del discorso, visto che i suoi si stanno separando e non sta passando proprio un bel momento. Così lo afferrai sulle spalle e gli dissi: " Tranquillo Daddo, mi hai già detto molto di lei... Mi dispiace per te... io..." ma non riuscivo a continuare, non posso dirgli "ti capisco" o qualcosa di simile perché in realtà, solo chi passa la sua stessa condizione familiare può sapere come ci si sente! Così decisi di alleggerire la situazione e continuai :" dai Daddo vieni a casa mia" e lui con un semplice sì mi seguì con gli occhi ancora lucidi, sul punto di scoppiare in un pianto. Arrivati a casa iniziammo a parlare e fra una cavolata e l'altra si erano fatte le 19.30 così gli dissi: " Daddo ho della pizza surgelata che ho preso ieri al market, anche due corona precise!" e lui mi lanciò un occhiata come per dire "mi hai capito alla perfezione amico!" e iniziammo a mangiare. Continuammo a parlare, parlare e parlare ancora, fino a quando, a causa dell'orario, Davide se ne dovette andare e io mi misi a letto. Il giorno dopo mi svegliai alle 10:30! Wow! questa volta si che avevo dormito... Appena alzato ero stordito, presi il cellulare per controllare i messaggi... Niente oltre ai soliti messaggi mattutini di Davide. I primi due mi ringraziavano per la serata del giorno prima. Appena li lessi pensai:" Tu ringrazi me... Sai quante volte mi hai aiutato amico mio..." ma questo pensiero fu subito interrotto appena vidi l'ultimo messaggio che diceva:" Wwe come va? probabilmente starai ancora dormendo... Comunque ho una sorpresa per te! Chiamami appena puoi!" Così lo chiamai subito....

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Improvvisa repulsione nei confronti di una ragazza accanto a me in biblioteca. Classica tipa bassina, sul metro e cinquantacinque diciamo, con corporatura minuta e dai colori tipicamente mediterranei, ma, per qualche ragione, inspiegabilmente deboli su di lei. Il volto appare come l’emblema d’un tempo che c'era: capelli neri, voluminosi e raccolti; sopracciglia molto fini, estremamente curate ed inarcate all’insù; pelle candida, liscia e ben idratata; orecchini di perla bianchi, piccoli e rotondi; occhiali in pieno stile anni 70’, dalla lente ampia ed a forma circolare. Lo sguardo. Così deciso e sicuro di sé quasi da metter asfissia. Non v’è assolutamente nulla che possa impedire ai suoi occhi piccoli e spiritati di interrompere quel moto perpetuo atto a seguire instancabilmente le righe del libro. 

La compostezza nel vestire è anch’essa abominevole: ballerine nere dal tacco alto, con improbabili ornamenti glitter e cuciture alla buona; fuson grigio antracite, con inutile quanto raccapricciante lampo alle caviglie; e per finire un piumino imbottito (ancora indosso) di color fucsia, accompagnato da un "elegantissimo" foulard che sembra esser stato ritagliato da un telo da picnic per l’imbarazzante fantasia a quadri. 

Sembra uscita da un uovo di Pasqua, o da una bomboniera per così dire. É una persona dai connotati davvero terrificanti, così puntuale e precisa da renderla inspiegabilmente vuota, priva di senso. A farmi inorridire di per sé è proprio questa smodata compostezza tipica di chi si cura degli altri più d'ogni cosa, ciecamente amando usi e costumi ormai obsoleti.

 

Eppure tornando a casa ancora ci pensavo e non riuscivo a togliermela dalla testa. Che personaggio! Mah, chissà chi saranno i suoi stilisti? Hahaha. E poi mi dicevo

che ero un mostro a pensarla così però in effetti mi verrebbe quasi quasi da fermarla e chiederglielo. Va beh, vado a studiare un po'. Ma mentre studiavo niente come

un pensiero ossessivo perché c'era qualcosa che oltre ad infastidirmi mi aveva lasciato un qualcosa di particolare. Andai in cucina. Frigo vuoto. Come sempre.

Dirigendomi verso il market mi sentii osservato. Starò mica impazzendo? Forse era quel periodo così carico di impegni che mi faceva sbarellare. Ecco trovata la mia

birra preferita, ci aggiungo anche una bella pizza surgelata visto che di meglio non so fare ultimamente. Tornando a casa ero davvero soddisfatto della mia scelta.

Aprendo il portone notai che l'ascensore era guasto e ciò voleva dire che mi dovevo fare tre piani a piedi... non proprio il massimo.

