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Che fine hanno fatto gli Architetti??


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Hola a tutti!

Causa tesi sono stato parecchio via dal forum ma ho continuato a seguirlo in anonimato!

Negli ultimi giorni mi domandavo... ma dove sono tutti?? La Doc, Lorenzo e gli altri... Un tempo qua si facevano belle discussioni, ci si confrontava su una passione e lavoro comune... 

Non è che l'Architettura (con la A maiuscola) è morta anche qui su ItaliaMac??

 

Un saluto a tutti

Valerio/Menz

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staranno tutti progettando palazzi storti, sedie senza gambe, scale di vetro dove non si vedono gli scalini...o roba del genere [emoji16]

scherzo eh...ma sai sono di Reggio Emilia e se penso a tutti i soldi che abbiamo depositato nelle tasche di Calatrava....

 

La gente non sa quello che vuole finché non glielo si mostra (Steve Jobs)

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Bhe Swarro stavo proprio studiando i suoi ponti a Reggio Emilia e, nonostante non sia uno dei miei architetti di riferimento, mi piacciono molto. So poco per quello che riguarda la Nuova Stazione, mentre capisco invece la tua frustrazione per la questione economica.

Le ArchiStar vivono su un mondo con una logica tutta loro :D

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infatti io ho pure scritto più articoli CONTRO le archistar, con tanto di vignette, sul periodico dell'Ordine della mia provincia.

Ci sono anche libri di autori vari sull'argomento. Ripeto, per chi non l'avesse capito: le archistar, ben lungi dall'aver nobilitato la nostra professione, hanno una grande fetta di responsabilità nell'aver allontanato la gente comune (la potenziale committenza, in soldoni) dalla nostra categoria.

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Ma dai, non diciamo sciocchezze. Le "archistar" fanno il loro lavoro, alcuni con maggiore coerenza di altri e con un innegabile opportunismo, ma se sono diventati "archistarr" qualche merito dovranno pur averlo.

 

Davvero, faccio fatica a capire come il fatto che uno studio internazionale progetti edifici storti possa danneggiare il piccolo architetto di provincia (ovvero NOI) il cui 99% dell'attività professionale consiste nel fare le pratiche per le detrazioni fiscali...

Quando parli di grossa fetta di responsabilità, a cosa ti riferisci esattamente? 

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Ma dai, non diciamo sciocchezze. Le "archistar" fanno il loro lavoro, alcuni con maggiore coerenza di altri e con un innegabile opportunismo, ma se sono diventati "archistarr" qualche merito dovranno pur averlo.

Quando parli di grossa fetta di responsabilità, a cosa ti riferisci esattamente? 

Non dico sciocchezze ma tutt'altro, e per di più difendo a spada tratta questa mia netta presa di posizione, condivisa tra l'altro da MOLTI colleghi, molti di più di quanto possiate sospettare. Anzi, sembra che sia il sentire comune, dopo i primi entusiasmi. Sono in svariate commissioni del mio Ordine per cui so di che sto parlando.

Responsabilità? potrei parlarne per ore oppure consigliarti libri o articoli sulle riviste del settore, visto che ne sono stati scritti a iosa, ma mi limito a due considerazioni, peraltro stra-ovvie.

 

La prima è che le archistar progettano per sé stesse e non per la committenza, a costo di fare atrii enormi che costano dieci volte tanto e che sono funzionali dieci volte meno. Vedo che Vitruvio ha insegnato invano. 

 

La seconda, molto più subdola ma non per questo meno evidente, è che la committenza di tutti i giorni - ohè ragazzi, è quella che ci dà i soldini che ci servono per campare - si è letteralmente stufata, ritenendo ormai "gli architetti interessati solo a fare case rotonde, grattacieli storti ed edifici bislacchi", senza badare un solo attimo alle reali esigenze del committente, al suo portafoglio e al senso estetico vigente (inutile rigirarci intorno: le calatravate e le hadidate alla gente NON piacciono).

L'intera categoria ne ha avuto un danno d'immagine considerevole (se non lo sapevate sapevatelo) a tutto vantaggio di ingegneri e, soprattutto, geometri, in particolar modo nella mia città, visto che nella vigente crisi dell'edilizia i geometri sono gli unici che continuano ad avere praticamente lo stesso numero di incarichi, mentre per architetti il calo è stato drammaticamente verticale.

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Ok. Accetto il tuo punto di vista.

Ammetto che le archistar in molti casi, dopo i fuochi iniziali, cadono in una autoreferenzialità che non porta a nulla di nuovi e anzi scade nel formalismo più puro.

