Monopoly Apple

“Apple Inc. è un’azienda statunitense che produce sistemi operativi, computer e dispositivi multimediali con sede a Cupertino, nello stato della California”. Questa è la prima frase che si può leggere sulla pagina Wikipedia di una delle compagnie più produttive del mondo, una compagnia che ha chiuso il precedente anno fiscale con ben 182 miliardi di dollari di fatturato, di cui oltre 39 miliardi di profitto netto.

Eppure, nonostante tali cifre da record, quella “specie di società di frutta” non è estranea a controversie e critiche rivolte a suo sfavore, come quelle relative alle condizioni di lavoro nelle sue fabbriche cinesi o i vari casi di violazione dell’Antitrust. Sebbene la veridicità di tali voci non sia da discutere in questa sede, è comunque indubbio che tali critiche non hanno arrestato la ripida (e rapida) ascesa di Apple Inc., la quale quest’anno si è ritrovata a dover fronteggiare un numero di spedizioni di iPhone 6 che ha nettamente superato le aspettative.

Ciò che è forse più interessante, tuttavia, è che l’azienda non sembra affatto interessata a fermarsi lì: dal Progetto Titan al recente acquisto di FaceShift, pare che Apple abbia mire svariate e curiose in diversi settori non strettamente appartenenti alla branca della tecnologia. La vera domanda, a questo punto, è: “Dove ci potrebbe portare tutto questo?”.
In altri termini: Apple si ritrova a giocare una pericolosa e rischiosa “partita a Monopoly” che la vede acquisire sempre più aziende in settori sempre più disparati, forse allo scopo di abbracciare una fetta di utenza il più ampia possibile. Ma siamo sicuri che sia un bene?

Be’, sì e no.

“In principio era il 128K”

Macintosh_128k_transparency

“Il 128K era presso Apple, e il 128K era Apple”.

Ora, prima che io venga accusato di blasfemia per aver preso in prestito una frase della Bibbia, fermiamoci a riflettere un istante: era il lontano 1984, quando Apple trasmetteva uno spot singolare diretto da Ridley Scott per pubblicizzare il primo Macintosh in assoluto ad essere messo sul mercato. Lo spot, oltre ad essere un omaggio al romanzo-capolavoro di George Orwell (1984, appunto), è considerato ancora oggi una delle pietre miliari della cinematografia pubblicitaria, ed è stato trasmesso in televisione un’unica volta nel corso del XVIII Super Bowl negli USA.

Quell’anno, è innegabile, Apple fece la storia: dopo lo pseudo-fallimento di Apple Lisa (studiato principalmente per i professionisti, dunque piuttosto caro), la Casa di Cupertino mise in commercio un computer molto più economico (meno di $1.000), bello da vedere e con un’innovativa interfaccia user-friendly che richiamava l’idea delle scrivanie virtuali. Era nato il Macintosh 128K, che fu un assoluto successo commerciale e portò il concetto di Personal Computer all’interno dell’ambiente domestico.

Gli anni passano, e la Casa di Cupertino continua ad essere concentrata principalmente sulla produzione dei suoi Macintosh, con qualche cambiamento lungo la via (come il passaggio ai processori Intel nel 2006). Col tempo nascono i primi Powerbook, poi i MacBook, poi gli iMac, i MacBook Pro e così via; il passare del tempo vede una drastica impennata dei prezzi dell’hardware, ma Apple continua ad essere ancora oggi una delle maggiori aziende produttrici di computer professionali.

- ad -

Musica, telefonate e tavolette

IPod_line_as_of_2014
iPod Shuffle, iPod e iPod Touch (2014)

Con gli anni, Apple (nella persona dell’ex CEO Steve Jobs, spesso criticato per il troppo potere decisionale all’interno dell’azienda) deve essersi resa conto che le esigenze di mercato stavano cambiando, e che occorreva puntare anzitutto sui giovani per incrementare i profitti. Seguendo l’andamento del mondo della tecnologia, Apple presentò il primo iPod il 23 Ottobre 2001, staccandosi per la prima volta dalla semplice produzione di computer per puntare a un tipo di intrattenimento più particolareggiato. Con la prima generazione di iPod, Apple Inc. entrava ufficialmente nel mondo della musica, anche se la prima versione di iTunes era già stata rilasciata nel Gennaio dello stesso anno.

iphone-evolution
“iPhone Evolution” – Immagine tratta da artyshorter.wordpress.com

