2 marzo 1987: tre anni dopo aver rilasciato l’originale Macintosh 128K, Apple lancia un sequel adeguato, l’onnipotente Macintosh II.
Sebbene siano già stati rilasciati quattro modelli Mac, il nome definitivo e completo di Macintosh II indica che si tratta di un aggiornamento importante con un enorme potenziamento hardware, display a colori opzionale e una nuova architettura aperta, che consente agli utenti di potenziare il proprio computer (senza invalidare la garanzia), segnando un cambiamento fondamentale nel modo in cui i tecnici Apple pensavano al Macintosh.

Sei slot NuBus consentivano aggiornamenti di componenti e l’inserimento di schede di espansione. A causa di questa espandibilità, alcune persone hanno fatto riferimento a Mac II come “Open Mac”.

In un’epoca in cui ogni display/schermo del computer come standard offre milioni di colori, vale la pena ricordare ai lettori più giovani che a quei tempi il colore non era sempre dato per scontato sui computer di casa. Il Macintosh di prima generazione era rigorosamente monocromatico.

Con il Mac II i compratori potevano acquistare una versione con un display monocromatico più economica o un modello con l’opzione a colori che vantava una tavolozza di 16,7 milioni di “colori true” (anche se il computer poteva visualizzare solo 256 di questi sullo schermo in qualsiasi momento). Il monitor indipendente da 13 pollici del Mac II (il primo modello aveva 9″) era incredibilmente spazioso per gli utenti nel 1987.

Come hardware il Mac II montava un impressionante processore Motorola 68020 a 16 MHz, un coprocessore mobile 68881, fino a 4 MB di RAM e un disco rigido da 80 MB. Per quanto riguarda l’audio, per la prima volta in un computer era installato un chip audio stereo a quattro voci che forniva una frequenza massima di 7,5 kHz e una frequenza di campionamento di 44,1 KhZ.

Tutto questo a prezzo caro, molto di più rispetto a quanto lo sono ora: un Macintosh II completamente equipaggiato costava 7.145$, l’equivalente di 15,275$ oggi.

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