Ma non si può negare che l'opera di gehry a Bilbao ha ricreato un tessuto deturpato e fuori da ogni logica urbana, hadid a Roma ha creato forse uno dei pochi interventi (maxxi) degno di essere chiamato tale e ha generato nuove possibilità in una zona piena di ex caserme e veramente triste.

Che poi la gestione di determinati spazi sia negativa non Dipende da loro ma da commissioni incapaci in molti casi di programmarne l'uso.

Sui costi delle loro opere penso sia una cosa di cui chi chiama un'archistar è consapevole. In un mondo basato sulla comunicazione se chiami Calatrava paghi per avere Calatrava. Se poi lui o chi per lui sfora il budget io mi domando: "forse non dovrebbe vigilare qualcuno"? Ma non sono un archistar e nemmeno un professionista consumato e magari qui potrei sbagliare.

Per il resto l'archistar rovina la figura dell'architetto?

Io quando vado in giro vedo interventi di edilizia residenziale dove non abiterei manco se mi pagassero.

Costruzioni fuori ogni logica e forma con uso aggressivo del suolo. E nella provincia non ci viene Calatrava a progettare ma la gente comune come noi.

Quindi io mi domando: non sarà che l'attenzione dovrebbe essere mossa anche verso le scarse soluzioni che i professionisti del settore offrono e di cui la gente si è rotta cercando in altre figure una soluzione?

Poi della Stampa e trattatistica pro e contro archistar possiamo leggerne e parlarne per ore.

È solo per dire che non è che perché gehry fa "edifici storti" a Bilbao toglie lavoro a me che lavoro in un qualsiasi posto d'Italia. :)

Inviato dal mio SM-G900F utilizzando Tapatalk

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guarda Mike l'Angelo, io non condivido in toto il tuo punto di vista perché mi sembra quello di chi vuol giustificare il fatto che la professione dell'architetto sia in crisi dando la colpa a chi, in questa forte crisi generale, riesce. Gli obbrobri edilizi sono la stragrande maggioranza di ciò che ci circonda, opera di geometri, architetti e ingegneri qualunque.

 

Se il privato non si rivolge all'architetto per ristrutturare la propria casa, probabilmente è perché ritiene (a torto o a ragione) che la parcella non sia giustificata e preferisce spendere il meno possibile in prestazioni professionali indispensabili a fare le cose in modo corretto dal punto di vista amministrativo, e poi cavarsela da solo.

 

Ora, che questo abbia un nesso con la Fondation Louis Vuitton di Gehry, tutta storta, in vetro e legno, con atri ultra-sovradimensionati... è davvero arduo da dimostrare.

La committenza di tutti i giorni può avere al massimo come riferimento il catalogo dell'IKEA.

 

Poi professionalmente c'è chi pur di campare si accontenta di fare la casetta con il tetto a falde, le tegole anticate, le modanature di serizzo... e sono questi, sì, ad avere rovinato la "reputazione" della figura dell'architetto.

 

Comunque, dato che sono ingegnere, se avessi ragione tu sarei dalla parte di quelli che grazie a Gehry e Hadid hanno guadagnato nuovi committenti! :-)

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Il discorso è che UNA o DUE archistar ogni tanto sono innocue e portano pure lustro alla categoria.

(Calatrava lasciamolo perdere, il suo ponte veneziano è stato un autogol epocale degno di Niccolai).

 

Il problema è quando la maggioranza degli studenti di Architettura vuole laurearsi per poter diventare archistar.

Ed è un problema serissimo, invece, mal digerito dalla comunità, alla quale non gliene può fregare di meno di aspiranti calatravini intenzionati a erigere palazzi dei congressi a forma di Enterprise nelle piccole città di provincia, ma ricerca professionisti pratici e capaci di ristrutturare l'esistente (perché è qui e solo qui che si gioca la professione futura) badando ai conti e senza fare finestre ovali tutte storte o pareti inclinate a 30°.

Questo è ciò che il mercato richiede.

 

Che poi i casermoni facciano ohibò nessuno lo contesta (non dimentichiamoci però che molti di essi sono stati progettati da... archistar italiane. Vedasi lo Zen).

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è normale che gli studenti di architettura abbiano aspirazioni. Poi ci pensa la realtà a ridimensionarle nella maggioranza dei casi. Ma non succede solo con gli studenti di architettura.

 

Poi, ripeto, trovo il tuo discorso molto sconclusionato.

 

  • non ci sono professionisti pratici e capaci ad intervenire sull'esistente? Ne sei convinto? Dipende dalle "archistar"?
  • cosa chiede il mercato? Chiede professionisti capaci ad intervenire sull'esistente nel 90% dei casi. Questo dovrebbe giovare ai piccoli studi, non alle "archistar", che si spartiscono la restante fetta.

