I primi risultati dell’anno sono quelli più attesi, perché mostrano com’è andata l’azienda nei trimestre degli acquisti Natalizi, quello che tipicamente mostra il fatturato più alto.
Per quest’anno, a causa di congetture economiche varie (costi dell’energia con conseguente aumenti dei prezzi, carenza di componentistica elettronica con conseguenti basse disponibilità e ritardi nelle consegne, lockdown nelle fabbriche cinesi, guerra, ecc…) i risultati attesi non erano entusiasmanti, in particolare per il mercato degli smartphone (previsto in calo con una doppia cifra) e in particolare per Apple che nel confronto con l’anno precedente, paga lo scotto di un trimestre particolarmente positivo lo scorso anno: un risultato difficile da replicare vista la predominanza di iPhone nel fatturato di Apple. A questo aggiungiamo una scelta strategica nel lancio dei nuovi modelli di iPhone poco convincente, con i modelli base ancorati allo stesso processore dell’anno scorso (solo i modelli “Pro” hanno beneficiato del nuovo processore A16) e l’eliminazione del modello “mini” a vantaggio di una versione plus che non ha ottenuto il successo sperato.

Tutto questo si traduce in un fatturato di 117,2 miliardi di dollari contro i 123,9 dello scorso anno, ovvero un calo del 5%, un calo guidato in gran parte dal già citato rallentamento di vendite di iPhone (che nonostante l’aumento dei prezzi fattura 65,8 miliardi di dollari, contro i 71,6 dello scorso anno), ma che non risparmia nemmeno altri settori…

Andando a vedere qualche numero più in dettaglio, troviamo infatti un calo di fatturato anche negli indossabili, nonostante l’arrivo di Apple Watch Ultra e della nuova generazione delle AirPods Pro, mentre i servizi continuano a crescere (seppur più lentamente); l’unica nota positiva è la consistente crescita di fatturato degli iPad, che passa dai 7,2 ai 9,4 miliardi i dollari, un incremento del 30% dovuto probabilmente all’uscita dei nuovi modelli.

Più difficile commentare i numeri dei Mac, perché se è vero che anche qui il calo è stato consistente, è anche vero che non ci sono state novità a spingere le vendite in quel settore, visto che gli aggiornamenti di MacBook e Mac mini sono arrivati a gennaio… e in quest’ottica è ancora più difficile prevedere cosa ci sarà nel futuro di Cupertino, anche se il 2023 si prevede denso di novità: quello che abbiamo visto a gennaio potrebbe essere una premessa per lanciare Apple in un anno di successi.

Lasciando perdere il visore di realtà virtuale/aumentata (sul quale si racconta di tutto e il contrario di tutto, senza nemmeno sapere quali saranno i target di pubblico e di utilizzo di questo dispositivo) la grande incognita è sempre il Mac Pro e l’evoluzione dei processori Apple.
Sdoganati l’M2 Pro e l’M2 Max, non resta che attendere l’esordio del M2 Ultra su una nuova generazione del Mac Studio… ma a quel punto cosa dovremmo aspettarci per il Mac Pro, unica macchina Apple ancora ancorata ai processori Intel (nonché unica macchina della mela in qualche modo “espandibile”)?
La prima ipotesi è che venga equipaggiata anch’essa con il SoC M2 Ultra, differenziandosi dal Mac Studio per l’espansibilità, cosa che però, guardando il listino attuale, non giustificherebbe la differenza di prezzo… a meno che non salti fuori la possibilità di installare più SoC M2 nella stessa macchina, o di integrare schede grafiche esterne, ma si tratta di un’eventualità che va un po’ contro la strada intrapresa da Apple con questi nuovi processori.
La seconda ipotesi è che il MacPro arrivi con un processore nuovo: ma dopo le versioni PRO, MAX e ULTRA, non saprei che altro nome aspettarmi, e questo lascia immaginare che potrebbe giungere l’ora della presentazione della serie M3… più precisamente, se deve equipaggiare un Mac Pro, verosimilmente dovrebbe trattarsi di un M3 ULTRA.

Difficile azzeccare le tempistiche del rilascio del futuro MacPro anche se, arrivati a ‘sto punto, è lecito attendersi che non si vada oltre il 2023…. Quel che è certo è che Apple, con tutte queste varianti di processori, dovrà gestire al meglio i vari aggiornamenti, cosa che al momento gli è riuscita più che bene riservando le diverse varianti a diverse categorie di macchina (unica via percorribile per non creare troppa confusione in una lineup che è già molto ricca).

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