Opinioni - Run Google, run! 1
Google insegue tutti: questo mi è venuto da pensare leggendo, in questi giorni, che big G sta partendo con un nuovo servizio musicale, che dovrebbe far concorrenza ad iTunes. Ma la farà davvero? Il discorso si applica non solo strettamente in relazione ai prodotti della Mela o di Amazon, ma anche ai social network: parliamo di Google +. Quante concrete speranze ha di soppiantare i due leader del mercato, Facebook e Twitter?

A mio avviso, scarse. Google insegue le idee altrui, cerca di replicarle e di offrire un suo servizio, ma con scarsi risultati. Vediamo perché.

Partiamo da Google +. Un sistema lanciato in sordina e accessibile, inizialmente, ad un numero ristretto di utenti. Un fattore che ha aumentato la curiosità verso questo nuovo strumento. Ad un primo acchito, però, il sistema si è rivelato deludente. Non faceva nulla di più di quanto facesse Facebook, anzi, mancavano alcune fondamentali funzioni, come la (vitale direi) possibilità di scrivere un messaggio sulla bacheca degli amici. O la chat. Il sistema di notifiche, poi, appariva molto confusionario. Nel frattempo, Facebook si evolveva ulteriormente, migliorandosi e aggiungendo al suo sistema l’unica vera innovazione di G+: la condivisione con le “cerchie”. E Google +? Quando è arrivato l’accesso al grande pubblico, ci si aspettava che le funzionalità mancanti venissero integrate, oppure che se ne offrissero di nuove, rivoluzionarie, che avrebbero consentito di ottimizzare la gestione e condivisione dei contatti, dei link, delle notizie. Invece, addirittura, mancavano le pagine per le aziende. Che sono arrivate solo di recente. Ma ormai, temo, gli utenti si saranno stancati di attendere.

Il punto è questo: se un’azienda vuole che gli utenti passino ad utilizzare la sua piattaforma, dovrebbe offrire dei vantaggi. Potrebbero essere una maggiore stabilità, oppure delle funzionalità tutte nuove, oppure un’ottimizzazione che faccia risparmiare tempo all’utente. Google+, però, non ha fatto nulla di tutto questo. Ha introdotto le cerchie, ma poi si è fermato lì. Personalmente, l’ho usato pochissime volte. Dopo aver constatato la mancanza di funzioni che Facebook, invece, offriva, e aver verificato che novità eclatanti, purtroppo, non ce n’erano, l’ho abbandonato a sé stesso. Quanti utenti avranno fatto lo stesso? E quanti sarebbero disponibili a riprenderlo in mano se finalmente diventasse all’altezza dei rivali? Penso che in questo campo, in cui c’è un’alta competitività, i tempi siano importanti: gli utenti si stanno abituando sempre più ad avere “tutto e subito”, e non so quanto possano essere propensi a concedere una seconda occasione ad un sistema che non li ha convinti.

E Google Music? Non avendo ancora avuto occasione di provarlo, non sono sicuramente in grado di offrire un’analisi molto profonda dei pro e dei contro rispetto ad iTunes, ma cosa potrebbe offrire di diverso, tanto da spingere l’utenza in massa verso la sua direzione? I brani costano meno? No. Ci sono metodi più sicuri per il pagamento? No. L’unica vera novità sta nella possibilità data agli esordienti di inserirsi nel circuito di Google Music: un’iniziativa sicuramente lodevole. Ah, ecco la novità: posso condividere i brani su un social network mezzo morto: Google +!

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