Secondo un’indagine condotta in incognito dal programma BBC Panoramale condizioni dei lavorati cinesi impiegati nelle fabbriche dei fornitori locali di componenti per la produzione di iPhone 6 non sono affatto migliorate . Scopriamone di più in questo articlo di Claudio Tamburrino per Punto Informatico che pubblichiamo su Italiamac.

Nonostante le rassicurazioni con cui finora ha risposto ad indagini ed accuse, ma soprattutto il codice di condotta che afferma di imporre ai suoi fornitori per regolarne con strumenti di soft law le condizioni dei dipendenti, Cupertino si ritrova di nuovo al centro delle polemiche per le condizioni dei lavoratori nelle fabbriche cinesi. Una problematica in generale imputata alle aziende straniere che ivi si riforniscono sfruttando il più basso costo della forza lavoro (risultato proprio delle basse tutele per i lavoratori, per l’ambiente e i diritti umani).

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Nell’ultimo servizio trasmesso dall’emittente britannica, a finire sotto la lente di ingrandimento del quarto potere sono state le fabbriche Pegatron: uno dei giornalisti in incognito ha dovuto lavorare 18 giorni di fila nonostante ripetute richieste di un giorno libero, un altro ha filmato lavoratori esausti cadere addormentati dopo turni estenuanti di 12 ore, e sono state riprese anche mancanze nella gestione dei documenti di identità, i dormitori interni sovraffollati, testimonianze di incontri di lavoro non retribuiti e dell’impiego di lavoratori dall’età sul limite dell’illegale.Il servizio ha inoltre approfondito le condizioni nelle fabbriche che lavorano per la catena di produzione di Apple, arrivando fino all’isola indonesiana di Bangka dove vengono estratti alcuni dei minerali utilizzati nei suoi dispositivi elettronici: qui i giornalisti hanno trovato bambini scavare con le mani in condizioni estremamente pericolose, con il rischio di rimanere sepolti vivi da crolli nelle miniere e frane.

Pegatron si è limitata a dire che fa tutto il necessario e che verificherà attentamente le accuse di BBC Panorama, e prenderà tutte le iniziative necessarie se esse verranno confermate. Apple è invece intervenuta per smentire le conclusioni del giornalista: ha riferito che la questione dei dormitori sopraffollati è già stata risolta, e che per eventuali straordinari non pagati ha chiesto conto ai fornitori.

 

ccpi
Questo articolo viene pubblicato in licenza Creative Commons, potete consultare l’originale di Punto Informatico in questa pagina. Immagine di repertorio tratta da inquirer.net

 

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