A scanso di equivoci, non è che tutte le opere dei grandi progettisti siano dei capolavori, anzi. Ma dire il contrario e attribuire loro "una grande fetta di responsabilità nell'aver allontanato la gente comune" mi sembra un'affermazione non corretta.

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io da ignorante (non solo in questa materia) vedo e vivo come hanno ri-progettato alcune aree nei palazzi dove lavoro.

 

file enormi tipo esodo estivo per entrare nell'altrio.... prima c'erano normalissime porte a vetri ora due porte "rotanti".... brutte (IMHO) e decisamente poco utili... sono lente e ci entrano poche persone... quindi se al mattino arrivi 10 min tardi ti trovi una fila di 30 metri (non scherzo) per entrare.

 

poi hanno fatto fare 4 colonne cubiche...circa 1m x 1m e alte 5m.. che avevano collocato in mezzo al corridoio dell'atrio. dopo la prova di evasione le hanno spostate a lato. 

 

:facepalm:

 

 

saranno costate 10.000 euro l'una.

 

la mensa.. prima c'erano due file classiche dove puoi appoggiare il vassoio e scorrere scegliendo quello che vuoi mangiare. ora è a isole... non si capisce più nulla... anche li file kilometriche per entrare... tempo perso.. incazzature perchè il collega ti passa davanti per prendere il contorno...

 

prima era bruttina ma mooooooolto più funzionale.

 

 

quello che voglio dire è che bello è meglio ma deve essere funzionale.. se è solo bello ma non porta utilità...meglio il brutto.

 La supposizione è la madre di tutte le cazzate.

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...quindi Apple dovrebbe entrare nel mondo dell'architettura! E detto questo me ne scappo dal post ridendo... O forse no...

Il Mac è come un televisore, quando ti serve lo accendi, lo usi, te lo godi e, quando ti sei stancato, lo spegni.

Un PC Windows è come se ti fossi preso il cane: gli devi togliere le pulci, lavarlo, pettinarlo e, per ricompensa, se per una volta ti dimentichi di portarlo in bagno, te la farà in casa.

[cit.]

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...quindi Apple dovrebbe entrare nel mondo dell'architettura! E detto questo me ne scappo dal post ridendo... O forse no...

Che vuoi dire maC?

Non capisco il senso del post ;)

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...forse che Apple fa cose belle e funzionali? minimaliste....?

Sì ci avevo pensato anche io giuca ma volevo sapere il punto di vista di maC ahah

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quello che voglio dire è che bello è meglio ma deve essere funzionale.. se è solo bello ma non porta utilità...meglio il brutto.

In quel post, mi ricollegavo semplicemente a questa parte del post di Giuca, che mi ha fatto venire in mente l'ossessione di Jobs per avere un computer (al giorno d'oggi elemento funzionale per eccellenza) che fosse bello a vedersi. Poi ho pensato allo Yacht varato poco dopo la sua morte, agli uffici della sede centrale... Chissà che combinerebbero cercando di fare edifici e altre strutture urbane... Capace che ne fanno un tipo figo e poi ti permettono solo di cambiare la vernice...

Comunque, per quanto riguarda la discussione, a me non frega nulla se un architetto lavora o meno. Secondo me sta al singolo fare in modo di trovarsi la clientela e di solito questo avviene quando si lavora bene (le oscillazioni sono ammesse). Quindi, che sia un tecnico con un buon occhio a fare delle strutture belle e funzionali, che sia un architetto cambia poco, perché dietro ai titoli ci sono le persone e se la persona non è valida non può appellarsi al suo titolo. Per valido intendo a 360 gradi, non solo nel disegnare, calcolare, costruire, ma proprio come essere umano.

Per carità, può essere poi più o meno facile trovarsi la clientela sfruttando l'onda del momento, ma in fin dei conti il risultato è IL biglietto da visita e se non piace, anche l'onda va a farsi friggere... Poi può anche essere che le opere che a uno sembrano brutte a molti sembrano belle, questo è indiscutibile e l'unico modo per cercare di modificarlo, secondo me, è sensibilizzare questo aspetto durante la formazione di tutti, quindi con la cultura.

Il Mac è come un televisore, quando ti serve lo accendi, lo usi, te lo godi e, quando ti sei stancato, lo spegni.

Un PC Windows è come se ti fossi preso il cane: gli devi togliere le pulci, lavarlo, pettinarlo e, per ricompensa, se per una volta ti dimentichi di portarlo in bagno, te la farà in casa.

[cit.]