Ma Apple non aveva ovviamente intenzione di fermarsi nemmeno a quel punto: dopo circa sei anni, Steve Jobs annuncia l’arrivo del primissimo iPhone nel Giugno 2007, uno “smartphone” che fece così tanto scalpore da “sbloccare” la concorrenza e spingere le altre grandi aziende alla produzione di smartphone per accaparrarsi anch’esse “una fetta di mercato”. Per la serie “Non se lo aspettava completamente nessuno”, dunque, Apple entra quasi di prepotenza nel mercato dei telefoni cellulari; il resto, come sappiamo, è storia.

iPad Mini
iPad Mini

Non passano troppi anni prima che una semplice tavoletta dotata di un sistema touch (ereditato probabilmente da iPhone) faccia la sua prima comparsa, causando una reazione sostanzialmente simile nel mercato: nel Gennaio 2010, Apple presenta il suo primo iPad, un tablet di seconda generazione (basato su un sistema operativo mobile) che catapulta letteralmente l’azienda nel campo dell’intrattenimento “occasionale”, della navigazione Internet sul treno e dei computer ultra-leggeri e, soprattutto, ultra-portatili.

Le vendite di Apple vanno a gonfie vele per anni, e anche oggi, nel 2015, l’azienda non smette di vendere tutti i dispositivi che produce ogni anno con hardware sempre nuovo, nonostante i prezzi tendano ad andare sempre più al rialzo. Una compagnia qualunque, generalmente, si fermerebbe lì; ma, se pensate che Apple sia una “compagnia qualunque”, il prossimo paragrafo potrebbe lasciarvi piuttosto delusi.

Apple Pay

ApplePayLogo

L’arrivo di iPhone 6 ha portato al sorprendente annuncio di Apple Pay, un sistema di pagamento NFC Contactless che sfrutta il Touch-ID dei modelli più avanzati di iPhone & iPad per effettuare dei pagamenti, semplicemente autenticandoli con le impronte digitali del proprietario del dispositivo. Apple Pay funziona digitalizzando le carte di credito effettive del proprietario, garantendo una maggiore sicurezza rispetto alle semplici carte di credito in plastica.

Arrivato nell’Ottobre 2014, Apple Pay fa guadagnare una cifra irrisoria alla sua compagnia d’origine da ogni transazione effettuata, ma il sistema è stato rapidamente adottato da decine di migliaia di rivenditori attraverso tutti gli Stati Uniti ed è presto approdato anche nel resto del mondo, aumentando drasticamente il margine di guadagno della Casa di Cupertino.

Dopo aver fornito un servizio che, a tutti gli effetti, permette alla compagnia di gestire le transazioni dei propri clienti (seppur con un sistema in gran parte automatizzato), pensereste che Apple possa essersi finalmente fermata; ma vi sbagliereste di nuovo.

Apple Watch

w38ss-sbbk-sel_GEO_US

Apple Pay, tutto sommato, era una feature grande a livello di funzionalità ma molto piccola a livello di guadagni effettivi. Apple Watch è stato presentato nel Settembre del 2014, ed è stato subito scalpore tra i più affezionati fan di Apple che non vedevano l’ora di mettere le mani su un dispositivo dal design così raffinato.

Sfortunatamente per la compagnia, il caso di Apple Watch è stato meno eclatante: per quanto Apple non sia stata la prima azienda a produrre uno smartwatch, essa è stata sicuramente la prima a limitare le funzionalità del proprio dispositivo a un “accoppiamento hardware”. In altri termini: Apple Watch, senza un iPhone, può essere utile quanto una bottiglia d’acqua vuota in mezzo a un deserto.

Se non altro, tutto sommato, Apple ha effettivamente fallito in qualcosa, finora; ma, personalmente, credo proprio che avrà modo di riprendersi molto presto.

Qualcosa bolle in pentola…

È in atto qualcosa di strano, nella strana e contorta mente della Casa di Cupertino. Che si sia trattato di Mac, iPod, iPhone, iPad o Apple Watch, il settore di Apple è sempre rimasto sostanzialmente lo stesso: elettronica di consumo, informatica e una forma di intrattenimento molto occasionale, legata in qualche modo a quei due elementi. I piani alti dell’azienda, tuttavia, hanno chiaramente in mente qualcosa di grosso, e siamo certi che la “partita a Monopoly” di Apple non si concluderà con l’ultimo Apple Watch o con un continuo aggiornamento dei modelli di iPhone/iPad/Mac.

