Le app sono in costante crescita, un business che potenzialmente ti sistema per la vita, se azzecchi quella giusta. Ma salvo colpi di fortuna clamorosi, farcela non è facile, anzi, è un’autentica impresa, considerando poi la concorrenza forsennata che ti aspetta negli store. Ecco allora qualche consiglio per trovare l’idea vincente, capire qual è il sistema operativo più adatto e acquisire le competenze per sviluppare la tua app dalla A alla Z. In bocca al lupo. Riprendiamo un interessante articolo di Wired di Martino de Mori sempre valido.

 

Studia la piattaforma
Al di là delle tue preferenze personali, devi fare dei ragionamenti sulle possibilità di successo della tua app e sul rapporto sforzo/risultato. Per prima cosa analizza con attenzione gli store dei vari sistemi operativi mobile per individuare se c’è qualche ‘buco’: un’app che manca, insomma, una nicchia scoperta, un’esigenza ancora da soddisfare.

È importante poi valutare le dimensioni del mercato con cui ci si va a confrontare. Qualche dato sull’ultimo trimestre relativo ai due os più diffusi:
– per numero di download Android è cresciuto del 60%, iOS del 45%
– i ricavi di iOS sono saliti del 45%, quelli di Android del 30%
– in totale, lo store di Android ospita circa 150 milioni di app, quello di iOS 100 milioni.

Un’analisi mirata quindi può aiutarti a fare la scelta giusta: se pensi a una storia interattiva per bambini, per esempio, magari evita iOs e Android e punta su Windows Phone, dove la concorrenza è meno serrata. Se hai qualcosa in grado di eguagliare Ruzzle, vai invece sui primi due: se riesci a fare il botto qui, i profitti e la visibilità possono diventare considerevoli. E tieni d’occhio anche BlackBerry-Amazon: una fetta di mercato minore rispetto alla altre, ma non per questo da trascurare.

 

Valuta i possibili ricavi
Non c’è dubbio che con il robottino verde raggiungi più utenti, ma con Apple incassi di più: nell’ultimo trimestre le app dello store di Cupertino hanno guadagnato l’80% in più rispetto a quelle di Google Play. E in confronto a qualche anno fa, quando l’obolo da lasciare a Brin e Page era inferiore rispetto a quello dovuto a Jobs e Cook, ora la commissione applicata da Google, Apple e Microsoft per la vendita sui loro marketplace è la stessa: il 30%.

 

Misura le tue forze
Non devi per forza inventare un social network mobile che uccide Twitter o il nuovo Angry Birds. L’offerta è spaventosa e la torta se la spartiscono davvero in pochi: se sei da solo o non hai un team con i controfiocchi per supportare lo sviluppo di un’app di grossa portata, meglio allora concentrarsi su qualcosa di molto specifico.

 

Cerca l’idea
Non è vero che tutto è stato già fatto e detto in termini di app (chi usava Whatsapp tre anni fa?), ma se hai un’ideuzza in testa che ti pare brillante (o immorale, è uguale), per prima cosa cerca sempre di capire se qualcun altro l’ha già sviluppata, e come. Ricordandoti sempre questa regola: se ancora non esiste negli store, o è l’intuizione giusta o è una cavolata.

 

Scova la nicchia
Il motto act globally, think locally ha un suo senso anche nel mondo delle app: pensa a qualcosa di legato al territorio, e non per forza di portata mondiale. Non significa pensare in piccolo, ma muoverti in un ambiente che conosci, nel quale è più facile capire le esigenze del pubblico. Che magari sono le tue stesse: Zuckerberg in fondo voleva solo rimorchiare le ragazze del suo college.

 

Vendi!
Sappiamo tutti che non è necessario fare un’app a pagamento per guadagnare. Pubblicala gratis e sarà più facile che si diffonda (nel caso leggi qui), oppure prendi in considerazione un modello freemium, che per molti sviluppatori, in particolare di videogiochi, ha funzionato alla grande. Ma non è certo finita qui: bisogna affrontare il colossale problema del marketing e della visibilità, che non c’entra nulla con la qualità dell’idea e dello sviluppo e che va impostato fin da subito, soprattutto se non sei Tom Hanks. E di Flappy Bird, che diventano un fenomeno virale praticamente solo con il passaparola, ne capitano pochissimi.

 

Conosci il linguaggio
Ora che hai trovato l’idea giusta, non ti resta che metterti all’opera. E qui si comincia a fare sul serio: anche se esistono diversi strumenti che facilitano il lavoro, non puoi prescindere dalla conoscenza dei linguaggi di sviluppo delle singole piattaforme (che puoi anche studiarti da autodidatta, se sai applicarti con pazienza).

 

Per le app iOS il linguaggio più utilizzato finora è stato Objective-C, ma Apple ne ha lanciato da poco uno tutto nuovo, Swift, più sicuro e con una sintassi più semplice. L’ambiente di sviluppo integrato è invece Xcode (scaricabile dallo Store), dotato di una serie di tool che semplificano la lavorazione, per esempio nel design dell’interfaccia.
Apple mette a disposizione un tutorial che percorre tutti i passaggi della realizzazione di un’app (anche quest’altro può venire utile); siti ricchi di spunti e consigli sono AppCoda e Code with Chris, ma se ne trovano moltissimi in Rete.

 

Le app per Android invece si basano su Java; in genere poi si usa l’Android Sdk (Software Development Kit), che contiene tutti i tool e le api utili. Eclipse è l’ambiente di sviluppo integrato ufficialmente supportato. Tuttavia, è possibile anche ricorrere ad altri tool creati da soggetti esterni o ad altri ambienti di sviluppo.
Google ha pubblicato online una guida per la creazione delle app. Qui invece trovi una serie di tutorial video.

 

Il linguaggio di riferimento per Windows Phone è C# (il vecchio C++ sta perdendo terreno). Tutto quello che serve per dedicarsi allo sviluppo si trova in Visual Studio Express 2013, che include il Windows Phone Sdk, l’editor di codice, debugger, template, emulatori e tutto il necessario. Se parti da zero o quasi, da’ uno occhio ai tutorial video per principianti.
Per app basilari è disponibile anche Windows App Studio, che guida la creazione passo passo e non richiede competenze di programmazione.

 

 

Le App, potenziale business per cambiare vita. Piccola guida pratica. 1
Questo articolo viene pubblicato in licenza Creative Commons, potete consultare l’articolo originale qui.

 

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