Oggi su Wired Italia Riccardo Meggiato espone la sua visione del problema del Mac Pro e del probabile flop del Mac per i professionisti, di cui però non si sa molto e pare non sia stato apprezzato. Ma andiamo al sodo, qui sotto potete leggere parte dell’articolo di Wired, concesso in CC.

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Annunciato  in pompa magna da Apple nell’ottobre del 2013, e lanciato sul mercato due mesi dopo, il Mac Pro è stato uno degli oggetti più misteriosi e controversi per il colosso di Cupertino. Bello come nessun altro, o quanto meno originale, aveva però dimostrato subito un rapporto qualità-prezzo quantomeno discutibile.

 

In soldoni: costava (e costa) un patrimonio, ma in quanto a prestazioni si trovava (e si trova) di meglio e a circa la metà del prezzo. Considerazioni tecniche a parte, dal lontano gennaio 2014 Apple sembra aver nascosto la sua creatura, almeno dal punto di vista comunicativo. E mentre si rincorrono le voci su un possibile successore, la domanda che molti si fanno è: dov’è finito il Mac Pro? E anche: cosa rappresenta il settore “Pro” per Apple, oggi?

 

Il noto ermetismo di Apple nel dare numeri non aiuta, ma ho provato a trovare qualche risposta, ricorrendo anche all’aiuto di uno dei più grandi analisti hi-tech del mondo: si tratta di Howie Fenton, vice president of consulting a MG, con una lunga esperienza nel ramo delle consulenze alle aziende, in particolare di stampa e creatività digitale, e agli strumenti adatti per migliorare la produttività.

E, soprattutto, autore di un celebre pezzo intitolato, molto esplicitamente Is the New Mac Pro Destined to be Like the Apple Lisa?.

 

In quell’articolo, uscito a pochi giorni dal lancio del Mac Pro, Fenton spiegava perché, secondo lui, il nuovo barilotto era destinato a fare la fine dell’Apple Lisa, il computer che nei primi anni ’80 venne universalmente definito rivoluzionario salvo poi essere archiviato come uno dei più grandi flop in salsa tecnologica a causa del prezzo di lancio di 10mila dollari.

 

“Nell’articolo che scrissi nel febbraio del 2014 dissi che il prezzo di Apple Lisa – e Mac Pro – era troppo alto per la maggior parte degli utenti e che, come effetto, le vendite di questi prodotti non avrebbero raggiunto la quantità minima necessaria per continuarne la produzione. Nel mio lavoro quotidiano con designer, aziende e laboratori di stampa, vedo grande riluttanza nel comprare il “nuovo” Mac Pro. Invece, molti hanno deciso di tenere le vecchie macchine e aggiornarle, o comprare nuove macchine Windows”.

 

Nella pubblicazione dei dati di vendita Apple è molto furba, si sa. Per esempio, tende ad agglomerare le vendite dei prodotti della stessa linea. E così, nel caso specifico, si premura di comunicare le vendite dei Mac, con un tutt’uno che include MacBook, Mac Mini, iMac e Mac Pro. Che è un po’ come se Sony, anziché annunciare quante PlayStation 4 ha venduto, si riferisse a un generico “PlayStation vendute”, infilandoci anche la PlayStation 3 ancora in commercio. Fatto sta che, a pochi giorni dal lancio ufficiale, Apple si affrettò a dire che il primo stock del nuovo Mac Pro era andato esaurito solo coi pre-ordini. Possibile, certo, ma sarebbe stato opportuno dire anche quanti ne erano disponibili. Un milione? Mezzo milione? Mille? Senza questo dato, l’annuncio di Cupertino non aiuta certo a capire.

 

C’è tuttavia un dato che può tornare utile per comprendere se il Mac Pro abbia incontrato un certo successo, ed è proprio il venduto dei Mac. Anche se questo va combinato con la spesa media per un computer Apple. Cerco di spiegare. Il primo quarto fiscale di un’azienda (Q1) è quel periodo che va dall’1 gennaio alla fine di marzo. Nel caso del Mac Pro, è interessante analizzare il primo quarto del 2014, vale a dire i primi tre mesi di vendita della macchina, confrontandoli con l’anno precedente, dato che dal 18 febbraio del 2013 Apple aveva smesso di vendere la vecchia generazione di Mac Pro.

 

Nell’Aprile del 2014, Apple annunciò di aver venduto 4,1 milioni di Mac. Luca Maestri, il Senior Vice President and Chief Financial Officer di Apple, all’epoca tenne una conference call con gli azionisti, nella quale dichiarò: “Grazie alle grandi performance di MacBook Pro e MacBook Air, i Mac hanno guadagnato un market share globale per 31 degli ultimi 32 quarti”. (…)

 

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Che fine ha fatto il Mac Pro? L'opinione di Riccardo Meggiato di Wired 1
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