La storia del primo VHS Ikea componibile con interfaccia Apple mai esistito

Periodo parallelo di ambientazione: metà anni '90

Era il 1994. Michael Spindler, ingegnere tedesco e veterano di Apple Europa, era appena salito al vertice dell’azienda dopo l’uscita di John Sculley. Stava cercando di capire cosa salvare e cosa abbandonare. Il caos regnava sovrano: Newton in crisi, troppi modelli, comunicazione sfilacciata. In mezzo a tutto questo, spuntò un’idea che sembrava uno scherzo. Ma era reale.

Apple era in affanno. I conti zoppicavano, i cloni dei Macintosh cannibalizzavano il mercato e Windows 95 si preparava a conquistare ogni scrivania del pianeta. Senza Steve Jobs, l’azienda era diventata un arcipelago di reparti disallineati, ognuno con la propria idea di futuro. Troppi prodotti, nessuna visione. La stampa iniziava a parlare di declino irreversibile. Il consiglio di amministrazione cercava disperatamente un colpo di teatro. Anche il più improbabile. Fu in quel vuoto di strategia che arrivò lui.

Nome in codice: Apple Ikea Pläyset.

Un incrocio tra un videoregistratore VHS, un Power Macintosh 5260 e un mobile IKEA della serie LACK. Un’idea folle nata da una collaborazione mai confermata tra Apple e IKEA. L’obiettivo? “Conquistare il salotto”. Il risultato? Un disastro con viti svedesi, cavi S-Video e menù a tendina in Helvetica Bold.

“Non era un computer. Non era un mobile. Non era un videoregistratore. Era tutto questo. E niente di questo.”

Da una brochure interna, ritrovata nel cestino accanto alla stampante StyleWriter inceppata

I dettagli Apple Ikea mai trapelati (fino ad ora)

  1. Il Pläyset arrivava smontato in una scatola piatta da 18 kg.
  2. Si montava con una brugola in dotazione, marchiata Apple, con logo inciso a laser.
  3. L’interfaccia era una versione custom di System 7, adattata per l’uso da telecomando ADB.
  4. La funzione “rewind” aveva animazioni, lentissime.
  5. Ogni cassetta inserita veniva mostrata come un’icona sul desktop.
  6. Per premere “Play” bisognava cliccare su un menu a tendina intitolato “Esperienze visive”.
  7. Conteneva uno slot per cassette VHS e uno per floppy. Ma non potevano essere usati contemporaneamente per motivi mai spiegati.

Il vero problema, però, era la sincronizzazione tra hardware e mobilia. Se il mobile era montato male, la testina non allineava i nastri. In Svezia, un beta tester si lamentò di aver visto “Tre uomini e una gamba” tutto in blu e verde. Apple rispose con un aggiornamento firmware… su CD-ROM. Che però il Pläyset non leggeva.

Documento interno Apple sul progetto Pläyset (1996)

Una scansione ritrovata negli archivi di Cupertino dell’altra linea temporale. Il memo rivela dettagli mai resi pubblici sul misterioso Apple Pläyset, il primo videoregistratore modulare con System 7. Un progetto reale? Nessuno lo ha mai confermato. Ma qualcuno lo ha firmato.

Scansione di un memo interno confidenziale di Apple, sopravvissuto al tempo e al caffè, con dettagli mai resi pubblici sul progetto Pläyset.

Come finì

Durante una presentazione interna, il Pläyset fu mostrato a una delegazione di manager europei. La demo andava bene, finché la registrazione si bloccò sulla sigla di “Baywatch”. Nessuno riuscì a tornare al menu. Una schermata grigia con scritto “Stai vivendo un’esperienza” rimase accesa per 47 minuti. Il progetto fu sospeso e abbandonato nei mesi successivi, senza mai essere annunciato pubblicamente.

I prototipi vennero smontati pezzo per pezzo e riutilizzati nei laboratori come supporti per monitor o per tenere ferme le stampanti StyleWriter. Le brugole avanzate finirono nei kit interni per il montaggio dei primi iMac G3. Una sola unità funzionante è sopravvissuta. Si dice sia nascosta in un magazzino IKEA di Älmhult, accanto a una lampada da terra incompleta.

Apple Ikea Pläyset oggi

Di tanto in tanto, nei forum di collezionisti, si parla di una misteriosa versione con telecomando trasparente e cassetto motorizzato. Nessuno l’ha mai vista. Ma si racconta che ogni tanto, una vecchia TV collegata via SCART al Pläyset si accenda da sola… mostrando il desktop di System 7. Con l’icona “Fantaghirò – Parte 3” lampeggiante.

Una rara stampa pubblicitaria interna, ritrovata piegata all’interno di un catalogo “produkter under utvärdering” custodito nell’archivio cartaceo della sede IKEA di Älmhult. Sembra destinata a un’esposizione mai avvenuta.

Ma è mai esistito?

Ovviamente no.
Ma su Italiamac ci piace immaginare un mondo dove Apple ha provato anche a vendere un VHS componibile da salotto. E ha fallito. Con grazia e brugola.

Ucronìa: Cupertino, la seroe sci-fi retrofuturista di Italiamac, ideata da Gabriele Gobbo

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