Arrivato a casa sistemai la spesa e riscaldai la pizza, era proprio buona!! Dopo aver finito il pasto aprii la birra da 355 ml, una corona rigorosamente ghiacciata e col limone dentro. Nonostante ciò continuai a pensare alla ragazza, non me la riuscivo a levarla dalla testa, era come se l'avessi già conosciuta... così per rifletterci su decisi di fare una partita a scacchi, sperando in una qualche risposta. Finita quest'ultima mi vestii e andai subito in biblioteca (la partita da sempre le sue idee!) dove c'era sicuramente (da frequentatore quotidiano di questo luogo) un mio caro amico di nome Davide. Lui era mio coetaneo, tutti e due studenti all'università della sapienza, ma frequentavamo facoltà differenti. Fisicamente era magro, alto sul metro e ottantacinque, capelli castani e occhi verde chiaro. Appena entrai in biblioteca lo vidi, stava prendendo un libro, mi avvicinai con grande fretta e gli dissi sottovoce :" Daddo vieni fuori e posa il libro he ti devo parlare" lui annuì ed usci assieme a me.

Davide mi chiese sorridendo cosa c'era di così segreto da non potermelo dire in biblioteca. Gli feci notare quella ragazza e lui mi disse che la conosceva era un amica

della sorella. Io allora ero talmente curioso che gli chiesi dettagli. Mi disse che era straniera, orfana e che sembrava aleggiasse un mistero su quel visino così

apparentemente candido. Si diceva che volesse far dimenticare il suo passato. Io ero sempre più interessato e guardavo il mio amico come se fosse un alieno

o meglio la Madonna tanto ero preso da quello che mi stava svelando ma all'improvviso mi squillò il cellulare, quasi presi paura tanto ero immerso in quel discorso.

Era sempre lei, la mia ex, la storia con quella ragazza sembrava non avere mai fine. Ci eravamo conosciuti in vacanza ad una festa sulla spiaggia dove ero

con un'altra ragazza, l'altra mia ex. Si, voi pensate ma questo è uno sciupafemmine?  In effetti.. Sorrido al pensiero, io poi così sempre imbranato figuriamoci,

prendo confidenza solo quando...

 

 

riesco a vincere la mia naturale e talvolta insensata diffidenza verso il genere umano. Nonostante questo, però, sono riuscito a costruire nel tempo dei rapporti stabili con "quelli che mi vanno a genio". Davide e le due ex sono fra questi. Be', forse le ex non mi andavano poi così a genio, visto che le storie con loro non sono state poi così lunghe. O forse non andavo io a genio a loro. Sì, questa seconda ipotesi forse è più plausibile. Tuttavia, per il tempo che queste storie sono durate, mi hanno fatto sentire piuttosto in pace con me stesso. Ma ci ho già rimuginato abbastanza quando era il momento; ora non ha senso e non mi interessa ripensarci. Non so come la mia mente possa continuare a tornare al passato, invece che lasciarmi attraversare placidamente il presente. E a proposito di passato, più recente però: quella ragazza della biblioteca. Cosa aveva scatenato in me quel sentimento quasi di disgusto? Il suo abbigliamento forse? Ma no, c'è gente che si veste molto peggio e riesce tuttavia a passare inosservata. Il suo sguardo fisso e glaciale, come se non stesse studiando, bensì scrutando chissà quali profondità dell'animo delle persone a lei intorno?

Mentre mi perdevo in questi pensieri, come succede di frequente con molti altri, mi resi conto chissà come che stavo tenendo in mano il telefono e lo fissavo come si fissa un docente facendo finta di seguire le sue discettazioni circa i rapporti fra etica protestante e capitalismo. Troppo tardi, aveva già smesso di vibrare. Poco male, non avrei comunque risposto. Me la sarei cavata più tardi con uno "Scusa, stavo guidando", oppure "Ero sotto la doccia".

Davide forse, mentre i miei pensieri si sparpagliavano in mille direzioni e mi lasciavano con sguardo ebete a fissare il telefono, mi aveva anche detto qualcosa, e infatti lo udii incalzarmi:

"Ehi, allora? Ci sei, non rispondi?", disse insistentemente. 

"Sì, sì, ci sono." replicai distrattamente.

"Era ora. Stavi di nuovo fantasticando? Se scendi dalle nuvole finisco di raccontarti quello che so di quella tipa."

