Il giudice americano ha deciso, Apple ha ragione e Samsung ha infranto 6 brevetti della mela di cui almeno tre in “modo volontario”. Per questo motivo la coreana dovrà risarcire l’azienda di Cupertino con 1,05 miliardi di dollari (Apple ne aveva chiesti 2,5). Ma non è solo una questione economica perchè questa vittoria potrebbe far scatenare i legali di Apple e chiedere la sospensione delle vendite di moltissimi prodotti Samsung. A sua volta Samsung potrebbe fare ricorso, e quasi certamente lo farà, allungando all’infinito la querelle. Ma tantè… Apple ha vinto, una delle cause più importanti per se e anche una delle più importanti per tutto il mondo dell’hi-tech.
La portavoce di Apple Inc. Katie Cotton, riportando anche le parole di Tim Cook, ha dichiarato:
“Ringraziamo la giuria per il servizio reso e per aver investito il tempo ad ascoltare la nostra storia e siamo stati felici finalmente di poterla raccontare. La montagna di prove presentate a dimostrato che il plagio di Samsung è andata ben oltre rispetto a quanto persino noi sapevamo. Le cause legali tra Apple e Samsung vanno oltre brevetti o denaro. Sono sui valori. Alla Apple amiamo originalità e innovazione e dedichiamo la nostra esistenza per fare i migliori prodotti del pianeta. Costruiamo questi prodotti per deliziare i nostri utenti, non per farli copiare dai concorrenti in modo così palese. Ci complimentiamo con la corte per aver dimostrato il comportamento doloso da parte di Samsung e per aver mandato un messaggio forte e chiaro: ubare non è giusto.”
Non si fa mancare la secca replica di Samsung, che fra le altre cose dichiara che il verdetto è una “perdita per i clienti e i consumatori americani (…) riduce la possibilità di scelta e l’innovazione (…) quella della giuria non è l’ultima parola”
Per ulteriori approfondimenti vi consigliamo di leggere questo articolo di James Niccolai and Martyn Williams su MacWorld USA, oppure questo reportage di Electronista, infine questo articolo di Tom’s Hardware in italiano, da cui è presa la tabella qui sotto, con i conti economici con cui si è giunti alla cifra del risarcimento.
(Immagine di apertura: Vicki Ellen Behringer, tradda da cnet)
