Microsoft contro Apple per il termine "App Store" 1

Dal momento della sua introduzione, Apple ha subito provveduto a registrare il marchio “App Store”, descrivendolo come uno servizio di vendita al dettaglio per software destinati a dispositivi palmari mobile e ad altri dispositivi elettronici.

Insomma, come nel caso dei brevetti, anche con i marchi registrati la Apple (come tutte le aziende del settore) ha preferito una definizione generica per il proprio store e, soprattutto, un nome di uso comune che permettesse agli utenti di associare i termini “app” e “store” ad una realtà ben precisa: quella realizzata da Jobs e soci.

Lo scorso lunedì, però, Microsoft ha presentato un’obiezione a questo marchio registrato, definendolo troppo generico per poter essere depositato (e quindi reso inutilizzabile per altre aziende).

Le considerazioni di Microsoft si basano sul fatto che App Store utilizza nomi di uso comune, impossibili da registrare: per questo diverse aziende hanno dovuto rinominare i propri store virtuali in “Application Store” o “App Marketplace”.

Certo è che usare un nome così generico ha permesso a Jobs e soci di associare il concetto di App Store ad Apple, e con il passare del tempo l’azienda di Cupertino ne guadagnerà sicuramente in visibilità.

Purtroppo nelle questioni legate a marchi e brevetti si verificano spesso situazioni ambigue come questa, che finiscono quai sempre a colpi di toghe e martelletto.

Vi terremo aggiornati sui futuri sviluppi di questa vicenda.

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