Gli risposi con un'occhiata che non poteva che significare che ero estremamente interessato a quello che stava per raccontarmi.

continuò il discordo dicendo: " la incontro spesso in biblioteca, le piace leggere, soprattutto romanzi rosa. Non è una ragazza molto socievole, beh, come dargli torto è orfana... " e si interruppe un momento. lo fissai negli occhi e notai uno scintillio... Sicuramente si era rattristato a causa del discorso, visto che i suoi si stanno separando e non sta passando proprio un bel momento. Così lo afferrai sulle spalle e gli dissi: " Tranquillo Daddo, mi hai già detto molto di lei... Mi dispiace per te... io..." ma non riuscivo a continuare, non posso dirgli "ti capisco" o qualcosa di simile perché in realtà, solo chi passa la sua stessa condizione familiare può sapere come ci si sente! Così decisi di alleggerire la situazione e continuai :" dai Daddo vieni a casa mia" e lui con un semplice sì mi seguì con gli occhi ancora lucidi, sul punto di scoppiare in un pianto. Arrivati a casa iniziammo a parlare e fra una cavolata e l'altra si erano fatte le 19.30 così gli dissi: " Daddo ho della pizza surgelata che ho preso ieri al market, anche due corona precise!" e lui mi lanciò un occhiata come per dire "mi hai capito alla perfezione amico!" e iniziammo a mangiare. Continuammo a parlare, parlare e parlare ancora, fino a quando, a causa dell'orario, Davide se ne dovette andare e io mi misi a letto. Il giorno dopo mi svegliai alle 10:30! Wow! questa volta si che avevo dormito... Appena alzato ero stordito, presi il cellulare per controllare i messaggi... Niente oltre ai soliti messaggi mattutini di Davide. I primi due mi ringraziavano per la serata del giorno prima. Appena li lessi pensai:" Tu ringrazi me... Sai quante volte mi hai aiutato amico mio..." ma questo pensiero fu subito interrotto appena vidi l'ultimo messaggio che diceva:" Wwe come va? probabilmente starai ancora dormendo... Comunque ho una sorpresa per te! Chiamami appena puoi!" Così lo chiamai subito....

 

Era un mio amico che non sentivo da mesi. Mark si era trasferito da sua madre nella grande mela appena finita l'Università e stava facendo un master lì.

Ero davvero curioso di sapere cosa avrebbe avuto da raccontarmi. Io infondo non conducevo la vita che volevo e non vedevo l'ora di scappare pure io

da questo paese che oramai mi stava stretto e che non mi dava la benché minima voglia di mettermi in gioco soprattutto per gli studi che stavo facendo.

Magari avrà conosciuto gente nuova..e poi si sa N.Y. ti regala un sacco di giornate elettrizzanti..

Ok gli mando un sms che accedo a skype! ..E così..

 

Fuori dalla massa come stile di vita

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  • 2 settimane dopo...

Ah, i disegni con le griglie, li facevamo anche noi.

Adesso ti manca tutto il chiaroscuro con la matita morbida. Non sei neanche a metà lavoro  :ghghgh:

:apple: MacBook Pro 13" mid 2012 (macOS 10.14.6 Mojave) :apple: iPhone 6S (iOS 13.1.2) :apple: iPad mini (iOS 9.3.5) :apple: Apple TV 4a gen. :apple: iPod nano 5a gen.

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Io non so disegnare, non so scrivere ...

Esprimo la mia creatività diversamente (la Matematica è una delle cose più creative che si possano immaginare).

Ma voglio condividere qua l'opera di un amico genio, perché la ritengo estremamente particolare ed originale.

Verso la fine del secolo scorso, uno studente di terza liceo durante le lezioni sulla Divina Commedia, inizio a scarabocchiare alcuni versi riprendendo quelli originali, ma riadattati.

Il gioco ha preso piede e coinvolto il compagno di banco e ne è venuta fuori una variante della Divina Commedia ambientata dentro al liceo.

21 canti (1 prologo, 10 Inferno e 10 Paradiso), di 100 endecasillabi ciascuno a rima baciata.

La cosa spettacolare è che non si tratta di una presa in giro ma, pur essendo molto divertente, è una cosa serissima; io certe cose del'originale le ho imparate prima da questa, e solo poi le ho ritrovate in quella di Dante.

Mi ha appassionato tanto che anni fa iniziai a pubblicarla su internet, ma poi la cosa purtroppo è rimasta sospesa ai primi canti, per il poco tempo a disposizione (e limiti informatici miei).

Comunque questo è il link, se interessa.

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Non sempre la creatività si esprime tramite arte o cose simili, e te lo dico da scacchista agonistico, non da studente, e ti assicuro che il nostro mondo è creatività a stato puro, pochi sport hanno, a mio parere, il gioco dettato dalla creatività di due menti che agiscono uno contro l altro...

