Il periodo iniziale dell’anno è spesso molto lento per Apple, ma altrettanto spesso si tratta di una calma apparente, perché la casa di Cupertino (reduce da periodi pre-natalizi che, viceversa, sono sempre densi di novità) aspetta semplicemente il momento migliore per sfoderare qualche novità… e quest’anno le novità erano particolarmente attese, visto l’inizio della transizione ai processori proprietari; ma procediamo con ordine…

Al netto degli elementi di contorno, più o meno importanti (non credo nessuno abbia mai sentito il bisogno di un iPhone viola, anche se casualmente oggi sono esattamente 5 anni dalla morte di Prince), dei simpatici AirTag, e dell’ormai consueto percorso verde di Apple, che per i nuovi prodotti utilizza un guscio di alluminio riciclato al 100%, evita l’utilizzo di elementi altamente inquinanti (come mercurio, arsenico e berillio) e ricicla pure le terre rare, l’evento si è focalizzato su due nuovi prodotti molto importanti per l’ecosistema Apple.

In realtà ci sarebbe anche un terzo prodotto, la AppleTV, della quale facciamo un accenno veloce per un motivo ben preciso: il nuovo AppleTV remote, oltre ad avere un design squadrato che riprende quello degli ultimi iDevice (ma anche degli iPhone di dieci anni fa) riporta in auge la rotella touch dei primi iPod o degli Apple Remote utilizzati sulle prime generazioni di Apple TV (ma anche dei Mac con Front Row).

Non è l’unico richiamo al passato, perché arriviamo subito ad uno dei due prodotti chiave presentati ieri da Apple: il nuovo iMac 24″ con processore Apple M1. Il richiamo al passato sta nel fatto che il nuovo iMac torna ad essere colorato, esattamente come gli iMac G3 a tubo catodico, e i colori accompagnano ovviamente anche mouse, trackpad, e tastiere (che includono il Touch ID). Il nuovo iMac porta all’estremo il concetto del computer all-in-one, tant’è che al primo impatto non sembra un computer ma un enorme iPad, col suo profilo squadrato e uno spessore di solamente 11,5 millimetri. Fondamentalmente tutto l’hardware sta nella parte inferiore, grazie alla compattezza del SoC M1, ma oltre alle prestazioni del processore Apple ci sono molte altre novità: dalla camera frontale Full HD con processore IPS capace di elaborare vari livelli dell’immagine ripresa, all’audio di 6 altoparlanti hi‑fi e woofer force‑cancelling, e 3 microfoni direzionali… ma soprattutto un display Retina da 4480×2520 a 218 pixel ad alta luminosità e gamma cromatica (il tutto a partire da 1499€). Piccola nota a margine: per mantenere la pulizia della linea, la porta ethernet è integrata nell’alimentatore, che si collega all’iMac con un connettore magnetico (vedremo tornare il MagSafe anche sui portatili…?).

Se il nuovo iMac inaugura l’era del restyling dei computer della mela (inevitabile per segnare il passo col ritorno ai processori proprietari e che sicuramente convolverà anche tutti gli altri modelli) la sorpresa più grande, ma non del tutto inattesa, arriva dal nuovo iPad Pro. Che Apple volesse spingere il proprio tablet come possibile sostituto dei computer portatili era chiaro, ma a questo giro la casa della mela ha voluto strafare, inserendo nell’iPad Pro lo stesso processore Apple M1 dei Mac, che unitamente alla porta Thunderbolt/USB4, lo rendono a tutti gli effetti molto simile ad un MacBook (anche nel prezzo se aggiungiamo la tastiera)… ma se un tablet è prima di tutto uno “schermo” col quale interagire, l’altra grossa novità del nuovi iPad Pro è la tecnologia utilizzata per il display: parlando del modello da 12,9″ ci troviamo di fronte ad un Liquid Retina XDR, con retroilluminazione a mini-LED (oltre 10’000 mini-LED) che consentono di ottenere una luminosità massima a tutto schermo di 1000 nit (con picchi HDR da 1600 nit) e un incredibile contrasto di 1.000.000:1… e ovviamente non poteva mancare il 5G per i modelli cellulare.

Che conclusioni possiamo trarre dall’evento di ieri sera?

Prima di tutto che Apple ha creato un’architettura hardware/software estremamente flessibile: non che prima non fosse chiaro, visto che i Mac Silicon sono in grado di fare girare le App per iOS, ma adesso ci troviamo anche con un tablet che fa girare iOS (nella sua incarnazione iPadOS) sullo stesso processore utilizzato dai Mac… cosa significa tutto questo per il futuro dei prodotti della mela? Assisteremo ad un’unificazione delle linee? In quale direzione?

In secondo luogo ci dice che Apple ha sostanzialmente già concluso la transizione dei Mac più consumer verso le CPU proprietarie, ma rimangono ancora da traghettare le macchine più professionali: l’iMac Pro, il MacBook Pro da 16″, e il Mac Pro… queste macchine avranno quasi certamente un’architettura più complessa di quelle presentate finora, ma non è dato sapere se Apple ha in cantiere un SoC più evoluto, o una diversa architettura capace di integrare (per esempio) schede video di terze parti… tutto questo senza considerare il fatto che, con tutta probabilità, assisteremo anche ad un restyling estetico non solo delle macchine appena citate, ma probabilmente anche delle prossime generazioni dei Mac Silicon che sono sul mercato già da qualche mese… ma per queste c’è ancora tempo…

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