Il keynote di apertura della WWDC di quest’anno si può riassumere in 3 punti (ognuno con luci ed ombre, a mio avviso) che rispecchiano anche la sequenza temporale della presentazione: nuovi Mac, nuovi OS, nuovissimi prodotti.

Partiamo dai nuovi Mac: arriva il MacBook Air da 15″, macchina decisamente interessante e che va a coprire il buco di un portatile “economico”, ma non necessariamente di dimensioni ridotte. La scelta è corretta ma ci si chiede se abbia senso mantenere a listino anche il “vecchio” (quantomento nel design) MacBook Air M1, e soprattutto il MacBook Pro da 13″ che, pur beneficiando del processore M2, è ancora associato alla linea vecchia, con tanto di touchbar che pare ormai essere uscita dagli interessi di Apple; posso benissimo sbagliarmi, ma l’evoluzione della lineup è chiaramente in questa direzione, anche perché parliamo di due macchine ancora legate ad una linea pre-silicon, quando i Mac utilizzavano processori Intel… ed è così che mi riallaccio alla seconda novità hardware, perché finalmente, nel corso dell’evento, Apple ha annunciato il completamento della transizione verso chip proprietari: con il nuovo M2 Ultra a 24 core, e GPU che può arrivare a 76 core, anche il MacPro abbandona Intel per abbacciare l’architettura Silicon, promettendo velocità di elaborazione e capacità grafiche sensibilmente maggiori rispetto ai precedenti modelli Intel. Questa notizia nasconde altri tre dettagli interessanti: il primo è che il Mac Pro è disponibile anche in versione rack, il secondo è che lo stesso processore è disponibile anche sul Mac Studio (che rispetto al Mac Pro non ha slot di espansione, ma consente un notevole risparmio), e il terzo è che tutta questa potenza è stata realizzata con l’M2-Ultra. Giusto per dare un piccolo esempio, parliamo di 31.600 miliardi di operazioni al secondo, della della possibilità di riprodurre contemporaneamente 22 stream video a risoluzione 8K ProRes, e della gestione simultanea di 8 display a risoluzione 4K. Il fatto che tutta questa potenza sia stata realizzata con l’evoluzione del chip M2 significa anche che Apple ha fatto un po’ d’ordine nel rilascio dei processori, senza creare troppa confusione con l’introduzione precoce di un ulteriore chip M3, e questo è un aspetto decisamente positivo anche nell’ottica degli sviluppi futuri e delle potenzialità che possiamo aspettarci dai prossimi SoC.

Passiamo ora al software: inevitabilmente ci troviamo di fronte alle anteprime dei nuovi iOS 17, iPadOS, watchOS, e macOS (nome in codice Sonoma). Le novità sono tante: watchOS ne esce piacevolmente rivoluzionato, con la possibilità di scorrere diverse infromazioni tramite la rotella, e la cosa bella è che sarà disponibile anche per la serie 4 (che alcuni dano ormai a fine vita). iOS17 invece (come pronosticato) taglierà fuori in un colpo solo sia iPhone 8 che iPhone X, com’era lecito attendersi visto che entrambi (nonostante le differenze) risalgono al 2017; iOS17 offrirà modifiche estetico/funzionali tra cui la possibilità di sfruttare l’iPhone quando è in StandBy per accedere ad alcune funzioni e visualizzare diverse informazioni, oppure la possibilità di abbinare l’iPhone alla AppleTV durante le chiamate FaceTime, e a sua volta tvOS verrà migliorato nella gestione delle impostazioni, ma senza nulla di stravolgente. MacOS Sonoma (come accade ormai da anni) integrerà alcune funzioni di iOS, come la possibilità di inserire widget direttamente sulla scrivania, mentre viene potenziato il sistema di videochiamate e meeting (con la possibilità di condividere lo schermo lasciando comunque in sovraimpressione anche la ripresa della telecamera) e il comparto gaming con la “modalità gioco” e il nuovo framework Metal 3… personalmente continuo a pensare che Apple debba spingere maggiormente il comparto gaming su Apple TV, e dovrebbe spingerlo in modo più deciso, anche se capisco che l’argomento non sia dei più semplici per vari motivi (sia che si voglia spingere su Mac, che su AppleTV). Arriviamo infine a ipadOS, dove a mio avviso riscontriamo la vera nota dolente di tutti questi update… ipadOS17 non presenta novità sostanziali, e continua a mancare la multiutenza; da un lato è comprensibile la volontà di Apple di intendere iPad come “dispositivo personale”, ma dall’altro se si vuole puntare all’iPad come potenziale sostituto di un laptop (vista la potenza dei processori montati su modelli “pro”, le tastiere con tanto di trackpad, e la disponibilità di App professionali) occorre iniziare a ripensare ipadOS anche in quest’ottica.