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Io non so disegnare, non so scrivere ...

Esprimo la mia creatività diversamente (la Matematica è una delle cose più creative che si possano immaginare).

Ma voglio condividere qua l'opera di un amico genio, perché la ritengo estremamente particolare ed originale.

Verso la fine del secolo scorso, uno studente di terza liceo durante le lezioni sulla Divina Commedia, inizio a scarabocchiare alcuni versi riprendendo quelli originali, ma riadattati.

Il gioco ha preso piede e coinvolto il compagno di banco e ne è venuta fuori una variante della Divina Commedia ambientata dentro al liceo.

21 canti (1 prologo, 10 Inferno e 10 Paradiso), di 100 endecasillabi ciascuno a rima baciata.

La cosa spettacolare è che non si tratta di una presa in giro ma, pur essendo molto divertente, è una cosa serissima; io certe cose del'originale le ho imparate prima da questa, e solo poi le ho ritrovate in quella di Dante.

Mi ha appassionato tanto che anni fa iniziai a pubblicarla su internet, ma poi la cosa purtroppo è rimasta sospesa ai primi canti, per il poco tempo a disposizione (e limiti informatici miei).

Comunque questo è il link, se interessa.

 

interessante mi sono messa il link nei preferiti me lo leggerò con calma nei mie spazi liberi

grazie desko ! :)

 

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  • 1 mese dopo...

MI accingo alla creazione di un logo.

argomento?

 

Creazione di un disegno tema:

Pace e condivisione

Non si possono usare:

Numeri e lettere

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hai già un idea di che soggetti inserire?

 

 

 

 

 

io proseguo con le mie ceramiche 

 

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Nel mio post precedente avevo accennato alla creatività espresso attraverso la Matematica; riporto un esempio.

Nel 2010, pochi mesi dopo essermi fidanzato, ho iniziato a pensare ad un anello per lei ma, non trovando nulla di idoneo ho trovato una gioielleria che me lo avrebbe fatto su mio disegno.

Una prima versione era un nastro di Moebius, dove le due facce in realtà sono una faccia sola, come simbolo del matrimonio, dove due persone diventano un'entità sola (la famiglia).

Poi però ho pensato che non mi piaceva questa idea, perché comunque anche da sposati ognuno rimane se stesso, cioè rimaniamo due persone distinte, non ci "annulliamo" nel matrimonio (cioè, non è come due aziende che si fondono e dopo esiste una sola azienda).

Quindi ho cambiato e ho pensato a due nastri di colori diversi (oro giallo e oro bianco) intrecciati per tutta la lunghezza dell'anello, a simboleggiare due cose distinte (per questo di colori diversi), ma legate fra di loro. poi, in mezzo ad uno dei sei intrecci ci ho inserito una pietra, come simbolo del sacramento che tiene insieme il tutto.

Non sapendo disegnare, come dicevo, mi sono affidato alla matematica e quindi ho realizzato il modello 3D con una sorta di calcolatrice grafica, dandogli in pasto le equazioni delle superfici (ci ho messo parecchie ore per riuscire a calcolarle). Poi ho portato il disegno alla gioielleria, che mi ha costruito un prototipo in rame, mi sono procurato la misura del dito in modo truffaldino (grazie ad un'amica complice) e quando era tutto a posto, ho voluto prima verificare se sarebbe stato gradito, una volta deciso di sposarci, ma purtroppo ho ricevuto un rifiuto: lo ritiene uno spreco di soldi. Quindi non se n'è fatto nulla, ho chiamato la gioielleria, ringraziandoli per l'aiuto e disdicendo l'ordine (che non avevo mai confermato definitivamente per prudenza)

.Poi era tempo di organizzare il matrimonio e pensare alle fedi e così ho ripreso la mia idea, ma adattata alla forma della fede, più liscia, classica, ma coi due colori che si intrecciano attorno ad essa (anche qui costruito con le equazioni), ma sarebbe venuto un costo esagerato e quindi abbiamo optato per due fedi commerciali.

E tutto il mio sforzo creativo alla fine non ha prodotto nulla di concreto  :cray: , se non che tutte le sue amiche la invidiano e le danno della matta ad aver rifiutato un anello disegnato apposta ed io ho guadagnato mille punti di romanticismo ai loro occhi (non che la cosa mi interessi particolarmente).

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sicuro di volerti sposare???? :diavoletto:

 

dai scherzooooo :abbraccio: 

però in effetti è un peccato perché una cosa unica pensata solo per voi due sarebbe stato un vero gesto d'amore, almeno io la penso così..

 

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