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A scanso di equivoci, non è che tutte le opere dei grandi progettisti siano dei capolavori, anzi. Ma dire il contrario e attribuire loro "una grande fetta di responsabilità nell'aver allontanato la gente comune" mi sembra un'affermazione non corretta.

Beh, informati... resterai sorpreso.

Comunque, questo mi sembra sì sconclusionato... hai appena detto (la consecutio temporum è quella) che io avrei detto il contrario di "non è che tutte le opere dei grandi progettisti siano dei capolavori" e cioè avrei detto che "le opere dei grandi progettisti sono dei capolavori" il che, francamente, non mi risulta. Oh, in italiano corrente il senso della tua frase è quello. Se volevi intendere diversamente dovevi esprimerti meglio. Piccolo OT del tutto trascurabile.

A parte ciò, se gli studenti aspirano a diventare tutti archistar, corriamo il rischio di creare una generazione di frustrati e delusi, quindi sarà il caso che scendano con i piedi per terra quanto prima.

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divido in due parti la risposta del post, e poi evito di rispondere ulteriormente perché la conversazione è sterile, millanta statistiche inventate e senza riscontro, che sembrano prese dai "dibattiti" politici dei nostri giorni.

 

PARTE 1 - L'italiano (OT trascurabile, ma visto che l'hai tirato in ballo...)

Ho scritto: "non è che tutte le opere dei grandi progettisti siano dei capolavori, anzi" che significa riconoscere, dal mio punto di vista, che ci siano molte opere di grandi progettisti che non sono poi così degne di nota.

Il contrario di questa affermazione è: "non è che tutte le opere delle archistar siano delle schifezze" significa: "generalmente le opere prodotte dalle archistar fanno schifo e non hanno senso, ogni tanto qualcosa si salva", ovvero - mi sembra - il tuo punto di vista (correggimi se sbaglio).

La consecutio temporum poi è un'altra cosa che riguarda la costruzione delle subordinate (se hai fatto il classico o lo scientifico l'avrai studiata - magari sei geometra).

 

PARTE 2 - anche per semplice amore dell'architettura, come si fa a non interessarsi, amare, giudicare criticamente le singole opere?

Se si entra nell'ottica di quello che si dice all'Ordine, il tema fondamentale è che non ci sono più i minimi tariffari, che il cliente vuole spendere sempre di meno, che il cliente non paga...

e infatti gli Ordini campano grazie ai corsi di aggiornamento e non offrono una vera tutela - ammesso che sia possibile - ai professionisti.

Le archistar si rivolgono ad una committenza completamente diversa e - a mio avviso - mediamente più colta, consapevole del ritorno economico e mediatico che può avere commissionando un'opera ad un grande nome. Ma scusa, nel passato non era esattamente così?

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mi ero dimenticato l'ultima parte del discorso, quella relativa alle aspirazioni degli studenti.

 

Ritengo - sempre dal mio parziale punto di vista - che tra l'archistar e il geometra del paese che progetta con archetti e paramano ci sia la via di mezzo.

La via di mezzo dovrebbe essere costituita da progettisti che si trovano ad operare in contesti comuni, che devono risolvere problemi comuni ma che, con la propria formazione e cultura riescono a dare risposte concrete, funzionali e CONTEMPORANEE.

 

Ogni situazione, per quanto apparentemente banale e avvilente, può essere risolta in modo brillante attraverso la sensibilità e la cultura del progettista, senza ricorrere ad atri sovradimensionati.

Progettare in modo contemporaneo significa fare uno sforzo ulteriore. Il fatto è che non tutti sono dotati e hanno questa sensibilità. Chi non ce l'ha può sforzarsi ad acquisirla, oppure continuare a usare le tegole anticate e dare la colpa alle archistar.

 

L'università dà le basi e offre gli stimoli che è poi il singolo ad approfondire e a metabolizzare. Sto facendo filosofia?

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Onestamente io da giovane laureato posso dire che non è che nell'Università si cerca di tramutare la gente in archistar.

Queste ultime volenti o nolenti esistono, hanno catalizzato l'attenzione del mondo negli ultimi 10 anni e sono un modello a cui guardare in modo critico e necessario.

L'educazione che ho avuto io è stata quella di lavorare nell'esistente, offrire risposte a problemi moderni con la dovuta sensibilità.

Il grande gesto fine a sé stesso è stato un qualcosa di raro sempre contestualizzato in un'educazione tout Court su diverse tematiche.

Non credo che l'Università debba creare "professionisti in serie" figli solo di normative e soluzioni preconfezionate.

Ci penserà già il mercato in caso a fare ciò se sarà necessario.

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