03

La pericolosa ambizione dell’azienda si è vista già quando, diversi mesi fa, si erano sparsi i primi rumor di una fantomatica “iCar” elettrica in sviluppo presso Apple, poi chiamata col nome in codice “Progetto Titan“. Apple non ha mai confermato ufficialmente le voci, limitandosi al semplice rilascio di “CarPlay“, uno standard prodotto dall’azienda che permette di utilizzare iOS su tutte le auto supportate per ampliare le possibilità del conducente alla guida; e, tuttavia, diversi rumor (tra cui quelli che riguardano gli svariati impiegati sottratti a Tesla e al lavoro presso gli stabilimenti Apple) continuano a circolare in tutto il Web, con alcuni (come l’International Business Times) che credono addirittura che l’auto elettrica sia già a un ottimo punto della sua realizzazione.

apple-tv-pacman1

E, no, tranquilli, non mi sto dimenticando di Apple TV: dopo l’acquisto di FaceShift e le voci che vedrebbero Apple in lotta per scritturare alcuni conduttori di Top Gear UK, sembra addirittura lampante come la Casa di Cupertino stia pensando di gettarsi nel campo dell’intrattenimento televisivo con il lancio del prossimo modello di Apple TV, il cui annuncio è atteso molto presto. I primi due modelli di Apple TV erano stati poco più che un fiasco, per la compagnia, che deve aver colto la necessità di un rinnovamento dell’accessorio. Che si tratti di un semplice canale o di una intera rete indipendente, è ancora un mistero; e, tuttavia, è impossibile ignorare come la compagnia stia continuando senza sosta la sua gigantesca “partita”, nel tentativo di abbracciare un bacino di utenza il più largo possibile e di sottrarre sempre più fette di mercato agli avversari.

Se solo Apple pensasse un po’ meno al profitto…

Una porta sul futuro?

apple-cash2

Ero ancora molto piccolo, quando mio padre comprò il primo computer che io mi sia mai ritrovato ad usare. Ricordo come se fosse ieri l’amore per quell’interfaccia così pulita e ordinata, quel sistema operativo così bello da vedere e quell’atteggiamento di disgusto viscerale verso buona parte dell’hardware diverso da quello Apple.

Ed ero sicuramente molto più giovane di adesso, quando Steve Jobs annunciò il primo iPhone e il primo iPad; e, tuttavia, sono più che certo di ricordare la frase preferita di Steve Jobs, quella che poi divenne il suo marchio: “Think Different”.

Oggi, con 39 miliardi di dollari di profitto annui (un utile netto più alto anche di quello di Google Inc. e Microsoft Corporation), Apple è forse una delle pochissime aziende ad avere realmente il futuro del mondo della tecnologia nelle proprie mani. Con una cifra così alta, in fondo, non si può certo dire che alla Casa di Cupertino manchino i mezzi: se essa volesse investire in un’idea innovativa, qualcosa che sconvolga veramente il futuro dell’umanità, probabilmente avrebbe tutti i modi possibili per farlo. Ciò che fornisce i mezzi a Apple, tuttavia, è contemporaneamente anche ciò che impedisce all’azienda di sfruttarli fino in fondo: la ricerca del profitto ha soppiantato da un pezzo la politica del “Think Different”, ormai superata dai nuovi modelli di iPhone, iPad e Mac che sembrano richiamare a sé una fascia sempre più larga di utenza ogni anno.

young-steve-jobs-1-e1317873981447

Era il lontano 1984 quando il primo barlume di “Think Different” si affacciava al mondo, materializzandosi nel primo Personal Computer mai realizzato appositamente per il grande pubblico. Oggi, tuttavia, a distanza di oltre 30 anni e con un mastodontico tabellone dei Parker Brothers steso sul tavolo dei settori economici mondiali, sembra quasi che Apple corra il rischio di diventare lo stesso Grande Fratello che tanto criticava nello spot del 1984; e, se ciò è vero, noi, mentre aspettiamo e guardiamo la partita da lontano, possiamo solo sperare che la Casa di Cupertino non arrivi mai a possedere Parco della Vittoria.

Le immagini, ove non indicato diversamente, sono tratte da Wikipedia.

- Disclamer - Questo articolo presenta le opinioni del suo autore indipendente o della fonte da cui è estratto e non di Italiamac. Può essere stato realizzato con l'assistenza della IA. Non è da considerarsi consulenza, consiglio d'acquisto o investimento, in quanto a puro titolo esemplificativo generico.

1 commento

Comments are closed.