Siri, l’assistente virtuale di Apple, ha perso terreno rispetto ai concorrenti come Google Assistant e ai nuovi chatbot basati su intelligenza artificiale generativa come ChatGPT. John Burkey, ex ingegnere Apple, ha recentemente spiegato le ragioni di tale ritardo in un’intervista rilasciata al The New York Times.

Lanciata nel 2011, Siri aveva suscitato grande interesse e meraviglia, ma dopo 12 anni, assistenti vocali come Siri, Google Assistant e Alexa non hanno mostrato significativi progressi. Burkey attribuisce la mancanza di innovazione di Siri agli ostacoli tecnologici che Apple ha incontrato nel tempo, tra cui un codice inefficiente e una struttura ingombrante che rallentava l’aggiunta di nuove funzionalità.

A differenza dei moderni chatbot AI, capaci di generare frasi complesse e comprendere un’ampia gamma di input, Siri funziona come un “sistema di comando e controllo”, in grado di comprendere solo un elenco limitato di domande e richieste.

Nonostante le tecnologie simili alla base di Google Assistant e Alexa, il primo ha generalmente superato Siri nei confronti diretti. Tuttavia, con l’arrivo di ChatGPT, tutti e tre gli assistenti vocali sono stati messi in allarme. Il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha definito Siri, Google Assistant, Alexa e persino Cortana di Microsoft “stupidi come un sasso”.

Gli esperti prevedono una convergenza tra assistenti vocali e intelligenza artificiale nel futuro, rendendo le capacità di comunicazione, ragionamento e creatività delle IA generative più accessibili attraverso la voce. Apple, dal canto suo, sta lavorando su un proprio modello di linguaggio di grandi dimensioni e altri strumenti di IA, testimoniando il suo impegno a non rimanere a guardare.

🇬🇧 Altri dettagli su iphoneincanada.ca e intervista su nytimes.com

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