È stata da poco pubblicata una serie di benchmark effettuata su molti device Apple, con la quale si dimostra che l’azienda di Cupertino non applica la strategia aziendale dell’obsolescenza programmata. Una bella notizia per tutti i clienti della Mela ed un colpo basso alla concorrenza.

A partire dal 2016, la società di benchmarking Futuremark ha iniziato ad effettuare dei test su vari dispositivi Apple rilasciati negli anni, con i rispettivi sistemi operativi che venivano man mano aggiornati alla versione più recente. Nel caso specifico parliamo di iPhone.

Cos’è l’obsolescenza programmata?

È dimostrato! Apple non applica l'obsolescenza programmata 1

Prima di proseguire con la notizia in sé, è bene chiarire il concetto di obsolescenza programmata. Si tratta di una strategia aziendale, utilizzata soprattutto da aziende di elettronica, in cui si decide di definire il ciclo vitale di un prodotto prima della sua immissione sul mercato.

Questo permette di “rendere vecchio” un determinato prodotto, dopo un certo periodo di tempo, in modo da “costringere” gli utenti ad acquistare la nuova versione del prodotto ed ottenere maggiori guadagni.

I test della Futuremark

È dimostrato! Apple non applica l'obsolescenza programmata 2

L’azienda ha effettuato oltre 100,000 benchmark sui dispositivi di Apple. Si parte da iPhone 5S. Il dispositivo rilasciato nel 2013, è stato sottoposto ai test a partire da aprile 2016 con iOS 9, passando ad iOS 10 nel settembre del 2016 fino ad iOS 11 durante settembre 2017. Ecco i grafici dei dati, rispettivamente della CPU e della GPU:

È dimostrato! Apple non applica l'obsolescenza programmata 3

È dimostrato! Apple non applica l'obsolescenza programmata 4

Come si può osservare, dopo 1 anno e 5 mesi, i punteggi sono rimasti pressoché invariati. Pubblicato gli stessi grafici, che rappresentano i dati dei medesimi test, anche per tutti gli iPhone successivi:

È dimostrato! Apple non applica l'obsolescenza programmata 5

Si può osservare come i punteggi siano variati di molto poco e, in alcuni casi, anche aumentati rispetto al passato. Questo dimostra come Apple non renda appositamente obsoleti i propri dispositivi. A favore di questa tesi è la stessa Futuremark, che dichiara:

Our benchmarking data shows that, rather than intentionally degrading the performance of older models, Apple actually does a good job of supporting its older devices with regular updates that maintain a consistent level of performance across iOS versions.

È davvero una grande notizia per gli utenti fedeli ad Apple, che possono evitare di sentirsi “presi in giro” ed essere sicuri di acquistare e possedere un prodotto che durerà nel corso degli anni.

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4 Commenti

  1. Ma invece di misurare quanto ce l’hanno lungo la CPU e la GPU nel corso degli anni (misurazione che non serve a NESSUNO), perchè non ci parli delle funzioni che vengono semplicemente tolte, come facetime da iphone 4s, che ha addirittura scatenato una class action. Questo articolo non è la dimostrazione di nulla. Tutti notiamo dopo gli aggiornamenti IOS un rallentamento del device, e non servono nè grafici a barrette nè performance (teoriche) dei processori per notarli.

  2. Mah ….vale quel che vale
    Onestamente non credo che nessuno pensasse che ad una nuova release di ios Apple introducesse limiti alle performance hardware. il fatto è che il software costantemente aggiornato per nuovo hardware risulta sempre meno ottimizzato per il vecchio hardware. Il problema risiede nelle app …la stessa app che si aggiorna di continuo su vecchi dispositivi anche in assenza di nuove funzioni (nuove funzioni sono spesso limitate su vecchio hardware ma la appesantiscono ugualmente) diventi sempre più lenta. E’ il software il fattore discriminante. Bene che con ios 11 migliorino le prestazioni GPU…meno bene che peggiorino le prestazioni CPU ma se il software richiede il 20% in più e magari senza un reale motivo li scatta il problema. Io penso penso che la cosa migliore per l’utente sia permettere il downgrade e mantenere solo aggiornamenti di sicurezza per un certo periodo finale di vita prodotto. Voglio le nuove funzioni…compro un telefono nuovo. Ovvio che lo scopo è farti cambiare il cellulare in ogni caso e non aspettare che ti si spacchi

  3. Stando agli articoli del Corriere l’obsolescenza per Apple esiste e come ed é anche dimostrata e stimata di circa tre anni

    • L’iPhone? «Ha una durata di 3 anni»

      Cupertino definisce l’utilizzo medio dei suoi prodotti: «36 mesi i telefoni, quattro anni
      i Mac». Ma non si tratta di una dichiarazione di obsolescenza programmata
      La definizione “obsolescenza programmata” può sembrare complicata, ma il senso è davvero semplice. E non sempre ben digerito. Si tratta della durata di un prodotto decisa in anticipo dall’azienda che lo produce. Apple da anni è al centro di accuse di definire i tempi di vita (e di morte) dei propri prodotti al fine di indurre all’acquisto dei nuovi modelli. La Rete, e molti siti di informazione, sono andati in subbuglio quando è stata la stessa azienda di Cupertino a rivelare in un documento pubblicato nei giorni scorsi – in occasione della campagna per la Giornata della Terra – che la durata media dei proprio prodotti è tre anni. iPhone, iPad, Apple Watch diventano “vecchi” dopo 36 mesi, più lunghe di un anno, invece,  le aspettative di vita di un Mac e di Apple Tv che secondo i dati della mela morsicata dovrebbe avere fino a 4 anni di “esistenza”. Ma non si tratta di obsolescenza programmata, fanno sapere dall’azienda. Bensì della definizione dei termini di utilizzo medio dei device da parte del primo acquirente. Utsata per calcolare il ciclo di vita di un prodotto e dunque il suo impatto ambientale.

      Apple for Earth
      Il documento infatti è stato presentato da Cupertino durante Apple for Earth, campagna di comunicazione sugli impatti ambientali dei propri prodotti in collaborazione con WWF. In una parte del documento si legge: «Per quanto riguarda gli anni di utilizzo, da quando il device è stato acquistato per la prima volta, sono circa quattro anni per i dispositivi su OS X e TVOS e tre anni per i dispositivi con iOS e di WatchOS». Si tratta di stime, dunque, e non di una dichiarazione di intenti da parte di Apple. Al limite è la constatazione del ciclo di vita che gli Apple fan concedono ai propri gadget: 800 euro per un telefono che poi cambieranno tre anni dopo. Niente di diverso in realtà dagli utilizzatori di telefoni Android: non è dunque il telefono a scadere ma il marketing a farcelo sentire “vecchio”. E da cambiare. Perché smartphone e tablet in realtà almeno ancora qualche anno continuano a vivere con i programmi di riciclo, come sottolinea Lisa Jackson: «Un altro modo in cui stiamo cercando di preservare le risorse del pianeta è attraverso il programma di Riuso e Riciclo. Ci impegniamo molto per evitare che i nostri prodotti non finiscano in luoghi come le discariche abusive e crediamo che il miglior modo per evitarlo sia di riutilizzati», spiega la vicepresidente Apple per l’ambiente. «Questo è il motivo per cui progettiamo i nostri prodotti perché durino nel tempo, ed è questo il motivo per cui la stragrande maggioranza degli iPhone che ricicliamo risultano riutilizzati. Ma prima o poi, anche i nostri prodotti devono essere smaltiti».

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