Arriviamo infine all’argomento più discusso, quella “one more thing” che tutti si aspettavano, e della quale si conoscevano già (seppur in modo ufficioso) molti dettagli. Parliamo ovviamente di Apple Vision Pro. Per certi aspetti, non saprei nemmeno come definire questo oggetto, anche perché le specifiche non sono completamente note, la disponibilità sarà per il 2024 negli USA, e gli stessi giornalisti presenti hanno potuto vedere l’oggetto ma non provarlo in prima persona. Il fatto che al momento la commercializzazione sia prevista solo negli USA fa si che non se ne trovi alcuna informazione sul sito italiano di Apple, quindi de volete cercare qualche informazione dovete andare su apple.com. Proviamo a darne una descrizione: Apple Vision Pro è un tripudio di telecamere, sensori e display, che vengono montati su un “visore” e consentono all’utente di immergersi un un mondo di realtà virtuale/aumentata. Due display 4K (uno per ogni occhio) più un display esterno che mostra i vostri occhi a chi si trova di fronte a voi, un array di telecamere e sensori Lidar per ricostruire l’ambiente che ci si trova di fronte, e leggere le gesture delle mani, proiettori a LED e camere ad infrarosso anche all’interno, per tracciare con pecisione i movimenti degli occhi, un rocessore M2 e un nuovo proessore R1 dedicato all’elaborazione dei segnali provenienti dalle varie camere… tutto questo per fare cosa? Apple Vision Pro vi consente di immergervi in un ambiente virtuale dove un sistema operativo studiato ad hoc per questo dispositivo, vi consente di aprire le App posizionandole dove volete nell’ambiente che vi circonda, e che viene riprodotto sui due display 4K (realtà aumentata), ma agendo su una rotellina potete anche immergervi in un ambiente completamente virtuale. Potete aprire più App posizionandole dove volete nello spazio; potete fare videochiamate facendo comparire la vostra controparte virtuale; potete visionare foto, giocare, o guardare un film creandovi uno schermo virtuale delle dimensioni desiderate; potete estrarre un oggetto 3D da un messaggio e studiarvelo come volete nel vostro mondo virtuale; potete seguire lezioni di anatomia osservando in presa diretta e manipolando ricostruzioni 3D di organi; potete immergervi completamente in un film creato ad-hoc per sfruttare questa tecnologia; ma soprattutto (cosa a mio avviso più interessante) potete estendere lo schermo del vostro Mac in un ambiente virtuale, posizionando ogni elemento dove più vi aggrada e scrivendo sia con una tastiera reale che con una “virtuale”… il tutto gestito dal movimento degli occhi, da gestures e dalla voce. Ci sono diversi “visori” in commercio, ma nessuno lavora come Apple Vision Pro. La contropartita: una, anzi due, molto semplici e già note; prima di tutto il prezzo. visto che si parla di 3’499 dollari (“se” e “quando” arriverà in Europa, presumibilmente non costerà meno di 4’000€); in secondo luogo l’autonomia: tutte queste camere, sensori e display concedono due ore di autonomia prelevate da una batteria esterna… certo, possiamo immaginare batterie più voluminose (ma scomode da portare appresso) o la possibilità di restare collegati ad un alimentatore, ma questa sarà una bella gatta da pelare per Apple. Avrà successo? Difficile fare previsioni ora, ma il prezzo non è certo qualcosa di accessibile al grande pubblico, soprattutto se viene proposto come sistema di intrattenimento: la speranza è che, chiamandosi “Pro”, gli possa far seguito un dispostivo più semplice, non “Pro”, ma dal costo più contenuto. Wall Street, al momento, non sembra aver gradito, forse perché si aspettava anchd qualche annuncio legato a possibili investimenti di Apple nell’Intelligenza Artificiale (argomento molto caldo in questo periodo)… ma diamo tempo al tempo…

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