Mai come negli ultimi tempi la salute è stata al centro dell’attenzione. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la recente pandemia di Covid-19 hanno “sfidato” il sistema sanitario nazionale mostrandone i limiti e le contraddizioni, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alle cure da parte di alcune categorie di pazienti. In questo contesto, la telemedicina si configura come una risorsa vitale, introducendo un approccio innovativo alla cura.

Attraverso avanzate tecnologie digitali, supportate anche dalla piattaforma Apple, e modelli organizzativi innovativi, la telemedicina rappresenta una risposta alle esigenze fondamentali di una società che cambia e si propone di trasformare radicalmente il panorama sanitario.

Come parte di questa trasformazione attraverso il loro servizio di prenotazione di visite online (lanciato nel 2012 quando ancora sembrava fantascienza), abbiamo chiesto all’azienda iDoctors il loro punto di vista sulla questione. Questa azienda ha l’opportunità di osservare ogni giorno uno degli strumenti al cuore della rivoluzione sanitaria operata dalla telemedicina: il teleconsulto. Lasciamo a loro la parola.

Il diritto alla sanità

Quante volte è capitato di provare a prenotare una visita medica nella sanità pubblica e trovare liste di attesa lunghe mesi, o addirittura anni, o di doversi spostare in altre regioni per accedere a cure e consulti specialistici assenti nella propria? Il diritto alla sanità in Italia dovrebbe essere garantito a tutti, ma spesso la realtà è diversa. Da questo punto di vista, la telemedicina rappresenta un passo importante, rivoluzionario, nel panorama sanitario.

Il termine “telemedicina” abbraccia un ampio spettro di prestazioni sanitarie in cui professionisti della salute e pazienti, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, interagiscono senza la necessità di trovarsi nello stesso luogo. Questo approccio ha un impatto tangibile soprattutto in aree geografiche remote o nelle zone in cui la densità di strutture sanitarie è limitata: attraverso l’assistenza e il monitoraggio remoto dei pazienti, supera le barriere territoriali, consentendo a chiunque di beneficiare di consulenze mediche e cure specializzate. Grazie alla lungimiranza e ambizione di Tim Cook, Apple ha tutto quello che serve per essere leader del settore.

“Il più grande contributo di Apple al genere umano sarà nel campo della salute” dichiarava il CEO già nel 2019 e di fatto, la Mela è oggi la più attiva tra le Big Tech della Silicon Valley nell’ecosistema della salute.

Le app per iPad, iPhone, Apple Watch e Mac permettono ai medici di offrire cure mirate ed efficaci, mentre i pazienti hanno la possibilità di usarle insieme a misuratori di pressione arteriosa wireless e altri accessori per monitorare e archiviare dati relativi alla propria salute, e poi condividerli direttamente con gli specialisti che li hanno in cura.

Il rapporto tra smartphone e telemedicina svela un connubio potente che sta ridefinendo il modo in cui percepiamo l’assistenza sanitaria. Gli smartphone, ormai ubiqui nella vita quotidiana, si trasformano in veri e propri strumenti di accesso alla salute. Dispositivi come Apple Watch 7, per esempio, sono in grado di misurare l’ossigeno nel sangue, il battito cardiaco, controllare l’Ecg e misurare la glicemia nel sangue, mentre applicazioni dedicate come Salute e HealthKit consentono ai pazienti di prenotare appuntamenti, ricevere risultati di test e condurre video consultazioni direttamente dal palmo delle loro mani.

Per nostra esperienza, possiamo attualmente confermare che lo strumento del videoconsulto, quasi inutilizzato prima della pandemia, ha visto un rilevante aumento di richieste nel corso del 2020, per poi continuare comunque ad essere utilizzato da una parte dell’utenza quando l’esigenza di “stare a casa” non era più presente a livello legale.

La chiave di questa connessione umana virtuale risiede nella comodità e nell’accessibilità offerte dai dispositivi mobili, in particolare dagli smartphone e dai personal computer. Con una semplice app, i pazienti possono partecipare a video consultazioni dalla privacy delle proprie case ed evitare i disagi legati agli spostamenti. Ciò non solo aumenta la compliance nei confronti del trattamento, ma crea anche un ambiente più rassicurante e familiare, fondamentale per favorire la comunicazione aperta e la comprensione reciproca tra professionista e assistito.

Il teleconsulto e gli altri servizi di telemedicina nati principalmente per far fronte all’emergenza pandemica, si proiettano così come un pilastro fondamentale per la costruzione di un sistema sanitario resiliente e centrato sul paziente. Sistema che potrebbe ricevere un’accelerazione proprio nel 2024 grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Pensate se con questi fondi la Piattaforma Nazionale per i servizi di Telemedicina (in questo senso questo sito che sta ospitando le mie parole ha riportato novità molto importanti) fosse creata e resa accessibile per le regioni in sussidiarietà: una piattaforma del sistema sanitario nazionale dove, ad esempio, un parente di un paziente anziano e con problemi di mobilità può assistere il proprio caro nell’avere un colloquio con un medico dalla propria casa.

Pensate se questa piattaforma, vedendo che il medico del proprio paese è occupato, invece di far aspettare il paziente in una sala di attesa affollata lo mettesse in contatto con il medico disponibile di un paese limitrofo. Non pensate sarebbe un grande passo avanti nell’assistenza? Noi di iDoctors crediamo di sì.

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