La coreana chiede alle autorità statunitensi di annullare la sentenza da 930 milioni di danni per violazione brevettuale. La pace non è bella se ottenuta a caro prezzo… Ecco i dettagli da Punto Informatico.

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Samsung ha chiesto alla Corte d’appello degli Stati Uniti di annullare la sentenza che la vedeva condannata a pagare 930 milioni di dollari di danni ad Apple per violazione brevettuale.

Quello davanti alla corte d’appello è uno degli ultimi fronti aperti di una guerra che è agli ultimi colpi: ad agosto le due aziende hanno raggiunto un’intesa che ha di fatto chiuso il moltiplicarsi di azioni legali che le vedevano contrapposte in tutto il mondo. La conclusione del conflitto brevettuale tra le due, almeno dal punto di vista internazionale, è una questione logica e fisiologica: da un lato il risultato delle azioni legali avviate negli ultimi anni ha portato magri risultati, spesso contrastanti tra loro e dunque poco sfruttabili a livello mediatico, dall’altro la giustizia si è dimostrata più lenta della tecnologia e i dispositivi e i brevetti oggetto dei processi sono ben presto diventati obsoleti.

Proprio gli Stati Uniti, tuttavia, sono rimasti il foro davanti cui Apple e Samsung non vogliono stringersi la mano: Cupertino, per esempio, ha tentato ancora di fermare le importazioni dei prodotti coreani per violazione della sua proprietà intellettuale.

Il Tribunale a stelle e strisce, d’altronde, è stato l’unico ad emettere una sentenza che – almeno mediaticamente – ha marcato una differenza: quella con cui Samsung veniva condannata a pagare più di un miliardo di dollari ad Apple per violazione di proprietà intellettuale, in particolare per i brevetti di design che tutelavano la forma di iPhone ed iPad, ricalcati secondo i giudici dai dispositivi della linea Galaxy.

Ora la coreana sta cercando di ottenere dalla Corte distrettuale della California l’annullamento proprio di questa sentenza, che era già stata rivista abbassando i danni dal miliardo a 930 milioni di dollari: l’arma finale della loro battaglia – spera Samsung – potrebbe essere la nuova interpretazione della disciplina brevettuale offerta dai giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti nei caso Alice v. CLS Bank, che limita le possibilità di rivendicazioni delle idee astratte.

Claudio Tamburrino

 

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Questo articolo viene pubblicato in licenza Creative Commons, potete consultare l’originale di Punto Informatico in questa pagina. Immagine di copertina tratta da apfeleimer.de

 

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