Google ha avviato il rollout della sua nuova rete “Find My Device”, basata su miliardi di dispositivi Android connessi, come segnala anche Christian Zibreg su iDownloadBlog. Il servizio permette di localizzare oggetti smarriti tramite Bluetooth, come avviene già con la rete “Dov’è” di Apple. Tuttavia, ci sono differenze sostanziali nella gestione della privacy tra le due piattaforme.

Apple cripta i dati in modo diverso rispetto a Google

Secondo quanto spiegato da Google, la rete funziona sfruttando un’enorme base di dispositivi Android attivi, che contribuiscono a rilevare la posizione di oggetti compatibili come tracker Bluetooth, cuffie o tablet. Tuttavia, a differenza di Apple, i dati raccolti non sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita. La cifratura completa viene attivata solo in modalità “Estesa”, mentre in modalità “Standard” il dispositivo può essere tracciato anche senza autorizzazione esplicita del proprietario, in base alla segnalazione di altri utenti. Questo approccio ha sollevato alcune perplessità tra gli esperti di sicurezza e privacy, anche se Google ha ribadito che gli utenti saranno sempre avvisati in caso di tracciamento non autorizzato. La nuova rete è compatibile con i principali tracker di terze parti come Chipolo e Pebblebee, già certificati per la piattaforma Android.

📡 Tutti i dettagli li trovi nell’articolo di iDownloadBlog

Secondo me: Google fa bene a entrare in questo spazio, ma l’approccio alla privacy meno rigido rispetto ad Apple potrebbe diventare un punto critico se non spiegato chiaramente agli utenti.

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